vannacci marine le pen bardella

“LA POSIZIONE DI VANNACCI VA DISCUSSA” – IL PARTITO DI LE PEN, CHE STA CERCANDO DI RIPULIRE LA PROPRIA IMMAGINE IN VISTA DELLE PRESIDENZIALI DEL 2027, FA SCOPPIARE IL CASO DEL GENERALE INCOMPATIBILE SECONDO I FRANCESI PER L’INCARICO DI VICEPRESIDENTE DEL GRUPPO AL PARLAMENTO EUROPEO, BENCHÉ SIA STATO INDICATO DALLA LEGA (NEL MIRINO DEL "RASSEMBLEMENT NATIONAL" LE DICHIARAZIONI “OMOFOBE” DELL’UFFICIALE) – VANNACCI INSORGE: “NON POSSONO PORRE VETI. ORBAN? LO VEDRO’. LA NATO? MOLTI GIORNALISTI NON CI CAPISCONO UNA CIPPA - SALVINI RIBADISCE LA STIMA PER IL GENERALE...

1 - PATRIOTI, UN CASO IL RUOLO DI VANNACCI IL FASTIDIO DELLA LEGA PER L’ALT LEPENISTA

Cesare Zapperi,Francesca Basso per il “Corriere della Sera” - Estratti

ROBERTO VANNACCI

 

Il Rassemblement national di Jordan Bardella, neopresidente dei Patrioti per l’Europa, fa scoppiare il caso Vannacci, incompatibile secondo i francesi per l’incarico di vicepresidente del gruppo al Parlamento europeo, benché sia stato indicato dalla Lega. Il Rn con i suoi 30 deputati è l’azionista di maggioranza del gruppo lanciato dal premier ungherese Orbán.

 

«Ci riuniremo al più presto per discuterne», ha detto al Corriere una fonte di alto livello del Rn, aggiungendo che «il gruppo dovrà decidere la condotta da tenere in questa situazione difficile: le dichiarazioni di Roberto Vannacci sono problematiche».

 

Alla domanda se sarà chiesto alla Lega di sostituire l’eurodeputato, è stato risposto che «tutto è possibile».

 

Il primo a sollevare critiche era stato il deputato francese del Rassemblement national Jean-Philippe Tanguy, rieletto all’Assemblea nazionale nelle ultime elezioni anticipate: ha detto all’agenzia di stampa francese Afp che i lepenisti sono «contrari» alla nomina di Vannacci, risultato di un annuncio «unilaterale» della Lega, spiegando che dovrebbero chiedere al partito di Salvini di nominare un altro vicepresidente. 

marine le pen jordan bardella

 

(...)

Rn sta cercando di ripulire la propria immagine in vista della corsa per le presidenziali francesi del 2027.

Aveva già iniziato nei mesi scorsi per aumentare la propria credibilità alle elezioni europee di giugno. A gennaio il partito di Marine Le Pen aveva preso le distanze da Alternativa per la Germania, facendo capire che aveva posizioni incompatibili e che la collaborazione futura sarebbe stata difficile. Alla fine AfD è stato espulso dal gruppo Identità e democrazia, di cui Rn e Lega facevano parte.

 

In casa leghista le uscite dei due esponenti di Rn sono state accolte con sorpresa, ma anche malcelata irritazione.

 

roberto vannacci al seggio per le elezioni europee

(...) Alla Lega spettava un posto da vicepresidente e ha scelto di affidarlo al generale Vannacci, a cui rinnova «la massima stima». Una precisa scelta politica, sorprendente anche per qualche leghista di primo piano, ma fatta dal leader Salvini per richiamare ancor di più l’attenzione sul nuovo gruppo (peccato che poi nel giorno della presentazione non ci fosse nessuno della Lega sul «palco»).

 

L’altra ragione di sorpresa è data dal fatto che lunedì scorso il neopresidente del gruppo Bardella e i sette vicepresidenti indicati dai partiti sono stati votati per acclamazione.

Tra i nomi c’era quello di Vannacci, tra i votanti alcuni rappresentanti del partito lepenista che non hanno ritenuto di muovere alcuna obiezione.

 

Quanto alla scelta del generale, a cui c’è chi avrebbe preferito una indicazione più «politica» (come Isabella Tovaglieri o Silvia Sardone), la risposta è che Vannacci è il deputato europeo eletto nelle liste della Lega con il maggior numero di preferenze (oltre mezzo milione), secondo solo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

 

2 - VANNACCI “I PATRIOTI MI HANNO VOTATO RN NON PUÒ PORRE VETI ORBÁN? LO VEDRÒ”

vannacci

Lorenzo De Cicco per “la Repubblica” - Estratti

 

«Non mi risulta che il Rassemblement national possa esprimere veti, soprattutto a valle di una votazione già condotta».

 

Roberto Vannacci replica così al “fuoco amico” aperto da diversi esponenti lepenisti sulla sua nomina a vice-presidente dei Patrioti, il gruppo sovranista appena battezzato all’Eurocamera.

 

Generale, dopo le proteste di Rn, che succede adesso ai vertici dei Patrioti?

«L’elezione dei vicepresidenti è avvenuta all’unanimità, quindi mi sembrano posizioni sicuramente contrastanti con quanto deciso durante il suffragio. Non vorrei che, come al solito, fosse un’amplificazione di una stampa faziosa e di sinistra.

 

marine le pen jordan bardella

D’altra parte anche in Italia ed anche per Repubblica, nonostante le plurime archiviazioni della giustizia italiana, vengo descritto come un razzista misogino e chi più ne ha più ne metta. Tutte accuse infondate, hanno stabilito i giudici, ma fosse per Repubblica dovrei essere in galera. Liberation è l’equivalente del Fatto quotidiano in Francia...non le fa venire in mente niente?».

 

 

La notizia era di France Press. Ma torniamo a Rn, può mettere veti?

«Non mi risulta che Rn possa esprimere veti, soprattutto a valle di una votazione già condotta. Peraltro sono convinto che non appena avrò modo di incontrare gli europarlamentari del Rn avremo modo di comprenderci benissimo, anche parlando in francese. E potrò evidenziare la realtà delle cose, che esula da quanto rappresentato da giornali faziosi di sinistra».

 

GENERALE ROBERTO VANNACCI - L ARIA CHE TIRA

Perché non voterete von der Leyen?

«L’Europa di von der Leyen ci ha ridotti nella situazione in cui siamo: meno sicurezza, più immigrazione incontrollata, due guerre alle porte dell’Europa, più criminalità, meno sviluppo, direttive liberticide in nome del Green deal che significa solo tasse per i cittadini. E guai a dire Buon Natale. Perché dovremmo votarla? Noi vogliamo una Europa dei popoli e delle nazioni sovrane, non l’Europa della von der Leyen che è delle banche».

 

Sarebbe un errore se Meloni alla fine la sostenesse?

«Se Meloni voterà Von der Leyen prenderemo atto della sua volontà di schierarsi con chi ci ha ridotto in questa situazione insostenibile. Sarà una sua scelta».

 

Si iscriverà alla Lega?

marine le pen jordan bardella - financial times

«La mia iscrizione alla Lega è possibile, anche in base al futuro che la Lega vorrà costruirsi. Io sono un combattente e se si tratta di pugnare per un futuro migliore basato su più sicurezza, più tradizioni, più identità, più ricchezza e più sovranità ci sono.

Sono pronto a trasformare quest’onda di 560mila voti delle Europee in uno tsunami».

 

A destra dei Patrioti, a Bruxelles è nato un gruppo capeggiato da Afd. Ci dialogherete?

«Saranno decisioni da prendere insieme. In linea di principio io sono sempre stato per il dialogo aperto a tutti. Una vecchia regola da campo di battaglia dice che il nemico del mio nemico è mio amico».

 

GENERALE ROBERTO VANNACCI - L ARIA CHE TIRA

Vedrà Orbàn?

«Un incontro con Orbàn lo considero possibile in futuro. Purtroppo non parlo l’ungherese: le lingue finniche mi mancano».

 

Tante forze politiche e capi di governo si sono dissociati dalla sua visita a Mosca.

«Ritengo invece che le visite di Orbàn a Kiev, Mosca e Pechino abbiano dimostrato che l’Europa possa avere ancora un ruolo nella ricerca di un negoziato di pace tra Russia e Ucraina. Siamo scesi a patti con Stalin, perché non potremmo farlo con Putin? Anche perché le conseguenze negative di questo conflitto le paga soprattutto l’Europa. Una nuova Yalta potrebbe concederci altri 50 anni di pace».

 

Come voterà all’Europarlamento sul sostegno militare a Kiev?

ROBERTO VANNACCI MATTEO SALVINI

«L’Europarlamento vota solo risoluzioni non vincolanti, sono i singoli Stati a votare sulle armi a Kiev. Neanche la Nato lo fa. L’Austria, che fa parte dell’Ue, non ha mai inviato niente. L’Ungheria, paese Nato, non ha mai inviato armi all’Ucraina. Un certo giornalismo strampalato semplifica e spesso ignora. Ma forse lo scopo non è informare ma influenzare.

 

La Nato non ha un reale ruolo nel conflitto russo-ucraino al di là dell’ abbaiare di Stoltenberg. L’unica attività Nato è stato il rinforzo della frontiera orientale, all’interno dei confini dei paesi membri. Ogni volta che si parla della Nato ci si dimentica che il gruppo di contatto per l’invio di armi all’Ucraina è costituito da circa 50 paesi, di cui molti non Nato, e si riunisce a Ramstein sotto guida Usa. E non Nato. Ma molti giornalisti non ci capiscono una cippa».

 

(...)

marine le pen jordan bardella - elezioni in francia

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)