franco marini luisa d'orazi

“IL NOSTRO MATRIMONIO? UN CENTROSINISTRA ANTICIPATO” - LA STORIA D’AMORE LUNGA 52 ANNI TRA FRANCO MARINI DEMOCRISTIANO DOC E LUISA D’ORAZI FIGLIA DI COMUNISTI - NEL LIBRO DI BRUNO VESPA “L’AMORE E IL POTERE” L’EX PRESIDENTE DEL SENATO E LA MOGLIE MEDICO, SCOMPARSA NEL 2012, RACCONTARONO IN PRIMA PERSONA LA STORIA DELLA LORO UNIONE. IL PRIMO APPUNTAMENTO CON LUI CHE INDOSSAVA LA DIVISA DEGLI ALPINI E IL MODO IN CUI SUPERARONO LE LORO DIVERSE VISIONI POLITICHE – LA FRASE STRACULT - “FRANCO MARINI? UN GRAN CONQUISTATORE”; “FESSERIE, ERO SOLO SIMPATICO”

Elisa Messina per corriere.it

 

FRANCO MARINI LUISA D'ORAZI

Nel ricordare la vita, non solo politica, dell’ex presidente del Senato Franco Marini , scomparso a 87 anni, non possiamo non ricordare anche il lungo sodalizio con la moglie Luisa D’Orazi: un legame iniziato nel 1960, quando lui era già sindacalista alla Cisl, lei studiava medicina, e finito solo con la morte di lei nel 2o12.

 

Lo racconta bene, attraverso le testimonianze di entrambi, Bruno Vespa nel suo libro del 2007 «L’amore e il Potere. Da Rachele a Veronica, un secolo di storia italiana» a partire da una certa affinità tra i due che saltava agli occhi: Luisa

«Ha molte cose in comune con il marito: un carattere solido, idee chiarissime e poche parole per arrivare al punto».

Dalla loro unione è nato Davide, 40 anni, ingegnere delle telecomunicazioni.

 

FRANCO MARINI 3

«Ci vedemmo per la prima volta» ricorda Luisa D’Orazi a Vespa «quando eravamo molto giovani: io entravo al ginnasio, lui usciva dal liceo. Era un bel ragazzo, si dava da fare come tutti i suoi coetanei, aveva fama di gran conquistatore.» «Fesserie» la corregge lui. «Ero soltanto simpatico».

 

Durante la prima passeggiata insieme per le vie di Roma, lui indossava la divisa degli Alpini. Anche nel raccontare quel primo appuntamento a Vespa i due si punzecchiarono un po’: «“Un giorno andai a prenderlo alla stazione Termini” prosegue lei “e io avevo un po’ di disagio a girare con uno che aveva il cappello con la piuma in testa. Così gli chiesi di toglierselo e lo misi nella borsa”. Il marito rettifica: “Non fu Luisa a dirmi di togliermi il cappello. Capii dalla sua espressione che era imbarazzata, allora me lo tolsi e lo portai in mano, pronto a indossarlo di nuovo se avessi visto da lontano qualche ufficiale che avrebbe potuto punirmi”».

 

LUISA D'ORAZI

Franco Marini e Luisa D’Orazi si fidanzarono nel 1960. Ma nonostante la comune origine abruzzese i mondi politici di appartenenza erano molto distanti, soprattutto in quegli anni, come racconta Vespa: «Lui era democristiano fin nel midollo, lei figlia fieramente laica di genitori comunisti: due laureati in chimica diventati militanti del Pci durante la guerra, quando erano stati attratti dall’ideale partigiano. La partecipazione dei genitori di Luisa alla vita di partito era attiva. Il padre è stato vicesindaco di Rieti, e in casa loro capitavano Terracini, Napolitano e altri importanti dirigenti. Come fu accolto un fidanzato politicamente così lontano?».

 

Marini fu accolto bene perché, come raccontò Luisa a Vespa: «Loro guardavano alla moralità». Ma anche lei, prima di decidersi al gran passo, aveva posto le sue condizioni al fidanzato: «“Sì, d’accordo, tra noi c’era feeling. Ma allora si era convinti che il matrimonio dovesse durare tutta la vita, e non bastava che Franco fosse un bel ragazzetto. Poi vidi che aveva princìpi sani, si comportava molto seriamente con la sua famiglia, e mi convinsi”. Fu forse per rassicurare in qualche modo i genitori che, per sposarsi, Luisa impose a Franco di completare l’università. “Gli mancavano due esami per laurearsi in legge, lui protestava che doveva lavorare, e io gli rispondevo: vuoi sposarti? Allora laureati”».

FRANCO MARINI 1

 

Il primo incontro “formale” con la famiglia di Luisa era rimasto molto impresso a Marini e così lo raccontò a Vespa: «La prima volta che andai da loro fu al Terminillo, dove avevano una villetta. Era inverno, c’era un metro e mezzo di neve. Trovai mio suocero sull’uscio: mi lanciò una pala e mi chiese di aiutarlo a togliere la neve. Il mio imbarazzo sparì di colpo. Lui era professore, lei farmacista, Luisa studiava medicina. Nonostante fossero comunisti, forse qualche riserva sul mestiere di sindacalista l’avevano».

 

Si sposarono nel 1965. Luisa, specializzata in Igiene e Scienze dell’alimentazione, organizzò lavoro e carriera in modo che fossero compatibili con la vita matrimoniale: «Otto anni al San Filippo Neri, diciotto al San Giacomo. Poche urgenze, un ménage più ordinato e compatibile con la famiglia».

 

 

Luisa D’Orazi, moglie di Franco Marini, scomparsa nel 2012 a 72 anniLuisa D’Orazi, moglie di Franco Marini, scomparsa nel 2012 a 72 anni

FRANCO MARINI

 

Nonostante le differenze, i due non hanno mai litigato per la politica e Luisa raccontò a Vespa di aver appoggiato da subito il passaggio del marito dal sindacato alla politica: «A me la politica piace, ci sono vissuta in mezzo fin da bambina. Lui in casa ne parla poco, e io non ho mai interferito nelle sue decisioni». Il marito confermò: «Ne parliamo poco, e quando ne parliamo, Luisa mi dice quel che pensa, ma non interferisce certo nelle mie scelte».

 

Ma per chi votava Luisa D’Orazi, figlia di comunisti doc ma moglie di un democristiano doc come Marini? Lo racconta lui a Vespa: «Lei mi dice di aver votato sempre repubblicano, mai comunista, nonostante i genitori, perché si sapeva bene come si stava nel mondo sovietico. Non le ho mai chiesto per chi votasse prima di entrare nel seggio, ma glielo chiedevo all’uscita. Ha cominciato a votare Dc soltanto a partire dal 1992, quando io mi presentai alla Camera e presi più preferenze di Vittorio Sbardella».

 

sergio mattarella franco marini

In un’altra delle rarissime interviste (a Paola Severini, per il libro «Le Mogli della Repubblica») la signora D’Orazi dette una curiosa definizione politica del suo matrimonio con Marini: «Sa come è il mio matrimonio? Un centrosinistra anticipato. In politica non siamo mai andati molto d’accordo, io e Franco: lui faceva il sindacalista e io avevo idee un pochino di sinistra. Sul sociale invece la pensavamo allo stesso modo».

 

Il confronto politico dei coniugi Marini, comunque, è sempre rimasto tra le mura di casa. Racconta infatti Vespa: «Nonostante la dichiarata passione per la politica, Luisa Marini non ha mai seguito il marito in un comizio, un congresso, una manifestazione qualsiasi. Fece un’eccezione il giorno dell’apertura del Senato, dopo le elezioni del 2006».

franco marini 2franco marini 3franco marinifranco marini luigi zandafranco marini franco marinifranco marini 1prima chiama franco marinidario franceschini franco marini

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…