massimo cacciari giorgia meloni matteo salvini

“PREMIERATO E AUTONOMIA INSIEME PRODURRANNO UN MOSTRO BICEFALO” – MASSIMO CACCIARI SOTTOLINEA LE CONTRADDIZIONI NELLE DUE RIFORME PORTATE AVANTI CONTEMPORANEAMENTE DAL GOVERNO: “IL FUTURO PREMIER RIMANE DESTINATO A CONVIVERE COL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, E LA REGIONE ‘LIBERA E SOVRANA’ AVRA’ A CHE FARE CON OGNI SORTA DI APPARATO CENTRALISTICO, RAFFORZATO DALLA FIGURA DEL NUOVO CAPO DI GOVERNO” – “SI RECITA L'ENNESIMA VERSIONE DELLA COMMEDIA SULLE ‘GRANDI RIFORME’, CHE SI SPERAVA CONCLUSA CON IL NAUFRAGIO DI RENZI…”

Estratto dell’articolo di Massimo Cacciari per “la Stampa”

 

MASSIMO CACCIARI

[…] Qui si recita l'ennesima versione della commedia sulle "grandi riforme", iniziata con la famosa Bicamerale degli anni '90 e che si sperava conclusa con il naufragio di Renzi. E invece eccola risorgere con "premierato", da una parte, e "autonomia differenziata" (per cui si osa spendere il nome di "federalismo"), dall'altra.

 

Sui motivi anche tecnici che rendono entrambe le riforme pericolose assurdità istituzionali, foriere di disastri anche socio-economici sono intervenuti in molti, tra cui, con un bel libro recentissimo, Stefano Fassina (Perché l'autonomia differenziata fa male anche al Nord, Castelvecchi editore). Vorrei qui limitarmi a alcune considerazioni di ordine, detto con ironia, logico-filosofico.

 

Il primo vizio è quello intrinseco a ogni idea di "grande riforma". Si crede nell'assoluto primato del "cervello". Risanato questo si finge che tutto debba procedere al meglio. Ma se il sistema nervoso manca, o se il nesso tra mente e corpo è saltato, il cervello più intelligente non farà muovere un solo dito.

 

giorgia meloni al convegno sul premierato 6

Non esiste Esecutivo, non esiste riforma di organismi politici che possano funzionare senza contestuale riassetto degli apparati amministrativi e delle norme che li regolano. I tentativi di operare in questo senso sono stati negli ultimi decenni occasionali e parziali. E se ne comprende bene il motivo: qui ti scontri con ogni sorta di ostacoli burocratici, blocchi corporativi, interessi consolidati di casta, centralismi di ogni sorta, tra cui, i peggiori, proprio quelli insiti nell'assetto attuale delle Regioni.

 

ROBERTO CALDEROLI MATTEO SALVINI

Riforma dell'Amministrazione significa riforma di giustizia (altro che separazione delle carriere!), della scuola, della sanità pubblica, semplificazione e razionalizzazione di tutto il sistema dei rapporti tra Stato e cittadini. Mettiamo il Premier al comando – e poi? Dove sta la nave di cui è chiamato a fare il nocchiero?

 

La questione si complica fino a diventare irrisolvibile nel caso che le "grandi riforme" procedano secondo prospettive del tutto contraddittorie. Il caso italiano è eclatante: da un lato una riforma che all'apparenza mira "semplicemente" a un rafforzamento dell'Esecutivo, ma che in realtà affonda le proprie radici culturali in un'arcaica concezione centralistica dello Stato – dall'altro, una riforma che sotto la maschera di un "regionalismo" più responsabile e attivo, divide il Paese ancora più profondamente e indebolisce di fatto qualsiasi "premierato" nazionale.

 

la mimica di massimo cacciari contro rita lofano 7

Avremo un perfetto mostro bicefalo, come non bastasse contraddittorio all'interno delle sue stesse parti, poiché il futuro Premier rimane destinato a convivere col Presidente della Repubblica, e la Regione "libera e sovrana" con ogni sorta di apparato centralistico, rafforzato, se possibile, dalla figura del nuovo Capo di governo.

 

Come si fa a non vedere la contraddizione? E come non riuscire a farvi leva da parte delle cosiddette opposizioni? Ancora una volta, contro le confuse pulsioni riformistiche che provengono da "nuove" leadership e contro le ormai decennali, più o meno mascherate o moderate, nostalgie secessionistiche, si levano i fronti della conservazione.

 

giorgia meloni matteo salvini meme by edoardo baraldi

[…]  La sfida non viene accolta: sì, è del tutto pensabile combinare rafforzamento delle procedure decisionali e federalismo autentico. Ma soltanto con Assemblee parlamentari che, di fronte al Presidente, riacquistino centralità; soltanto con Regioni che, per dimensione e struttura, possano davvero assumere responsabilità di governo; soltanto con una Camera delle Regioni che ne regoli i rapporti e assuma funzioni precisamente distinte rispetto all'altra.

 

Non solo è possibile contemperare il rafforzamento dell'Esecutivo, esigenza dettata dalla stessa crisi geo-politica che attraversiamo, con sussidiarietà, autonomia regionale, e, oltre ancora, riconoscimento della vitale importanza di attivi corpi intermedi per la vita della democrazia, non solo è possibile ma necessario. E invece, purtroppo non solo da noi, si procede inseguendo le distopie del Capo o, ancora peggio, mescolando queste con la giungla dei micro-centralismi regionali.

 

giorgia meloni premierato

Il compromesso tra leghismo e conservatorismo istituzionale produsse, ormai sono vent'anni, la riforma del Titolo V, con l'incredibile sovrapposizione di materie per le quali la "potestà legislativa" è concorrente. Quale Giudice decide sui conflitti fisiologicamente derivanti dalla stessa "concorrenza"? Materie di legislazione concorrente – vogliamo ricordarlo? - sono rapporti internazionali (sic!), istruzione, salute, ricerca scientifica, grandi reti di trasporto, coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario (sic!), e numerose altre, di pari o quasi rilievo. A chi su di esse spetta l'ultima parola, e cioè l'autentica potestà legislativa? Senza risolvere minimamente il dilemma, lo si spazza sotto il tappeto.

 

giorgia meloni roberto calderoli.

E il tappeto, o foglia di fico, è oggi fornito dalla riforma del premierato. Non soltanto il combinato disposto di queste riforme denotanti impotenza politica, ideologismi e velleitarismi, renderà ancora più arduo affrontare il problema strutturale che minaccia a breve di soffocarci: son tutte riforme destinate a aggravare i conti pubblici, riducendo le risorse a disposizione dello Stato per affrontare il costo del debito, tale perverso combinato indebolirà anche il nostro Paese nei rapporti con gli altri dell'Unione in merito a politiche sociali, industriali, commerciali.

 

Tutte appunto politiche "concorrenti". Chi siederà al tavolo europeo di ogni trattativa – l'unico che su di esse conti? Stato e Regioni "forti" assieme? Con quelle "deboli" ad assistere buone buone? O lo Stato portavoce delle sole Regioni "forti", quelle che si sognano capaci di autonomia? Su che scala si pensa oggi di poter essere "autonomi"? Su scala locale? È a questa scala che si pensa di "contrattare" con i gruppi oligopolistici planetari che determinano scelte economiche e industriali? Auguriamoci che la lezione della storia non debba essere troppo pesante per il Bel Paese.

matteo salvini roberto calderoligiorgia meloni premierato

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…