antonio di pietro luca palamara

“I MAGISTRATI APRONO LE INCHIESTE PENSANDO ALLA PROPRIA REALIZZAZIONE PRIVATA” - LA REQUISITORIA DI ANTONIO DI PIETRO: “E SE POI L'INCHIESTA SI CHIUDE CON UN NULLA DI FATTO, NEL FRATTEMPO NE HANNO TRATTO BENEFICIO - IL CASO PALAMARA È LA TANGENTOPOLI DEI GIUDICI. E MI PREOCCUPANO COLORO CHE NON SONO STATI INTERCETTATI MA COMUNQUE HANNO TRASFORMATO LA MAGISTRATURA IN OCCASIONE DI POTERE PERSONALE - PERCHÉ COMANDANO LE MELE MARCE? PERCHÉ L'ITALIA È DIVISA DA SEMPRE IN CHI LO METTE E CHI LO PRENDE…”

Pietro Senaldi per “Libero quotidiano”

 

GHERARDO COLOMBO ANTONIO DI PIETRO PIERCAMILLO DAVIGO

«Benvenuti nell'Italia dei disvalori, un Paese in confusione totale, in guerra con i padri costituenti, dove ogni anno che passa aumentano le violazioni alla Carta e cala il tasso di democrazia». Requisitoria di Antonio Di Pietro, il pm più famoso della storia della Repubblica. Da magistrato, ha puntato il dito contro la politica; mollata da tempo la toga, allarga il j' accuse a molti suoi ex colleghi. «Ma non alla categoria», ci tiene a precisare, «perché sono gli individui che hanno umiliato la magistratura, come sono i singoli parlamentari che hanno fatto sì che ora tutto il Palazzo venga visto come il luogo del malaffare. La responsabilità, d'altronde, è sempre personale».

 

Questo però non impedisce all'eroe di Mani Pulite di processare come al solito, non l'individuo, ma il sistema.

antonio di pietro a non e' l'arena 2

«Non condivido l'idea per cui Palamara è il male assoluto. Non era da solo a manovrare. Più dell'ex presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, di cui ormai sappiamo anche troppo, mi preoccupano i tanti Palamara non emersi, tutti coloro che non sono stati intercettati ma comunque hanno trasformato la magistratura da servizio in occasione di potere personale, realizzando una mutazione genetica di un'istituzione nata per difendere lo Stato e i cittadini».

 

GHERARDO COLOMBO E ANTONIO DI PIETRO NEL 1992

Ma Di Pietro, è tutta colpa vostra se la giustizia è diventata strumento di potere politico, siete stati voi a iniziare

«Nella mia vita sono stato accusato di aver fatto un uso politico della giustizia, ma la verità è che altri hanno fatto un uso politico della mia attività giudiziaria, sia contestandomi, sia per sfruttare il vento e farsi portare al traguardo».

 

Berlusconi l'ha contestata e la sinistra l'ha sfruttata?

«Guardi, Mani Pulite era un'inchiesta che partiva dai reati e poi è arrivata alla politica, quando abbiamo trovato i soldi nascosti nei divani. Le inchieste politiche oggi partono dalla persona per vedere se si riesce ad arrivare a qualche reato. Mani Pulite era un'operazione chirurgica, noi eravamo dei medici; poi sono subentrati i paramedici, e i risultati si sono visti».

ANTONIO DI PIETRO E BETTINO CRAXI

 

I paramedici sono quelli che usano la giustizia a scopi politici?

«Sono i magistrati che aprono le inchieste pensando alla propria realizzazione privata anziché alla loro funzione istituzionale. E se poi l'inchiesta si chiude con un nulla di fatto, nel frattempo loro ne hanno tratto beneficio».

 

Può farmi degli esempi?

«Pensi al reato di abuso di ufficio, in cui il politico di turno deve dimostrare di non essere colpevole. È la resa del diritto: si anticipa la condanna non essendo in grado di provare il reato. Sono inchieste che garantiscono notorietà ma non giustizia».

 

Il caso Palamara è la Tangentopoli dei giudici?

luca palamara

«A volerla tirare molto sì, perché allora tutti i politici si mettevano d'accordo per spartirsi le mazzette mentre oggi le toghe si accordano per dividersi il potere. E in entrambi i casi c'è stata una degenerazione, un tempo dei partiti, adesso della magistratura. Però è anche vero che, ora come allora, anche nelle categorie screditate ci sono molte brave persone. Lei non deve guardare all'Anm, che per quel che mi riguarda neppure dovrebbe esistere, visto che i sindacati servono per difendere i lavoratori dal potere ma i magistrati, che hanno il potere più grande, da che cosa si dovrebbero mai difendere? Deve guardare i giudici della porta accanto, quelli che frequento tutti i giorni in tribunale da avvocato, gente preparatissima e laboriosa».

ANTONIO DI PIETRO ELIO LANNUTTI

 

E allora perché comandano le mele marce?

«Perché l'Italia è divisa da sempre in chi lo mette e chi lo prende. La scelta di accentrare i poteri della magistratura nella figura del capo e nelle super Procure inibisce molti giudici e li priva di libertà nel loro lavoro».

 

In magistratura c'è una dittatura dei peggiori?

«Diciamo che chi canta fuori dal coro poi ne paga le conseguenze. Io ero un cane sciolto, quando fui attaccato processualmente, nessun collega mi difese. E lo stesso capitò, più o meno negli stessi anni, a Falcone. Guardi, un magistrato può essere fermato solo facendolo saltare in aria, come capitò a Giovanni, o da un altro magistrato, come capitò a me».

luca palamara

 

Anche Palamara è stato fermato da altri magistrati: regolamento di conti?

«E qui torniamo al discorso dei magistrati non intercettati. Se Palamara oggi ha perso, significa che qualcun altro ha vinto. La storia d'Italia è dominata dall'invidia e dall'accidia».

 

Palamara si difende dicendo che così fan tutti «Come disse Craxi in Parlamento, un discorso di alta responsabilità, ma che di fatto era una confessione». Come se ne viene fuori?

«Il Csm ha creato il cancro che lo sta uccidendo, scegliendo il sistema elettivo e aprendo delle vere e proprie campagne elettorali, dove ciascun aspirante a posizioni di vertice ha i suoi sponsor, le sue promesse, i suoi debiti da onorare. Le nomine dei capi della magistratura non devono essere fatte dalle correnti ma dal presidente della Repubblica, dalla Corte Costituzionale e, per la restante parte, tirate a sorte».

 

FRANCESCO SAVERIO BORRELLI E ANTONIO DI PIETRO

Perché lei fu fermato?

«Perché stavo indagando sui collegamenti tra la mafia e l'imprenditoria del Nord; e questo dava fastidio a molti».

 

Cosa pensa dell'audio del magistrato che condannò Berlusconi e poi andò da lui per scusarsi?

«Berlusconi da sempre fa la vittima e gioca sugli attacchi alla propria persona. È un gioco che non mi piace. Ma se chiudo gli occhi, la cosa che mi fa più male è il magistrato che rinnega se stesso: una sentenza o non la firmi o, se la sottoscrivi, poi te ne assumi le responsabilità».

 

I magistrati non parlano un po' troppo?

«Si è diffusa la dipietrite».

 

antonio di pietro magistrato

Me la spieghi meglio

«Tutti vogliono diventare delle star, avere i loro cinque minuti di gloria, come me ai tempi di Mani Pulite, solo che io non me la sono cercata».

 

Però l'ha cavalcata bene

«Ho fatto tutte le parti in commedia del processo penale, compreso quella dell'imputato. E le garantisco che non mi sono divertito. Oggi sto bene nei panni dell'avvocato».

 

Avvocato, perché la giustizia non funziona se la maggior parte dei giudici è così brava?

«Per carenza di strutture e di personale».

ANTONIO DI PIETRO

 

Faccio appello: quando le cose non funzionano il difetto va cercato nel manico

«Allora le dico che non mi piace come si fanno le inchieste oggi: si procede per associazione a delinquere per poter fare intercettazioni a strascico alla ricerca del reato. Io ho fatto tutta Tangentopoli senza mai ricorrere a certi mezzucci».

 

Ultimi Dagoreport

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…