conte draghi

“SE CONTINUA COSÌ SARÀ LA PIAZZA A DARE LA SPALLATA A CONTE” – I DEM FURIOSI CON IL PREMIER PARAGONATO A MARIA ANTONIETTA. SEMPRE PIÙ INSISTENTI I BOATOS SU UN GOVERNO DI UNITA’ NAZIONALE A GUIDA DRAGHI. NEL PD STRALI CONTRO VELTRONI SECONDO CUI E’ UN ERRORE TENERE CHIUSI I CINEMA E APERTE LE CHIESE - BETTINI IN CORSA PER LA POLTRONA DI PRESIDENTE DELLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA...

Marco Antonellis per Italia Oggi

 

MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE

Ormai dai settori più critici della maggioranza di governo c' è chi fa addirittura il paragone il paragone con Maria Antonietta: «La gente chiede denaro e noi dal balcone di Palazzo Chigi continuiamo a lanciare brioche». Questo è il clima che si respira nella maggioranza mentre i boatos di governi di unità nazionale o di «salute pubblica» si fanno sempre più insistenti. Se continua così «sarà la piazza a dare la spallata a Conte», dicono in molti.

 

ANDREA ORLANDO NICOLA ZINGARETTI

Perchè la paura che il disagio sociale si traduca in episodi di intolleranza estrema è ben presente nell' agenda della maggioranza e nel governo con il contorno di possibili nuovi esecutivi in arrivo prima che la situazione travolga tutto e tutti, opposizione compresa: Cartabia, Cottarelli, Franceschini o lo stesso segretario dem Zingaretti (non per niente, si dice, ha appena lanciato un forte appello a tutta l' opposizione) tra i papabili per la poltrona di Palazzo Chigi. Mario Draghi al momento preferisce restare fuori dalla mischia (ma se glielo chiedesse il Quirinale difficilmente potrebbe dire di no magari con il «patto tacito» di subentrare poi al Colle).

 

Intanto, dal fronte Pd c' è stata la sfuriata del Segretario contro Italia Viva e 5 Stelle, che avevano iniziato a bombardare il Dpcm sulle nuove limitazioni poche ore dopo averlo fatto nascere. «È eticamente intollerabile stare con i piedi in due staffe in questo momento di difficoltà», ha tuonato il leader Dem.

 

veltroni

Ma l' umore in casa Dem va oltre gli attacchi a Di Maio e Renzi: sono molti, infatti, i parlamentari democratici che sono rimasti davvero senza parole sulle accuse lanciate addirittura già domenica sera da Walter Veltroni, il primo segretario del Pd. «È lui il primo ad aver dato fuoco alle polveri, direttamente da Fazio, dicendo che era un errore tenere chiusi i cinema e aperte le chiese. Manco fossimo ai tempi di Don Camillo e Peppone», dice un deputato piddino che ha seguito tutta la vicenda.

 

«Ma non era sempre Veltroni a dire no alle polemiche e che bisogna stare uniti? E ora?». Insomma, stavolta, nel mirino, finisce nientemeno che il uno dei «totem» del Pd, Veltroni. Mentre è invece molto sentito e pieno di speranze l' appello fatto da Zingaretti alle opposizioni e al governo per un dialogo più stretto in questo momento molto difficile per il Paese. «Conte li senta, ci parli, accolga anche le loro richieste se le reputa giuste. Non deve aver timore di nulla se è lui a guidare questo rapporto. Ma ora è più che mai necessario collaborare con tutti ed evitare al massimo contrapposizioni», spiegano dai piani alti del Nazareno.

mario draghi al meeting di rimini 6

 

Che, senza poterlo dire, sembrano aver perso la fiducia che avevano nelle capacità di gestione mostrate da Conte nel primo lockdown. Ma nel partito democratico si guarda anche a Goffredo Bettini.

 

goffredo bettini

L' uomo, sempre più influente sulle strategie della sinistra italiana, secondo i soliti bene informati sarebbe in corsa per una poltrona di grande prestigio: quella di Presidente della Festa del Cinema di Roma. Chiusa questa edizione, si aprirà il risiko. Tra le ipotesi al vaglio della politica capitolina ci sarebbe quella di spostare Laura Delli Colli nel ruolo di direttore artistico e di nominare Bettini nel ruolo di Presidente della Fondazione Cinema per Roma.

goffredo bettini gianni letta giuseppe conte

veltronizingaretti di maiomario draghi al meeting di rimini 5

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?