joe biden afghanistan talebani

“RUSSIA E CINA SI CHIEDONO, GOLOSI: CHI NON HA LOTTATO PER KABUL O ALEPPO PERCHÉ DOVREBBE SACRIFICARSI PER L'UCRAINA O TAIWAN?” – DOMENICO QUIRICO: “LA LEZIONE AFGHANA SARÀ DECISIVA PER IL VASTO MONDO CHE DETESTA L'OCCIDENTE. INIZIERANNO A IMMAGINARE UN MONDO SENZA DI NOI” - “HANNO VISTO L'UMILIAZIONE AMERICANA. IN QUEL MONDO TUTTO CIÒ SI CHIAMA SCONFITTA, NON RITIRATA. E VEDERE, IN QUELLE REALTÀ, CONTA E LIEVITA PIÙ CHE LE ANALISI DEL NEW YORK TIMES…” - VIDEO

<iframe width="560" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/ZpwDXY2tOqw" title="YouTube video player" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe>

 

DOMENICO QUIRICO

Domenico Quirico per “La Stampa”

 

Siamo ormai diventati fratelli separati dal terribile intreccio afghano di circostanze guerrigliere, dolori, invocazioni di aiuto, e sangue fotografato. Abbiamo abbandonato il nostro solo capitale laggiù, ovvero i giusti superstiti che avevano creduto nelle nostre belle bugie. Gli analisti del disastro già si accomodano per inutili e comode autopsie.

 

talebani nel palazzo presidenziale

Diciamolo adesso che siamo andati via: l'Afghanistan non ci piace, ci salta addosso, vuole montarci in groppa con i rimorsi per quello che non abbiamo fatto e potevamo fare, e schiantarci con la vergogna di una inimmaginabile sconfitta.

 

soldati americani lasciano l'afghanistan 2

Abbiamo trattato i taleban come se fossero gramigna facile da estirpare con un mignolo e invece Noi, stagionati dell'Occidente, li abbiamo sempre guardati, gli afghani, con arroganza più che con propositi di fatica e di assistenza. Lo sventurato poi che si fa migrante diventa immediatamente meno simpatico.

attentato all aeroporto di kabul 5

 

Per questo sono già in azione le tartuferie dello zoo ideologico di oltreoceano, quelli che amano rintronarsi delle stesse parole. Per esempio: i taleban litigheranno, sono divisi una guerra civile, mullah pantofolati contro sansepolcristi forsennati del jihad, e la irrazionalità pasticciona di leader totalitari ci regaleranno la «revanche».

 

i talebani festeggiano la fuga dei soldati americani.

Oppure: imbocchiamo dopo le cannonate la via diplomatica, ovviamente in accordo con alleati europei e Onu, tornati di moda. In fondo cosa sono venti anni? Insomma la scatola con dentro le stesse cose rivoltate: rinvii, mezze ansie e soluzioni di segatura. Soprattutto, farfuglia un riverito studioso che già mise a verbale la fine della Storia, dal ritiro americano non risulteranno conseguenze geopolitiche di rilievo.

 

donna con il burqa in mezzo ai talebani che bloccano le strade per l aeroporto di kabul

State quieti: l'Afghanistan è un niente. Si rilasciano certificati di buona condotta passata, presente e futura. E gli afghani? Non li sentiamo, non li afferriamo, immobili, come pietrificati in una già sfocata fotografia. Ne abbiamo per qualche giorno esaltato i lineamenti prima di confinarli opportunamente nella penombra. Rischiamo ci sfugga il filo conduttore, l'onda d'urto della umiliazione afghana.

Shahab al-Muhajir

 

È con questo che dovremo fare i conti via via che l'esplosione di quanto è accaduto a Kabul, la sconfitta dell'Occidente, allargherà i suoi cerchi geografici svelandoci le conseguenze. Perché quelli a cui gli sbagli restano appiccicati addosso, per cui non c'è né revisione né seconde stesure, hanno visto la umiliazione americana, la fuga di notte, le armi abbandonate. In quel mondo tutto ciò si chiama sconfitta, non ritirata.

 

i talebani festeggiano la fuga dei soldati americani 1

E vedere, in quelle realtà, conta e lievita più che le analisi del Nyt. L'onda d'urto: perché Kabul non è né un inizio né una fine ma un punto intermedio di un periodo che appare vicino al fulcro della Storia di oggi, quando ogni cosa, ogni possibile futuro è ancora in molti altri luoghi in bilico. La impossibile vittoria del jihadismo nazionalista basata sulla pazienza verrà osservata e giudicata da occhi diversi da quelli nostri, originari del potentissimo Occidente.

 

Migrazione di massa dall'Afghanistan 2

Da chi ha in comune non qualcosa di semplicistico che un tempo chiamavamo visione unitaria da terzo mondo, ma una conoscenza diretta di ciò che vuol dire essere deboli, una certa consapevolezza di come ci si sente a stare lì, in basso, alzando gli occhi per vedere l'eterno tallone che cala su di te. In questo vasto mondo formato da popoli di lunga agonia la sconfitta americana determinerà deduzioni gonfie di promesse: Washington non è più quella dell'ordine americano, adesso si succede al timone della Casa Bianca una sfilata di capitolardi, espressione di un integralismo diventato vecchio, smussato, infrollito.

 

razzi su un auto a kabul

La rassegnazione dei super-potenti a occuparsi solo degli affari propri non è la più redditizia delle occasioni storiche da sfruttare? Per gli integralisti che vanno in guerra contro l'attualità armandosi di sanguinosi e ciechi assoluti in fondo l'Afghanistan non cambia molto: porteranno avanti le loro guerre senza darsi troppi pensieri su cosa convenga fare o non fare, con una immoralità perfetta.

 

militari Usa IN afghanistan

La lezione afghana sarà decisiva soprattutto per coloro che finora tentennavano, il vasto mondo che detesta l'Occidente potente, tracotante nell'affermarsi il migliore, maleducato. Inizieranno a immaginare un mondo senza di noi, la Storia riparte quando gli imperi abbassano le serrande perché non hanno più i mezzi per monopolizzarla. E poi ci sono gli eversori che hanno poltrona in tutti i «G» dei grandi, che non esercitano una attività omicida artigianale ma con efficienza multimilionaria, sorretti dalla buona parola, la Russia e la Cina. Si chiedono, golosi: chi non ha lottato per Kabul o Aleppo perché dovrebbe sacrificarsi per l'Ucraina o Taiwan?

attentato suicida all aeroporto di kabul talebani nel palazzo presidenzialeattentato all aeroporto di kabul 7soldati americani lasciano l'afghanistan 1joe biden all arrivo dei feretri dei marines morti nell attentato di kabul 1aeroporto di kabul 2i talebani pattugliano le strade di kabul abdul ghani baradar 1soldati americani lasciano l'afghanistan 3talebani bloccano l ingresso all aeroporto di kabul 2caos all aeroporto di kabul attentato all aeroporto di kabul attentato all aeroporto di kabul 11attentato all aeroporto di kabul 4talebani nel palazzo presidenziale 4la vera immagine del palazzo presidenziale di kabul produzione oppio afghanistan

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."