andrea delmastro

“NON MI DIMETTO E I DOCUMENTI CONDIVISI CON DONZELLI NON SONO CLASSIFICATI, NÉ SECRETATI E NEMMENO RISERVATI” - IL SOTTOSEGRETARIO ALLA GIUSTIZIA ANDREA DELMASTRO VA CONTRO NORDIO CHE HA SOSTENUTO CHE “GLI ATTI RIFERITI AL 41 BIS SONO SEMPRE SENSIBILI”: “GIORGIA MELONI MI HA CHIESTO SE ERANO INFORMAZIONI SEGRETE. LE HO RISPOSTO DI NO. IO E DONZELLI CI CONOSCIAMO DA ALMENO 25 ANNI. NEL MOVIMENTO GIOVANILE CI “BECCHETTAVAMO” SPESSO. IO SONO DI BIELLA, LUI TOSCANO. POI TUTTO È CAMBIATO QUANDO È NATO FRATELLI D’ITALIA. SI SONO RIMESCOLATE TUTTE LE CARTE. POLITICHE E UMANE…”

Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”

 

andrea delmastro delle vedove a tagada 8

Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, lei e il suo collega e amico Giovanni Donzelli pensate di dimettervi come chiede l’opposizione?

«No. Perché?».

 

Per quei colloqui che lei ha rivelato e lui ha reso pubblici tra Alfredo Cospito e un camorrista e un killer della ‘ndrangheta, nei quali i criminali incoraggiavano l’anarchico ad andare avanti nel digiuno contro il 41 bis, auspicando un intervento dell’Europa «che magari ci toglie anche l’ergastolo ostativo». Non dovevano restare segreti?

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE

«No. Erano in una relazione basata sull’osservazione degli agenti penitenziari che fanno bene il loro lavoro, ponendo attenzione ai detenuti in 41 bis».

 

Il ministro Nordio ha parlato di informazioni «sensibili» delle quali occorre sapere il livello di segretezza. Qual è?

«Nessuno. Non sono classificati, né secretati e nemmeno riservati».

 

Perché lui non l’ha detto?

«Credo verificherà lo stenografico. Gli si chiede una valutazione non un atto di fede».

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE

 

Bonelli dei Verdi ha denunciato Donzelli per rivelazione di notizie riservate. Dice il falso?

«Credo sia in buona fede: parla di intercettazioni. Ma non lo sono. E nemmeno captazioni ambientali».

 

Giorgia Meloni sapeva di ciò che sarebbe accaduto?

«No, nemmeno io. Donzelli mi ha chiesto. Io ho risposto, e poi è intervenuto».

 

E non ha sentito la premier dopo questa bagarre?

GIORGIA MELONI ANDREA DELMASTRO

«Oggi (ieri, ndr ). Mi ha chiesto se erano informazioni segrete. Le ho risposto di no. Aggiungo: in un Paese in cui si denuncia che vengono apposti troppi segreti di Stato perché, in un caso in cui i cittadini possono sapere, avrei dovuto comportarmi come chi li vuole tenere all’oscuro?».

 

Il sottosegretario Mantovano si è irritato?

«Assolutamente no. Ci siamo sentiti e gli ho confermato che non sono documenti classificati».

 

È normale che atti interni siano usati per sollevare dubbi sulla linea anti-mafia del Pd?

GIOVANNI DONZELLI E ANDREA DELMASTRO

«Io ho solo risposto a una domanda».

 

Che domanda era?

«Quella se ci fossero saldature tra anarchici e mafiosi. E ho risposto che abbiamo solo elementi che fanno desumere una battaglia comune contro il 41 bis. Oltre al digiuno di Cospito, che vuole far revocare la misura a tutti i detenuti, ho citato quei colloqui. Lo avrei fatto in un’interrogazione parlamentare con più precisione. Ne ho il dovere».

 

C’è chi vi accusa di aver fatto sapere ai mafiosi, rivelando quei colloqui, che sono ascoltati in carcere.

«Perché, i detenuti al 41 bis non sanno che c’è la polizia penitenziaria?».

 

andrea delmastro

Ha rivelato lei a Donzelli che i deputati pd avevano visto Cospito in carcere lo stesso giorno in cui parlava con camorra e ‘ndrangheta di come eliminare il 41 bis?

«Gli ho detto quando è avvenuto il colloquio. Loro avevano fatto una conferenza stampa. Lo avrà capito così».

 

Secondo lei ha sbagliato?

«No. Perché ha usato un’informazione corretta per fare una valutazione politica che si può condividere o meno».

 

giovanni donzelli mima gardini 4

Lei la condivide? Pensa che il Pd o altre forze politiche vogliano eliminare il 41 bis?

«Non mi pongo questa domanda. Penso che fin quando al governo ci siamo noi, 41 bis ed ergastolo ostativo sono inattaccabili».

 

L’uno tiene l’altro?

«Politicamente si tengono per mano. Sono strumenti della normativa speciale antimafia: insieme staranno o insieme cadranno».

 

Renzi ironizza su chi «confonde la Camera con la cameretta», perché lei e Donzelli condividete un appartamento a Roma. È andata così?

«No. Ne abbiamo parlato a Montecitorio».

delmastro de carlo donzelli

 

Da quanto vi conoscete?

«Da almeno 25 anni».

 

Sempre andati d’accordo?

«Al contrario. Nel movimento giovanile ci “becchettavamo” spesso. Io sono di Biella, lui toscano. Lui era della destra protagonista, io della destra sociale».

 

Poi?

«Poi tutto è cambiato quando è nato FdI. Si sono rimescolate tutte le carte. Politiche e umane. Noi ci siamo trovati in sintonia e dalla scorsa legislatura condividiamo l’appartamento».

INFORMATIVA DI CARLO NORDIO ALLA CAMERA SUL CASO COSPITO

 

Dica la verità: la relazione l’aveva portata a casa e Donzelli l’ha letta?

«Assolutamente no».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”