franceschini salvini

“CON IL PROPORZIONALE TANA LIBERA TUTTI E TORNIAMO GIOVANI”- FRANCESCHINI E L’INTESA SULLA LEGGE ELETTORALE CHE LIBERA TUTTI I PARTITI – “FORZA ITALIA NON SARÀ PIÙ OBBLIGATA AD ANDARE CON SALVINI. E IL PD NON DOVRÀ PIÙ ANDARE PER FORZA CON RENZI” – SU-DARIO CONFIDA NELL’OK DEL CARROCCIO CHE CON IL 35% NON POTREBBE ESSERE ESCLUSO DAL GOVERNO. E LE ALLEANZE SI FARANNO IN BASE AI VOTI…

Augusto Minzolini per ''il Giornale''

 

salvini

Venerdì mattina, mentre i renziani minacciavano la crisi su plastic e sugar tax, nel corridoio del governo adiacente al Transatlantico di Montecitorio, un serafico Dario Franceschini, cioè l' uomo forte del Pd nel Conte due, era preso da ben altro, dalla stagione nuova che verrà. «Quante volte si parla di crisi di governo, solo per minacciarla?!», osservava: «Basterebbe rifletterci un po': su una manovra di 30 miliardi di euro si può fare la crisi per 200 milioni?!».

 

giuseppe conte dario franceschini

E infatti l' attenzione del ministro per i Beni culturali era concentrata su un tema diverso: «La cosa importante è la legge elettorale. Ormai siamo avanti, la scelta proporzionale è fatta, incardineremo il provvedimento in Parlamento entro questo mese e tutti i partiti e i protagonisti della politica dovranno immaginare nuove strategie. Anche Salvini credo si stia convincendo che il proporzionale potrebbe convenire anche a lui: intanto il 35% di cui lo accreditano i sondaggi sarà tutto suo, non dovrà dividerlo con nessuno sull' altare delle alleanze; e, comunque, anche nel sistema proporzionale non si può in ogni caso prescindere da una forza del 35%. Inoltre con una legge elettorale di questo tipo si liberano tutti.

luigi di maio dario franceschini

 

Forza Italia non sarà più obbligata ad andare con Salvini. E noi non dovremo più andare per forza con Renzi. Tana libera tutti e torniamo giovani». Nelle stesse ore in Transatlantico il ministro grillino per i Rapporti con il Parlamento, Federico D' Incà, si lasciava andare più o meno agli stessi ragionamenti. «Entro fine anno confermava incardineremo la legge. Poi ci vorrà un po' di tempo per l' approvazione. Ma io penso che una nuova legge elettorale stabilizzerà il quadro politico. Tutti dovranno mettere da parte i piani di un tempo e fare nuovi calcoli».

 

E già, si torna a qualche decennio fa, a quando un giovane Dario Franceschini muoveva i primi passi in politica. In fondo dopo 25 anni di maggioritario anche Antonio Di Pietro ha ammesso di avere una certa nostalgia per la Prima Repubblica. E che il treno sia partito lo dimostra anche l' atteggiamento della Lega che ha solo recapitato un messaggio all' attuale maggioranza di governo: sulla legge elettorale va bene tutto, meno il doppio turno. La conferma la offre il presidente della commissione Ambiente della Camera, il leghista Alessandro Benvenuto. «Si confida noi abbiamo detto no solo al doppio turno. Se ci sta bene il proporzionale? E perché no! Con il 35% non ci può emarginare nessuno. E con il proporzionale non dovremmo neppure porci il problema di farci carico di altri.

giuseppe conte luigi di maio dario franceschini

Non è poco».

 

Siamo alle porte, quindi, di una mezza rivoluzione. Un lungo elenco di persone si dovrà ripensare. Tutti i partiti conteranno per il reale peso che hanno sul piano elettorale. Non ci saranno più partiti donatori di sangue, dato che non ci saranno premi elettorali e, quindi, i piccoli partiti non potranno più come un tempo battere cassa, pardon chiedere più seggi, per l' utilità marginale, cioè per il contributo che sulla carta potrebbero dare alla vittoria di uno schieramento sull' altro; anche perché le alleanze, al di là dei liberi propositi che i partiti esprimeranno in campagna elettorale, si faranno sulla base dei voti, a urne chiuse.

 

Queste saranno le nuove regole del gioco politico in entrambe le ipotesi che sono rimaste sul tavolo: sia che si vada verso un proporzionale con soglia di sbarramento (nel caso si proporrà una soglia del 5% per accordarsi sul 4%); sia che si scelga la strada del sistema spagnolo dei piccoli collegi.

dario franceschini

 

«Da quanto ne so fa presente il numero due del Pd, Andrea Orlando l' accordo con Salvini lo abbiamo su quest' ultimo modello». Nella maggioranza, però, è più in voga il proporzionale con sbarramento per puro pragmatismo: nell' esame parlamentare della nuova legge le insidie non mancheranno e il modificare il Rosatellum in una legge elettorale proporzionale con soglia di sbarramento è sicuramente più agevole. «Adottando questo modello, infatti, - confida Franceschini bisognerebbe modificare l' attuale legge solo in due-tre punti. In sintesi: bisognerebbe abolire i collegi uninominali maggioritari e innalzare la soglia prevista nel Rosatellum. Insomma, ci sarebbero sicuramente meno votazioni e, quindi, meno rischi di imboscate».

 

Entrambe le opzioni, comunque, muteranno di molto lo scenario politico. Tutti per vincere o per sopravvivere si dovranno adeguare. Salvini per raggiungere in Parlamento il 51% dei seggi dovrà inventarsi una politica delle alleanze efficace e sarà costretto a cimentarsi nell' arte del compromesso. Carlo Calenda se vorrà superare l' ipotetica soglia dovrà decidere se confluire nel Pd o allearsi con Renzi. Ed è probabile che anche Zingaretti e Bersani si guarderanno negli occhi per valutare se non sia il caso di tornare insieme. O ancora, verrà meno il romanzo dell' elenco dei 20-30 forzisti che saranno garantiti dalla Lega, visto che ogni partito si eleggerà i suoi rappresentanti.

franceschini

 

Di più, con il proporzionale il Parlamento diventerà più «liquido» e si ridurrà di molto l' arma del ricatto: difficilmente nel nuovo contesto i grillini avrebbero potuto imporre prima alla Lega e, poi, al Pd, una riforma demenziale della prescrizione come quella che entrerà in vigore il prossimo gennaio. E, magari, alla fine si scoprirà anche che il proporzionale con soglia di sbarramento ridurrà in maniera rilevante il numero dei partiti rispetto al maggioritario. In fondo c' erano meno partiti in Parlamento nella Prima Repubblica che non nella Seconda o nella Terza (basta fare i conti alla faccia dei tanti politologi di moda).

 

Insomma, se l' operazione secondo i propositi andrà in porto, arriveremo alla Quarta Repubblica (secondo un altro calcolo, invece, saremmo solo alla Terza) che magari si avvicinerà più alla Prima che non alle altre due. «Qui sono i ragionamenti di Matteo Renzi andiamo avanti e indietro. Ora hanno deciso di far slittare plastic tax e sugar tax a luglio.

nicola zingaretti dario franceschini

 

Significa che riporrò la questione tra due mesi. Franceschini, da persona intelligente, ha capito che mi sto rompendo le scatole per cui ha visto bene di andare avanti sulla legge elettorale». Ma che relazione c' è tra il proporzionale e il quadro politico? Renzi lo ha spiegato ai suoi: «Sia chiaro se io mi rompo le scatole vado alle elezioni anche con il Rosatellum, ma certamente il proporzionale rimetterebbe in moto i processi politici. Costringerebbe tutti a far funzionare il cervello.

FRANCESCHINI RENZI GENTILONI

 

Tutti dovrebbero dotarsi di nuove strategie. E in fondo, se si facesse i conti, converrebbe anche a Salvini. Intanto non dovrebbe più sobbarcarsi altri. Inoltre con il 35% nessun equilibrio di governo potrebbe nascere facendo a meno di lui.

Senza contare che l' accordo sulla nuova legge elettorale renderebbe meno ostica per lui la strada per arrivare alle elezioni anticipate».

meloni salvinifranceschini

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…