salvini berlusconi meloni lupi

“SALVINI NON AVRÀ MINISTERI CHIAVE" – IL VETO SUL "CAPITONE" DELLA MELONI (MA ANCHE DI BRUXELLES E WASHINGTON) CHE COME DAGO-RIVELATO SPERA CHE IL LEGHISTA VENGA PENSIONATO DAI GOVERNATORI (I VENETI DI ZAIA HANNO DISERTATO LE URNE) - PER IL VIMINALE IN POLE PIANTEDOSI O PECORARO - MA SALVINI NON SEMBRA VOLERSI ACCONTENTARE DELL'AGRICOLTURA, CHE E' IL POSTICINO CHE LA MELONI HA IN MENTE PER LUI - DAGOREPORT

MELONI AL LAVORO: COME NON IRRITARE SALVINI, USCITO DEVASTATO E STORDITO DAL VOTO, E BERLUSCONI, AMMACCATO MA VIVO

https://m.dagospia.com/meloni-al-lavoro-come-non-irritare-salvini-uscito-devastato-e-stordito-dal-voto-e-berlusconi-325970

 

 

Serenella Mattera per repubblica.it

 

GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI

Disinnescare la mina Salvini. Farlo con garbo, senza mortificare l'alleato. Ma con la fermezza necessaria a infrangere i sogni del leghista. Ecco la prima prova da aspirante premier di Giorgia Meloni, la partita da cui dipenderà la possibilità del governo di esistere e durare, avere agibilità in Europa, comporre una squadra che mostri il volto più rassicurante a leader stranieri e mercati. La leader di Fratelli d'Italia ha già fatto intendere il messaggio a via Bellerio.

 

Che il segretario possa tornare a sedere sull'amata poltrona di ministro dell'Interno è escluso. Così com'è escluso che Meloni si lasci affiancare da un sottosegretario alla presidenza del Consiglio targato Lega. Tradotto in regola generale, suona così: non si sogni Salvini di alzare le pretese sui ministeri per poi recitare il copione di quotidiani bombardamenti che vessavano Conte e spazientivano Draghi. Se non accetterà per sé e per i suoi il ruolo e il peso che il responso delle urne assegna loro - un terzo di FdI - rischia di avvitarsi tutto.

 

SALVINI MELONI

È Matteo a scrivere a Giorgia alle 4 del mattino tra domenica e lunedì, per renderle l'onore di una vittoria che ha prosciugato la Lega nelle Regioni del Nord. Ma non è l'annuncio di una resa. In via della Scrofa assistono preoccupati, poche ore dopo, alla scena di un Salvini indomito che suona la sua riscossa in conferenza stampa, a pretendere la legge quadro sull'autonomia e un decreto energia - con lo scostamento di bilancio che l'aspirante premier continua a escludere - nel primo Consiglio dei ministri. "Ora non ci resta che aspettare - dice un dirigente della Destra - che qualcosa avvenga dentro la Lega, che siano loro a spiegare a Salvini quello che è successo".

 

SALVINI BERLUSCONI MELONI LUPI

 Una batosta di quella portata, è la convinzione, dovrebbe consigliare al leghista di dedicarsi alla ricostruzione del partito, invece di accomodarsi al governo. O, detta dalla prospettiva amorevole di un salviniano: "Se è furbo se ne sta fuori come facevano i segretari della Dc". Ma proprio la debolezza della sua segreteria sembra convincere Salvini della necessità di sedere in Consiglio dei ministri. E forse anche per Meloni in fin dei conti è meglio Salvini in un dicastero non troppo delicato, che fuori con le mani libere.

 

 

Ma il segretario vuole il ministero dell'Interno, anche se ha smesso di dirlo. Non sembra volersi accontentare dell'Agricoltura, l'altra casella che la leader della Destra ha in mente per lui ("Centinaio, c'è già lui", va dicendo il leghista). Un po' più appetibile per il segretario, anche se molto gravoso per i tavoli di crisi da gestire, è lo Sviluppo economico dove ora siede - e potrebbe anche restare - Giancarlo Giorgetti. Salvini, nella vulgata meloniana, non può andare al Viminale perché sotto processo per Open Arms e perché il presidente Sergio Mattarella potrebbe avanzare obiezioni, con il rischio di far deflagrare uno scontro ancor più pesante di quello che coinvolse in era gialloverde Paolo Savona.

MELONI SALVINI 45

 

Si accontenti quindi della compensazione: veder sedere al Viminale il suo ex capo di gabinetto Matteo Piantedosi. O, in un risiko più ampio, veder incoronare Piantedosi capo della Polizia, con al Viminale l'ex prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, che però è più vicino a Meloni. Un'ipotesi, quest'ultima, che vedrebbe l'attuale capo della Polizia Lamberto Giannini prendere la delega ai Servizi che oggi è di Franco Gabrielli, vincendo un derby con l'attuale capo del Copasir Adolfo Urso.

 

Gli incastri non sono semplici e anche per questo Meloni non vuole affrettare i tempi, incontrerà gli alleati solo a tempo debito. Perché c'è da accontentare anche Silvio Berlusconi che ha portato la sua Forza Italia a un insperato 8,3% e ora reclama almeno quattro ministeri, di cui almeno uno di peso, magari gli Esteri, per Antonio Tajani. Ma il governo la leader di FdI lo vorrebbe il più possibile a sua immagine, con sottosegretario alla presidenza un fedelissimo come Giovanbattista Fazzolari e tecnici d'area, che possano piacere al Colle e agli Alleati, nei ruoli chiave: Interno e Difesa, Esteri (si citano Giulio Terzi di Santagata, Stefano Pontecorvo, Elisabetta Belloni) ed Economia (con Fabio Panetta si fa il nome di Domenico Siniscaldo o anche Daniele Franco che avrebbe già detto di no).

SALVINI BERLUSCONI MELONI LUPI

 

La premier in pectore se la dovrà vedere anche in questo caso con Salvini, che per rovinarle la festa ha fatto sapere in anticipo di non volere tecnici. A ogni nome FdI oppone un leghista: Bongiorno per Nordio alla Giustizia, Rixi per Rampelli alle Infrastrutture. Ma la partita è lunga, il via si avrà con l'elezione  a metà mese dei presidenti delle Camere. Che Meloni potrebbe lasciare agli alleati, per avere mani più libere sul governo. E allora non Ignazio La Russa, come si vocifera, al Senato, ma Roberto Calderoli. Non Fabio Rampelli alla Camera ma Antonio Tajani. Una scelta, quest'ultima, che potrebbe essere molto gradita a Berlusconi. E consentire alla leader di FdI di far leva sul Cavaliere per temperare le mire di Salvini. Per poi comporre una lista di ministri da cui il leghista esca depotenziato.

 

SALVINI MELONISALVINI BERLUSCONI MELONIMELONI SALVINI

 

salvini meloni berlusconi piazza del popolo 5salvini meloni berlusconi piazza del popolo 3salvini meloni piazza del popolo

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...