beppe grillo giuseppe conte

“CI HO PROVATO A FARGLI CAMBIARE IDEA” – CONTE ROSICA E FRIGNA DOPO ESSERSI PIEGATO AL LIMITE DEL DOPPIO MANDATO IMPOSTO DA GRILLO CHE, CON LA MOSSA, HA TAGLIATO LA TESTA A UNA SERIE DI FEDELISSIMI DELL’AVVOCATO SENZA IL NULLA INTORNO – L’ELEVATO VUOLE ESSERE L’ULTIMO A BALLARE SULLE CENERI DEL MOVIMENTO CHE HA CREATO E L’AVEVA GIURATA UN ANNO FA AI “TRADITORI”: LA RIBELLIONE DI ROBERTA LOMBARDI, VITO CRIMI E GIANCARLO CANCELLIERI, TRE MEMBRI DEL COMITATO DI GARANZIA, LO AVEVANO COSTRETTO A FARGLI DIGERIRE CONTE, MA…

Marco Imarisio per il "Corriere della Sera"

 

BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - MARIO DRAGHI - BY EDOARDO BARALDI

«Per favore, tu comunque dammi una mano in campagna elettorale». Ci sono tanti modi per mostrare la propria debolezza. Uno è senz' altro quello di chiedere aiuto alle persone che hai appena ucciso, politicamente parlando, si intende. E infatti i parlamentari in uscita che hanno sentito Giuseppe Conte chiudere in questo modo la sua telefonata piena di «ci ho provato a fargli cambiare idea», «non è colpa mia», «ti giuro che ce l'ho messa tutta», hanno pensato quello che ora pensano in molti, dentro e fuori il Movimento Cinque Stelle. È tutto finito.

 

La nascita di una simil lista Conte senza i contiani è tutto quel che resta di un mese cominciato con una scissione motivata con la politica estera ma in realtà generata dalla consapevolezza che non ci sarebbe stata alcuna deroga, proseguito facendo cadere un governo che almeno in via ufficiale non si aveva intenzione di far cadere, e terminata con questo nuovo capolavoro all'incontrario. «Tradire i propri uomini per salvare sé stesso» come dice in modo più colorito un ormai ex parlamentare di un certo peso.

 

GIUSEPPE CONTE BEPPE GRILLO

Alla fine, si tratta sempre della cara vecchia questione umana, oltre che di incapacità politica, come sottolineano molti epurati che speravano nel celebre «mandato zero» inventato proprio dal reprobo Luigi Di Maio come ultima spiaggia. Lo hanno pregato in ginocchio, tutti. Non basta qualche sms, lo sai come è fatto Beppe, prendi l'aereo e vai in Sardegna. Devi coccolartelo, devi finalmente farlo sentire importante, e ti porti a casa questa ennesima deroga all'anima dei vecchi 5 Stelle.

 

In fondo che ci vuole, dopo che Grillo ha già ingoiato anche la recente sconfessione del «mai soldi ai partiti» che fu la linea del Piave di Gianroberto Casaleggio con il tentativo di gennaio, per altro anch' esso fallito, di accedere al 2 per mille con le dichiarazioni dei redditi dei cittadini.

Ma lui, niente. Ogni ego è grande a mamma sua. Conte non si è mai mosso dal Gargano, dalla vacanza al mare per la quale è partito dopo aver fatto cadere un governo a sua insaputa, anche questa una scelta che ha destato perplessità nei gruppi parlamentari.

CONTE GRILLO

 

La villeggiatura, non il siluro a Mario Draghi, si capisce. E qui si ritorna indietro di un anno esatto, a quella singolare fiera dell'incomunicabilità che sancì l'ingresso dell'ex presidente del Consiglio in casa d'altri, con il proprietario che prima aveva definito il nuovo affittuario «senza visione, autore di uno statuto secentesco», e poi aveva cambiato idea all'improvviso. A farlo tornare sui suoi passi era stata la ribellione dei tre membri del Comitato di garanzia, organismo che secondo le vecchie regole di fatto certificava le opinioni espresse da garante, altrimenti detto l'Elevato.

 

A Roberta Lombardi, Vito Crimi e Giancarlo Cancellieri l'aveva giurata da quel giorno.

conte draghi grillo 4

Si era sentito tradito, obbligato ad avallare una scelta che non ha mai smesso di sentire come un innesto innaturale.

Nell'abborracciato accordo del luglio 2021 c'era anche il superamento della regola del secondo mandato, ma il Grillo ferito nell'orgoglio ha sempre avuto altre intenzioni. Sapeva che si sarebbe arrivati alla resa dei conti. Sarà stanco, sarà ormai nauseato dallo spettacolo che in qualche modo porta anche il suo nome, ma non ha resistito alla tentazione di mostrare ai suoi ex fedelissimi, che tutto gli dovevano, chi comanda sulle spoglie del Movimento Cinque Stelle. Il proprietario del simbolo è lui, avrebbe pur sempre potuto ritirarlo.

GIUSEPPE CONTE E BEPPE GRILLO A MARINA DI BIBBONA

 

Anche l'avvocato del popolo ha sempre saputo della spada di Damocle che pendeva sulla sua testa. Eppure, ha dilazionato, ha fatto vaghe promesse e caute affermazioni in senso contrario. Chi aveva orecchie per comprendere aveva capito tutto dopo l'abituale capitombolo alle Amministrative, quando Conte fece una surreale conferenza stampa per caldeggiare la deroga a Cancellieri per le primarie di coalizione siciliane, dicendo che sulla questione del doppio mandato avrebbe fatto votare la base, ma che lui non avrebbe espresso una opinione e comunque era contro i politici di professione. Da allora, è apparso chiaro che Grillo avrebbe vinto su tutta la linea.

 

BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - LUIGI DI MAIO - BY MACONDO

Poco importa che si giunga al paradosso della mancata ricandidatura della terza carica dello Stato, quel Roberto Fico per il quale Grillo ha più volte detto di provare affetto e stima, di quella Paola Taverna che è stata l'architrave del consenso di Conte nel gruppo del Senato, dell'esperto di allunaggi Carlo Sibilia, tutte figure dal relativo peso elettorale che però rappresentano un pezzo di vita del Movimento. Prima grillini oggi contiani. La necessità della riaffermazione del proprio io, il rancore verso i tre triumviri dai quali si è sentito tradito un anno fa, la costante sensazione di essere tenuto ai margini della sua creatura, che in psicanalisi si chiama sindrome del beneficiario irriconoscente, hanno portato Grillo a usare l'arma totale del mondo pentastellato.

giuseppe conte beppe grillo

 

E così, in un inevitabile concorso di colpe, è stato fatto il male definitivo al Movimento. Oggi chi vota M5S lo fa per Conte. Ma voterà un leader che non ha saputo proteggere chi ha lavorato per accreditarlo come tale, da corpo estraneo che era. E che sarà obbligato a continuare un matrimonio di convenienza che si regge solo sulla reciproca debolezza, circondato da una nuova classe dirigente di perfetti sconosciuti. Un matrimonio nel quale l'unica cosa chiara è chi è il più debole tra i due sposi forzati.

grillo contegiuseppe conte beppe grillo 2conte grillo ristorante marina di bibbonaconte grillo ristorante marina di bibbonaLUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTEBEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE meme su giuseppe conte e beppe grillogiuseppe conte beppe grillo

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)