romano prodi

“ORA SERVONO GLI EUROBOND” - ROMANO PRODI: “SONO NECESSARIE RISORSE FINANZIARIE ECCEZIONALI: UN PIANO NELL'ORDINE DELLE CENTINAIA DI MILIARDI. LE RISORSE MESSE A DISPOSIZIONE DAL GOVERNO MI AUGURO CHE SIANO SPESE SUBITO, PERCHÉ L'ECONOMIA RISCHIA DI CROLLARE A "VITE". I TEDESCHI NON POSSONO OPPORSI PERCHÉ QUESTA CRISI TOCCA TUTTI. ANCHE I TEDESCHI DIFRONTE AI FATTI NUOVI CAMBIANO IDEA: CHI DUE GIORNI FA AVREBBE IMMAGINATO CHE LA GERMANIA CHIUDESSE LE FRONTIERE CON L'AUSTRIA E LA FRANCIA?”

Fabio Martini per “la Stampa”

 

romano prodi

È mezzogiorno, è domenica e a quest' ora, puntualmente ogni settimana, Romano Prodi esce dalla parrocchia di San Giovanni a Bologna al termine della messa. Stavolta no, stavolta risponde dal suo telefono di casa in via Gerusalemme: «Siamo dentro una emergenza che ti priva delle cose che ti sono più care».

 

Ma oltre ad essere un cattolico osservante, Prodi è anche un padano che non si stanca di studiare e di pensare al futuro e in queste ore, racconta, «penso e ripenso a come potere uscire da questa grave emergenza. E credo che l' Europa e l' Italia siano chiamate a decisioni all' altezza di una crisi senza precedenti. Alla tragedia delle vite umane si unisce il dramma economico».

romano prodi

 

L'Unione europea in questi giorni si è manifestata con le parole delle due donne più influenti, parole assai diverse tra loro, ma in fin dei conti un'Europa che conferma di essere pensata soltanto per «quando c'è il bel tempo», come ha detto Lucrezia Reichlin?

«Il bel tempo mi sembra piuttosto lontano. Venendo all' oggi: della Lagarde, presidente della Bce, si era detto che non ha esperienza tecnica, ma che è una raffinata politica. Speriamo che abbia imparato un po' di tecnica! Quanto alla Commissione europea, prima di pronunciarsi, ha aspettato che l'emergenza coronavirus diventasse tragica. Certamente la presidente Von der Leyen ha fatto dichiarazioni positive, ma lo erano pure quelle sul Piano verde. Poi, per la verità, non ha potuto mettere le necessarie risorse nel Bilancio.

Tutto è sempre nelle mani del Consiglio. Decidono gli Stati, ma ora la gravità della situazione impone di cambiare».

 

Christine Lagarde

E quale potrebbe essere il segnale di una svolta vera, percepibile, epocale?

«È arrivato il momento di mettere in atto un salto di solidarietà, di lanciare una strategia europea per impedire una crisi irreversibile che toccherà anche gli altri Paesi europei. La misura da prendere è l' emissione di Eurobonds, come strumento per raggiungere obiettivi comuni. Gli Eurobonds, da una parte sarebbero il segno della solidarietà, ma consentirebbero anche l' avvio della politica economica e della fiscalità a livello europeo che ancora non esistono».

 

CONTE MERKEL

Lei pensa ad una cura d'urto, incomparabile con quelle sinora immaginate?

«Per un momento eccezionale servono risorse finanziarie eccezionali: un piano nell' ordine delle centinaia di miliardi, anche se non possiamo quantificarlo ora perché non sappiamo quanto precisamente durerà questa crisi e quale profondità avrà».

 

Come lei ben sa i tedeschi si sono sempre opposti: perché stavolta dovrebbero cambiare idea?

«Perché stavolta nessuno potrà dare colpe all'Italia o ad un singolo Paese. Temo che tra qualche giorno comprenderemo che la crisi determinata dal virus non è soltanto un problema italiano. Noi abbiamo più debito di altri, ma questa crisi tocca tutti. Anche i tedeschi difronte ai fatti nuovi cambiano idea: chi due giorni fa avrebbe immaginato che la Germania chiudesse le frontiere con l'Austria e la Francia?».

 

EUROBOND

In questi giorni ogni Paese europeo ha pensato a se stesso mentre a Bruxelles chi doveva pensare a tutti, ha finito per balbettare: sarà il coronavirus ad accelerare la nascita di una Europa politica?

«Se non ora, quando? L'Europa politica non potrà mai decollare da una teoria, ma dai fatti! Se non capiamo che oggi l'Eurobond è legittimato politicamente, oltreché tecnicamente, quando lo capiremo? È arrivato finalmente il momento di dotarsi di uno strumento di intervento straordinario che vale per tutti: il titolo pubblico del debito pubblico europeo».

 

Possibile che davanti ad emergenze epocali non si riesca a prendere atto che eccezionalmente si devono assumere decisioni comuni?

«Certo, è bene che in tempi ordinari la politica sanitaria resti una competenza nazionale, ma è evidente che davanti ad un' emergenza, se tu produci mascherine e io respiratori, la cosa più logica è scambiarseli. Agire in comune è infinitamente più efficace che agire separatamente».

giuseppe conte roberto gualtieri

 

Il governo ha tamponato l' emergenza con misure attese e condivise dalle parti sociali, ma le prime stime su quello che ci attende, sia a livello di debito-deficit che di ricadute sociali, fanno paura: come se ne esce?

«Le risorse messe a disposizione dal governo mi auguro che siano spese subito, perché l'economia purtroppo rischia di crollare a "vite", si rischiano fallimenti per le imprese e tragedie per le famiglie. E in ogni caso non sapendo che durata avrà la crisi, non mi sento di quantificare la caduta del Pil né la misura del deficit pubblico. Ma ho un chiodo fisso: l' Italia appronti, da subito un piano per il rilancio del Paese in modo da tornare a renderci competitivi quando l' emergenza sarà finita».

 

Facile a dirsi. La storia nazionale è piena di libri dei sogni, di progetti faraonici

xi jinping a wuhan 4

«Ci sono alcuni grandi eventi che impongono cambiamenti ma offrono anche opportunità. La globalizzazione non è finita ma si sta manifestando in forme diverse dalle previsioni.

Molte nostre imprese che nel passato sono emigrate, in parte si preparano a rientrare. In Cina, ad esempio, resteranno soprattutto le imprese interessate al mercato interno, ma altre si allontaneranno, perché i costi stanno crescendo anche lì. Nel 1982 scrissi un articolo che era titolato: "Italia-Cina 1 a 40", perché da noi il costo per ora lavorata aveva quel rapporto lì. Oggi siamo scesi a 1-2,5 e tra non molto si andrà verso il rapporto di 1 a 1".

xi jinping a wuhan 6

 

Non resta che attendere quelle imprese?

«Noi abbiamo, purtroppo, un costo del lavoro drammaticamente inferiore a quello di Francia e Germania. Tuttavia le imprese straniere, pur avendo convenienza a venire da noi, preferiscono andare altrove a causa dei nostri difetti politici e burocratici. Si deve riorganizzare il sistema-Paese. Il governo riunisca subito un ristretto gruppo di specialisti che prepari un pacchetto di regole e di incentivi per i nostri imprenditori e per quelli stranieri».

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?