sbarco migranti lampedusa libia mediterraneo

“IL MODELLO TURCO È INAPPLICABILE IN LIBIA” - L’ALTO COMMISSARIO ONU PER I RIFUGIATI, FILIPPO GRANDI: “ AVERE UN ACCORDO CON TRIPOLI PER LIMITARE GLI ARRIVI RAFFORZANDO LA GUARDIA COSTIERA LIBICA NON È DI PER SÉ UNA CATTIVA SOLUZIONE, MA BISOGNA RINFORZARE TUTTE LE ISTITUZIONI: RECUPERARE LE PERSONE IN MARE PER SBATTERLE IN QUEI CENTRI DI DETENZIONE CON UN TRATTAMENTO DISUMANO NON È ACCETTABILE” – SI TRATTA CON PUTIN E ERDOGAN PER IL RITIRO DELLE TRUPPE DAL PAESE, MA…

1 - GRANDI: "MODELLO TURCO INAPPLICABILE IN LIBIA MANCANO TUTELE E DIRITTI"

Francesca Paci per “La Stampa”

 

FILIPPO GRANDI

L' Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi segue il vertice di Bruxelles viaggiando da una crisi migratoria all' altra, sguardo attento ma disincantato.

 

Finirà come da manuale, soldi per blindare le frontiere e nulla di fatto sui ricollocamenti?

«È quello che temo anche se spero che i leader europei accendano una luce in fondo al tunnel. L' accordo al ribasso con cui si negozia barcone per barcone è una tattica a brevissimo termine, drammatica tanto per chi aspetta l' esito del negoziato in mezzo al mare quanto sul piano politico, dove ogni volta si ripropone lo scontro tra il fronte dell' accoglienza e quello dei respingimenti.

 

Migranti Libia 5

Certo, è meglio che non redistribuire affatto. Mi chiedo però perché non si riesca a concordare un sistema di ricollocamenti, la Commissione ne ha proposto uno, so che i paesi non sono d' accordo ma possono discuterne le opportune modifiche. L' Unhcr ha offerto all' Ue l' assistenza tecnica per superare le differenze, per esempio con procedure più rapide d' identificazione. Il punto è se i paesi Ue lo vogliono.

 

Il premier Draghi chiede collegialità ma la politica resta quella degli accordi bilaterali tanto con i partner europei quanto con gli altri, Tunisia, Egitto, Libia, Turchia. Appaltare le frontiere esterne dell' Ue a paesi discutibili in materia di diritti umani è l' unica strada per gestire i flussi migratori?

«Bisogna essere chiari, ci sono persone che arrivano in Europa e non possono essere considerate rifugiati perché non sono minacciate in patria e dunque non hanno bisogno di protezione: queste persone, in assenza di ostacoli, devono tornare nei loro paesi.

FILIPPO GRANDI

 

Sarebbe meglio che ad occuparsene fosse l' Europa, ma, giacché così non è, vanno bene anche gli accordi bilaterali di riammissione come quello tra Italia e Tunisia. Stesso dicasi per la Turchia, con cui c' è un' intesa dal 2016: dal momento che Ankara offre protezione ai rifugiati è legittimo che la Grecia li rimandi in Turchia, dove non subiscono violazioni. L' Unhcr non è parte di quell' intesa ma ha dato dei consigli. La Libia è un' altra storia».

 

Siamo sempre fermi ai "dittatori necessari"?

«Tra Turchia e Libia ci sono molte differenze. La gente viene rimpatriata in Turchia con dei rischi, ma lì, in generale, c' è un buon sistema di accoglienza e protezione. In Libia non c' è nulla di tutto ciò, e noi ne siamo fuori.

 

MARIO DRAGHI Abdulhamid Al Dabaiba

Avere un accordo con Tripoli per limitare gli arrivi rafforzando la guardia costiera libica non è di per sé una cattiva soluzione, ma bisogna rinforzare tutte le istituzioni, soprattutto quelle che si occupano dei migranti: recuperare le persone in mare per sbatterle in quei centri di detenzione con un trattamento disumano non è accettabile. Se ci fosse un accordo che garantisce il rispetto dei diritti sarebbe un' altra cosa».

 

Secondo l' ultimo rapporto Global Trends dell' Unhcr, nonostante la pandemia, i profughi sono aumentati del 4% nel 2020. L' Unhcr ha fatto appello ai leader mondiali: cosa possono fare?

«Non sono molto fiducioso. Per invertire la tendenza decennale che ogni anno vede aumentare il numero di quelli costretti a fuggire, bisognerebbe risolvere i vecchi conflitti, dall' Afghanistan alla Somalia, e fermare per tempo i nuovi, dal Sahel al Mozambico. Ma non vedo molta buona volontà in questo senso».

PUTIN ERDOGAN

 

Nel 2020 avete censito 20,7 milioni di rifugiati sotto mandato Unchr. Poi ci sono tutti gli altri, quelli senza catastrofi alle spalle che nessun paese vuole. Che si fa con loro?

«È una questione complessa, dobbiamo mantenere la differenza, i rifugiati sono protetti da un edificio giuridico per loro situazione, se rinegoziamo questo non guadagneremo di più ma perderemo terreno.

 

traffico migranti libia 5

La migrazione economica va regolamentata perché è necessaria nei paesi più industrializzati tanto per compensare la bassa natalità quanto per evitare l' immigrazione irregolare che, alla fine, rischia di essere dannosa per l' asilo, spesso l' unico canale d' ingresso e dunque sovraccarico. Non di rado poi le cause che spingono a partire sono diverse ma le rotte si sovrappongono: in Libia ci sono migranti economici e rifugiati ma in quella situazione sono entrambi vulnerabili».

 

2 - LIBIA, SI TRATTA SUL RITIRO DELLE TRUPPE DI TURCHIA E RUSSIA

Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”

 

mario draghi in libia 5

Dalla seconda conferenza sulla Libia, organizzata dal governo tedesco a Berlino, emergerebbe un principio d' intesa tra Russia e Turchia, in base al quale un eventuale ritiro di forze militari dal Paese nordafricano dovrà avvenire gradualmente e mantenendo un equilibro tra le parti, in modo che nessuna possa avvantaggiarsi sul terreno.

 

Lo dice, sottolineando il condizionale, il padrone di casa, il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas. Mentre la capa della diplomazia del governo libico, Najla Mangoush, spera addirittura che un ritiro delle truppe straniere abbia inizio «già nei prossimi giorni». Basterebbe questo «primo passo incoraggiante» a fare dell' appuntamento berlinese un successo.

Migranti Libia

 

Ma la cautela è d' obbligo. Anche perché la stessa dichiarazione conclusiva parla, senza specificare meglio, di una riserva di Ankara, proprio in merito al ritiro «senza indugio» di forze stranieri e mercenari e al passaggio della sicurezza sotto «un' autorità e un controllo civili e unificati».

 

La Turchia difende infatti il principio di essere presente in Libia su richiesta del governo internazionalmente riconosciuto guidato da Abd Alhamid Dabaiba, mentre Mosca sostiene il ribelle generale Haftar con soldati prezzolati. In tutto, secondo le Nazioni Unite, sarebbero oltre 20 mila i combattenti stranieri impegnati sul territorio libico.

 

traffico migranti libia 2

Anche Mario Draghi è intervenuto indirettamente nel dibattito della Conferenza berlinese, ribadendo il concetto che uno sforzo comune dell' Ue è necessario per contenere l' immigrazione illegale e stabilizzare la Libia.

 

Nella sua replica in Senato il premier ha poi affrontato il tema dei migranti, sottolineando di avere chiesto e ottenuto che fosse nell' agenda del Consiglio europeo di oggi: «Questo non accadeva dal giugno 2018». D' altro canto, «una sfida di queste dimensioni non si può affrontare da soli, ma insieme» nella «consapevolezza» che si tratta di una «sfida sovranazionale».

 

erdogan putin

D' altro canto, «tra i Paesi dell' Unione, esiste un' ampia convergenza sull' esigenza di superare il regolamento di Dublino» e, in ogni caso, conclude Draghi «sulla gestione dell' immigrazione... dobbiamo affrontare l' aspetto che probabilmente non è stato affrontato con sufficiente determinazione, che è quello dell' integrazione. Una volta entrati con flussi legali», i migranti «devono essere integrati o facciamo un danno a noi stessi, perché creiamo dei nemici della nazione».

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - OGGI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE…

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?