gianfranco fini francesco storace

“LA REUNION CON STORACE COME QUELLA TRA STANLIO E OLLIO E FRANCO E CICCIO? NON CREDO CHE SIAMO ALL'ALTEZZA DI QUESTE ALTRE COPPIE” – FINI COMMENTA IL PRANZO DELLA PACE CON STORACE –“LUI E’ L'UNICO CHE MI HA ATTACCATO QUANDO ERO AL MASSIMO DELLA MIA ASCESA. GLI RICONOSCO IL CORAGGIO – STORAX ASSICURA: “NON CI SONO PIANI DI BATTAGLIA ALL'ORIZZONTE, LE STAGIONI PASSANO PER TUTTI. OGGI GLI ELETTORI DI DESTRA GUARDANO IN DUE DIREZIONI: MELONI E SALVINI…”

Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”

 

fini storace

«Non credo che siamo all'altezza di queste altre coppie», s' è lasciato scappare in privato Gianfranco Fini quando tanti vecchi amici, che l'hanno sentito per telefono nelle ultime ventiquattr' ore, gli hanno fatto l'elenco dei paragoni che si sono sprecati dopo la pubblicazione di Twitter della foto con Francesco Storace.

 

Da Stanlio e Ollio, che nel 1953 avevano messo insieme i cocci di quel che rimaneva della loro amicizia per un'ultima tournée in giro per i teatri della Gran Bretagna, quando la loro stella di artisti di fama mondiale non brillava ormai da tempo; a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, che si erano stretti di nuovo la mano in diretta tv di fronte a Pippo Baudo, con la commozione di entrambi che chiudeva antichi rancori e salutava il sole di un ultimo domani.

gasparri fini storace

 

Così Fini e Storace, il capo e il capo ufficio stampa, l'uomo della svolta della destra italiana a Fiuggi e il suo megafono umano, il messaggio fatto persona e il messaggero, si sono ritrovati ieri l'altro a pranzo. A dispetto di due biografie politiche consumate dagli eventi, e di un sodalizio che si era rotto quando entrambi erano ancora sulla cresta dell'onda, l'amicizia è ripresa. «Francesco, tu sei l'unico che mi ha attaccato quando ero al massimo della mia ascesa. Ti riconosco il coraggio», gli ha detto Fini quando i contatti tra i due sono ricominciati. Come funziona con quei vecchi amici del cuore con cui poi finisci per litigare, si cerca una scusa per sentirsi: gli auguri delle feste comandate, i messaggi di buon compleanno e ti ritrovi un giorno - com' è accaduto a Fini e Storace giovedì - che il tempo di ritrovarsi faccia a faccia arriva senza nemmeno rendersene conto.

 

FINI STORACE ALEMANNO

Appuntamento a Roma al ristorante «Arturo» sull'Aurelia Antica, che per il sancta sanctorum della destra italiana era una specie di rifugio lontano dagli sguardi indiscreti dei locali del centro storico, una specie di «solito posto» che il gruppo dirigente di Alleanza nazionale - all'epoca della leadership finiana - aveva scoperto grazie al capo della segreteria Donato Lamorte, scomparso nel 2014. Un enorme antipasto di pesce, annaffiato da vino bianco e mille chiacchiere tra presente e passato. «Non ci sono piani di battaglia all'orizzonte, semplicemente il diritto di frequentarsi», annota Storace in una pagina del diario che tiene sul sito 7Colli. «Poi, certo», aggiunge l'ex presidente della Regione Lazio, oggi vicedirettore de Il Tempo , «l'incantesimo si è dissolto perché le stagioni passano per tutti. Oggi gli elettori di destra guardano in due direzioni: Meloni e Salvini».

 

FINI STORACE

L'ultima volta che si erano scambiati messaggi in pubblico prima della rimpatriata dell'altro giorno era successo a tarda sera, su Twitter, come quegli ex fidanzati a cui scappa un messaggino notturno di cui poi si pentono. «Francesco, ricominciamo dalla Fondazione», aveva scritto Fini alle 23 e 46 del 14 novembre 2014. «Ho mille dubbi, Gianfranco», aveva risposto Storace. E adesso che ogni dubbio è stato fugato, rimangono altre pagine bianche da riempire. «Il resto», come dice l'ex presidente della Regione Lazio, «conta nella memoria di ciascuno per come lo si è vissuto. In tanti dicono "ah, se Fini fosse stato buono". L'avevano detto anche a me quando ero uscito da An proprio contro Fini. Ma quando mai noi di destra siamo stati "buoni"? Chi lo era nel nome della poltrona vuol dire che di destra non era». Il passato, in fondo, è l'unica cosa che non passa davvero. Mai.

gianfranco finiFRANCESCO STORACE CON LA MASCHERINAgianfranco fini (3)gianfranco fini (2)francesco storace foto di bacco (1)storacestoracegianfranco fini ai funerali di paolo bonaiuti

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?