mario draghi giuseppe conte

“CONTE FACCIA UNA DICHIARAZIONE PUBBLICA PER DIRE CHE DRAGHI DEVE RIMANERE A PALAZZO CHIGI” - I DEPUTATI GRILLINI SONO TERRORIZZATI DALL’IPOTESI DEL VOTO ANTICIPATO, CHE POTREBBE ESSERE PIÙ PROBABILE CON “MARIOPIO” AL COLLE. PEPPINIELLO APPULO INTANTO STA CERCANDO UN CANDIDATO DI BANDIERA DA SVENTOLARE ALLE PRIME TRE VOTAZIONI. MA RISCHIA GROSSO: NEL MOVIMENTO CINQUE STELLE UN NUTRITO GRUPPETTO DI FRANCHI TIRATORI POTREBBE SCEGLIERE BERLUSCONI, ANCHE SOLO PER FARE UN DISPETTO A “GIUSEPPI”

1 - I 5S SFIDANO CONTE «DICA CON CHIAREZZA CHE IL PREMIER DEVE RESTARE AL GOVERNO»

Domenico Di Sanzo per “il Giornale”

 

mario draghi giuseppe conte

Non giochiamo più. Nella settimana, che secondo molti sarà quella decisiva per l'elezione del prossimo presidente della Repubblica, nel M5s cresce il pressing affinché Giuseppe Conte dica una parola chiara, pubblica e definitiva per sbarrare la strada del Colle a Mario Draghi. Ai parlamentari spaventati dall'instabilità non bastano i giri di parole sul «governo che deve andare avanti».

 

giuseppe conte e luigi di maio con la card del reddito di cittadinanza

Non sono considerate sufficienti le prese di posizione tiepide, come le frasi filtrate dall'ultima assemblea congiunta: «Draghi è idoneo, ma ora è premier in una fase complessa». La truppa continua a non fidarsi delle mosse del leader, nonostante le rassicurazioni sul no al voto anticipato e le professioni di fede sul prosieguo della legislatura.

 

Quel che serve - riflettono deputati e senatori - è un no limpido all'ipotesi che l'attuale premier diventi il nuovo capo dello Stato. La richiesta è un grimaldello per mettere l'avvocato spalle al muro e fugare ogni dubbio sulle trattative sotterranee per Draghi e sulla tentazione contiana delle elezioni politiche nel 2022.

MATTEO SALVINI E GIUSEPPE CONTE

 

A dispetto della nota, diffusa dopo l'assemblea di giovedì, in cui si dava un «mandato pieno» al presidente del M5s per condurre le danze sul Quirinale, proprio nelle ultime ora si sta intensificando la pressione per una dichiarazione «in chiaro», utile a stoppare le trame per portare l'ex Bce alla presidenza della Repubblica.

 

Dato che i numeri interni non sorridono a Conte, gli eletti vogliono incidere e si sentono in grado di condizionare la partita. Altrimenti «non teniamo i gruppi», è il refrain che arriva dal mondo pentastellato. Il che significa franchi tiratori pronti a impallinare la leadership dell'ex premier nel segreto dell'urna quirinalizia.

 

giuseppe conte enrico letta

«Faccia una dichiarazione chiara e pubblica per dire che Draghi deve rimanere a Palazzo Chigi», è l'input che rimbomba tra Montecitorio e Palazzo Madama. Infatti nei gruppi è ancora concreto il timore che un trasloco del premier sul Colle possa spianare la strada al voto anticipato. Vorrebbe dire fine della legislatura e speranze di rielezione e di ricandidatura ridotte al lumicino per gran parte dei 233 parlamentari grillini.

 

IL VERTICE SUL QUIRINALE A VILLA GRANDE BY ELLEKAPPA

Da qui l'insistenza per una linea chiara, sul modello di Matteo Salvini, che sabato ha detto: «Draghi è impegnato per affrontare l'emergenza sanitaria ed economica: ipotizzare per lui un altro ruolo è una mancanza di rispetto al premier e al Paese». Conte temporeggia, aspetta che altrove scocchi una scintilla che smuova le cose, prende tempo. Anche perché deve fare i conti con la volontà di un Enrico Letta che ancora continua a puntare su una convergenza ampia su una personalità «super partes» che risponde all'identikit di Draghi.

giuseppe conte mario draghi

 

E però il segretario del Pd si trova a fronteggiare, un po' come Conte, il malcontento di un'ampia fetta di partito sull'ipotesi di un passaggio del presidente del Consiglio al Quirinale. Lo stesso Goffredo Bettini, amico e consigliere di Conte, durante la Direzione Pd di sabato si è espresso contro l'elezione di Draghi come nuovo capo dello Stato: «Penso che il governo debba continuare fino alla fine della legislatura. La cosa più naturale è che questo governo continui con il suo presidente del consiglio».

RIUNIONE DEL CENTRODESTRA A VILLA GRANDE

 

Segnali che potrebbero scalfire la timidezza di Conte. Intanto quaranta parlamentari ex M5s hanno scelto, fra una rosa di 13 nomi, il loro candidato per il Quirinale. Sarà Paolo Maddalena, vicepresidente emerito della Corte costituzionale.

 

2 - CONTE CERCA UN CANDIDATO DI BANDIERA "OCCORRE UN NOME DI ALTO PROFILO"

Federico Capurso per "La Stampa"

 

meme del presepe con matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi

Berlusconi sarebbe un danno per l'Italia e si andrebbe immediatamente a elezioni», avverte il deputato dei Cinque stelle Stefano Buffagni. Ma dire di no al Cav, ormai, non basta più. Serve una contromossa da opporre alla candidatura del centrodestra. Giuseppe Conte ha già chiarito ai vertici del Movimento che ogni passo verrà preso di comune accordo con gli alleati di Pd e Leu, nel frattempo però studia tutte le opzioni sul tavolo.

 

 E se Lega, Fdi e Fi, insisteranno su «una soluzione improponibile - dice ai suoi -, sicuramente noi troveremo una risposta che faccia comprendere in modo chiaro cosa intendiamo quando parliamo di una personalità di alto profilo che possa rappresentare tutti, nel segno della coesione e dell'etica pubblica».

 

La «risposta» possibile, di cui si è discusso anche nel corso dell'ultima cabina di regia pentastellata, è quella di una candidatura di bandiera. Si è tornato a fare il nome della senatrice a vita Liliana Segre e quello di Claudio Magris, ma c'è chi nel Movimento, così come all'interno del Pd, solleva delle perplessità per il rischio che si innescherebbe nel segreto dell'urna: «Se qualcuno dei nostri si sfilasse, perché ha abboccato alle sirene di Berlusconi, sarebbe un disastro».

GIUSEPPE CONTE MARIO DRAGHI

 

E non è un esercizio di fantasia. Anzi, la domanda fa venire la pelle d'oca ai parlamentari grillini, che alcune settimane fa scherzavano chiedendosi se il Cav li avesse chiamati, mentre ora la domanda viene riproposta con un misto di preoccupazione e sospetto. Allora, meglio lasciare l'Aula, suggeriscono dal Nazareno. Il possibile Aventino alla quarta chiamata (quando sarà sufficiente la maggioranza assoluta), con il centrodestra lasciato a contare solo sui propri voti, è una delle possibilità studiate da Conte, ma non è la sua preferita.

liliana segre 1

 

L'ex premier riconosce, parlando con i suoi vicepresidenti, che strategicamente sarebbe una scelta efficace, in grado di far venire alla luce i franchi tiratori annidati nel centrodestra e spaccare così il fronte avversario, ma deve anche combattere con le sue convinzioni e i suoi principi. «Non è nel suo stile- racconta chi ha partecipato alle ultime riunioni -. Vede come un brutto gesto l'uscita dall'Aula dei nostri parlamentari, ma ci porterebbe innegabilmente dei vantaggi».

 

liliana segre

 Insomma, si lavorerà per convincerlo. Ostacolare il Cav però è solo il primo passo. Dal campo progressista dovrà uscire anche una proposta vera, non solo di bandiera. Il Pd continua a spingere sul nome di Mario Draghi; Conte accoglie l'idea, ma non riesce a esserne entusiasta. Un po' per il rapporto mai sbocciato, un po' per i troppi rischi legati al nome dell'ex banchiere della Bce.

 

claudio magris

L'importante, per i Cinque stelle, è non arrivare a una crisi al buio, senza un accordo già blindato dall'attuale maggioranza sul successore di Draghi a palazzo Chigi. «Non possiamo permetterci di perdere nemmeno un giorno nell'azione del Governo - ha ribadito Conte ai suoi -. È fuori dalla realtà pensare a pause o stop nell'azione di Governo in ottica Quirinale». Per avviare e sostenere l'esecutivo, ricorda, «abbiamo messo da parte i nostri vantaggi e alcune convinzioni per il bene dell'Italia, tutti devono fare lo stesso, senza tenere l'Italia in ostaggio di ragionamenti di parte».

mario draghi giuseppe conteugiuseppe conte dopo l incontro con mario draghi 2GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...