matteo renzi giuseppe conte

“RENZI E SALVINI VOGLIONO FARE I FENOMENI” - CONTE SMINUISCE I DUE MATTEI CHE SI AZZUFFANO DA VESPA - IL PREMIER NON NE PUÒ PIÙ DEI CONTINUI DISTINGUO DI RENZI E DI MAIO ED È PRONTO A PASSARE AL CONTRATTACCO - MA LA VERA PARTITA SI APRIRÀ A GENNAIO, DOPO L'APPROVAZIONE DELLA LEGGE DI BILANCIO, E A CONTE NON CONVERRÀ STARE MOLTO SERENO…

giuseppe conte dario franceschini

Marco Antonellis per Dagospia

 

Mentre Mattarella sbarcava  negli Stati Uniti tra gli elogi di Donald Trump ( il Capo di Stato italiano "è una figura molto influente e un forte alleato") in Italia per tutta la notte si combatteva palmo a palmo in Consiglio dei ministri per definire la manovra economica con Matteo Renzi che non ne voleva sapere di mollare la presa sulla questione del tetto ai contanti riproponendo uno schema che va avanti dalla nascita di Italia Viva: Renzi da una parte a fare distinguo e Zingaretti, Franceschini e il premier Conte dall'altra a tentare di mediare per mandare avanti la baracca.

 

SALVINI E RENZI

Sulla manovra di stanotte l’ultimo scontro: da una parte il partito di Renzi che voleva togliere quota 100 e mantenere a 3000 euro il limite per pagare con contante. Dall’altro i grillini che provavano a ridurre il taglio del cuneo fiscale, misura nel cuore del Pd. E spalleggiavano Renzi addirittura sul mantenimento dei 3000 euro, ma nel contempo chiedevano il carcere per gli evasori fiscali.

 

E alla fine sia Conte che  Franceschini sono scoppiati. Il primo ha scritto al Ministro Gualtieri: "Lotta coraggiosa a chi non paga le tasse, ci metto la faccia", facendo fischiare le orecchie al Matteo fiorentino. Mentre Franceschini il giorno prima aveva annullato un vertice serale di maggioranza spedendo nel contempo una graffiante velina ai giornali per avvisare  che “i grillini disertano le riunioni per alzare il prezzo, invece di risolvere i problemi”. 

 

SALVINI - VESPA - RENZI

Ma nel Pd c’è qualcuno che va oltre: “A Napoli si è chiarito che dentro i 5 Stelle  Grillo e Conte vogliono l'alleanza con noi. Di Maio no e in questo gioca la stessa partita di Renzi.  Logorare  e far saltare il quadro.” Ancora più netto il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, da poco rientrato nel Pd, e che conosce bene Renzi, anche per ragioni territoriali: "L'impressione è che Di Maio e Renzi giochino ai veti e ad alzare il prezzo per ragioni di propaganda. Il Pd fa la parte della forza responsabile, che lavora per trovare le

soluzioni migliori e per fare una buona legge di bilancio.

 

giuseppe conte luigi di maio

È giusto ma non basterà" Come a andrà a finire? Intanto molto si capirà da come si chiuderà la partita sulla legge di bilancio. Lì si potrà vedere chi ha vinto e chi ha perso. Però il confronto vero si aprirà a gennaio. A quel punto sarà tutto più chiaro perché si vedrà fino a dove si spingerà l’asse fra Di Maio e  Renzi. A Conte non converrà stare molto sereno.

 

Ma il Premier è già sull'avviso, e si è messo in posizione di attacco. Ieri, ad esempio, durante il confronto fra Renzi e Salvini a Porta a Porta (che ha tentato di oscurare a suon di dichiarazioni) ha sfoggiato a chi gli era vicino una delle sue battute migliori: "Fanno i fenomeni", ha detto rivolto ai due Mattei. Per ora nulla contro Di Maio. Ma se dovesse continuare l'asse con Renzi, chissà cosa potrà uscire dalla bocca del Premier, spiega stamattina chi ha passato tutta la nottata a tribolare in Consiglio dei ministri (finito alle 4,30 dopo quasi 6 ore di riunione).

giuseppe conte luigi di maio dario franceschini

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?