roberto speranza alessandro di battista

“DIBBA” IS BACK: "L'ITALIA DEVE DIRE NO AL MES. SENZA DI NOI LA UE SI SCIOGLIE COME NEVE AL SOLE"L'EX DEPUTATO DEL M5S ALESSANDRO DI BATTISTA: "PROVERANNO A FARCI INDEBITARE E A METTERCI ALL'ANGOLO, MA ABBIAMO CARTE DA GIOCARE COME IL RAPPORTO CON LA CINA"NON CREDO CHE DRAGHI ABBIA INTENZIONE DI DIVENTARE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SEMMAI AMBISCE AL QUIRINALE, MA È INDUBBIO CHE…

Alessandro Di Battista per il Fatto Quotidiano

di battista

 

Caro direttore, l' emergenza Covid-19 ha trasformato in euroscettici anche i più fanatici dell' Ue. Tuttavia non vi è nulla di puro nelle loro conversioni. Oggi, per la stragrande maggioranza degli italiani, l' Unione europea è un' organizzazione inutile e dannosa.

 

"Che Europa è se non c' è solidarietà adesso?" si domanda Prodi. L' unica che conosciamo, quella che ha strangolato la Grecia per depredarla. Fino al 2057, infatti, 14 dei principali aeroporti greci (tra cui Corfù, Creta e Mykonos) saranno gestiti dalla Fraport, un colosso dei trasporti tedesco con sede a Francoforte i cui azionisti principali sono il Land dell' Assia, la holding della città di Francoforte, Lufthansa e la merchant bank americana Lazard.

chiara appendino alessandro di battista 2

 

Nel 1998, a un anno dalla sottoscrizione da parte dei Paesi europei di quel Patto di stabilità che l' Ue ha da poco sospeso e che ha dato inizio all' era dell' austerità, in Italia vi erano 1381 istituti di cura: 61,3% pubblici e 38,7% privati. Nel 2007, a 10 anni dal Patto, gli istituti sono scesi a 1197: 55% pubblici e 45% privati. Nel 2017 gli istituti di cura sono diventati 1000: 51,8% pubblici e 48,2% privati. Nel 1980 i posti letto per malati gravi erano 922 ogni 100.000 abitanti. Poi l' inesorabile declino fino ai 275 ogni 100.000 abitanti durante il governo Monti.

chiara appendino alessandro di battista 1

 

I tagli alla spesa pubblica, tuttavia, non hanno fermato la crescita esponenziale del nostro debito. Nel 1980 il rapporto debito/Pil era del 58%. Nel 1992 del 90%, nel 2011 del 116%. Nel 2018 il rapporto tra il debito pubblico italiano e il Prodotto interno lordo ha raggiunto il 134,8%. "Va aumentato il debito pubblico per proteggere economia e lavoro". Così ha tuonato Draghi dalle pagine del Financial Times. Quando erano i "populisti" a scagliarsi contro la logica del pareggio di bilancio in Costituzione l' establishment faceva muro. Ma ora parla l' apostolo Draghi e tutti i valletti del sistema si spellano le mani dagli applausi.

chiara appendino alessandro di battista

Non credo che Draghi abbia intenzione di diventare presidente del Consiglio, semmai ambisce al Quirinale, ma è indubbio che le sue parole abbiano risvegliato in molti quel desiderio mai sopito di lasciarsi governare dai tecnici, svilendo, ancora una volta, la Politica. Eppure fu Draghi, da direttore del Tesoro, ad adoperarsi affinché la famiglia Benetton acquisisse dall' Iri, a un costo ridicolo, la Società Autostrade. Lui, insieme a Prodi e D' Alema fu protagonista di quella stagione di privatizzazioni che ha indebolito lo Stato italiano. Ma veniamo alle proposte uscite dall' ultimo Eurogruppo. A oggi sul piatto ci sono il Sure (100 miliardi a sostegno dei disoccupati europei), poi un programma messo in campo dalla Banca europea per gli investimenti (Bei), la linea di credito del Mes da utilizzare per le spese sanitarie e il possibile Recovery Fund, ovvero un fondo per sostenere la ripresa economica europea e finanziato, a quando pare, con il bilancio Ue. A parte il Recovery Fund, misura ancora work in progress, sono tutte proposte che aumenteranno i debiti pubblici degli Stati.

ALESSANDRO DI BATTISTA IN IRAN

 

Oggi, con la sospensione del Patto di stabilità, l' Ue garantisce ai Paesi membri la possibilità di indebitarsi ma un domani, a crisi conclusa, quelle regole torneranno in vigore. E questo è l' obiettivo di Germania&C.: aumentare i debiti pubblici di tutti i Paesi europei costringendo presto al rientro i Paesi più esposti, a cominciare dall' Italia. L' austerity è come la guerra, c' è chi si arricchisce e chi vive tra le macerie, c' è chi fa business e chi conta i morti. L' Italia, contrariamente a quel che si racconta non è affatto un Paese inaffidabile.

L' Italia occupa il primo posto per avanzo primario del bilancio degli ultimi 30 anni: nell' ultimo quarto di secolo ha speso sempre meno di quello che ha incassato. Conte è un galantuomo, non ho dubbi che abbia a cuore il Paese e che consideri il Mes una trappola da evitare. Il punto è che la contrazione del Pil alla quale andremo incontro e l' aumento del debito pubblico che oggi l' Ue "generosamente" ci concede ci porterà verso una spirale dalla quale sarà possibile uscire solo attivando, in futuro, strumenti come il Mes con fortissime condizionalità. Proveranno a metterci all' angolo. Ci spingeranno a indebitarci per poi passare all' incasso, ma abbiamo delle carte da giocare. In primis il fatto che senza l' Italia la Ue si scioglierebbe come neve al sole. Poi un rapporto privilegiato con Pechino che, piaccia o non piaccia è anche merito del lavoro di Di Maio.

Paragone Di Battista

 

La Cina vincerà la terza guerra mondiale senza sparare un colpo e l' Italia può mettere sul piatto delle contrattazioni europeo tale relazione.

Mentre da noi si discute sull' orario delle conferenze stampa di Conte, la Federal Reserve, negli ultimi giorni, ha comprato titoli di Stato per 2.000 miliardi di dollari mentre il nuovo quantitative easing della Bce prevede l' acquisto di 750 miliardi di euro da qui a fine anno. Inoltre la Bank of England ha deciso di finanziare direttamente la spesa pubblica del Regno Unito. Ma la Banca d' Inghilterra e la Fed possono, se vogliono, comportarsi da Banche centrali, la Bce no.

 

L' altroieri è uscito un appello firmato da 101 economisti italiani nel quale si definisce l' accordo raggiunto nell' ultimo Eurogruppo insufficiente e si insiste sulla necessità di ridurre al minimo l' indebitamento degli Stati ricordando che l' unica opzione adeguata sarebbe il finanziamento monetario di una parte rilevante delle spese necessarie. I trattati europei, a oggi, lo proibiscono ma anche i trattati, in una situazione di necessità possono essere sospesi. L' Italia dica no quando è giusto, sebbene certi no saranno seguiti da pressioni inimmaginabili e dal puntuale ricatto dello spread. L' atteggiamento che dimostreremo, come Paese, nei prossimi giorni determinerà il futuro dei prossimi 10 anni. O si lotta per costruire davvero l' Europa o il Vecchio continente verrà schiacciato da Cina, India e Stati Uniti i quali, con tutte le pecche del mondo, si comportano da Stati.

GIANLUIGI PARAGONE E ALESSANDRO DI BATTISTANATALE MAGALLI DI BATTISTA

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…