pietro polizzi agostino sansone

“SE SONO POTENTE IO, SIETE POTENTI VOIALTRI” – IN SICILIA C’È UNA SOLA CERTEZZA: DOVE CI SONO ELEZIONI, C’È VOTO DI SCAMBIO CON I MAFIOSI. È FINITO IN MANETTE PIETRO POLIZZI, 52ENNE CANDIDATO A CONSIGLIERE COMUNALE A PALERMO: ARRUOLATOSI TRA LE FILE DI FORZA ITALIA, CHIEDEVA VOTI ALLA STORICA FAMIGLIA MAFIOSA DEI SANSONE, CHE TRENT'ANNI FA ERA PADRONA DI CASA DI TOTÒ RIINA – DIETRO LE SBARRE SONO FINITI ANCHE AGOSTINO SANSONE, 72 ANNI, GIÀ CONDANNATO PER MAFIA, E LA SUA SPALLA, MANLIO PORRETTO – L’IMBARAZZO DI MICCICHÈ: “È STATO UN MIO IMPERDONABILE ERRORE…”

Felice Cavallaro per il “Corriere della Sera”

 

pietro polizzi 4

La corsa a sindaco di Palermo è cominciata litigando sulla mafia, sulle incursioni a gamba tesa di Marcello Dell'Utri e Totò Cuffaro. E finisce, alla vigilia del voto di domenica, con tre arresti eseguiti per scambio elettorale politico-mafioso. Un epilogo che ruota attorno a un funzionario dell'esattoria, Pietro Polizzi, un candidato di 52 anni arruolatosi tra le file di Forza Italia, un passato nell'Udc, senza provare vergogna nel chiedere voti a una delle storiche famiglie mafiose, quella dei Sansone, i fratelli che trent' anni fa erano i padroni di casa di Totò Riina, il lussuoso «covo» con piscina di via Bernini.

 

agostino sansone

Tutto parte da una intercettazione captata il 10 maggio nel comitato elettorale di Passo di Rigano dove l'aspirante consigliere comunale riceve con reverenza gli altri due finiti in manette, Agostino Sansone, 72 anni, già condannato per mafia e ai domiciliari per reati legati all'attività di costruttore, e la sua spalla, Manlio Porretto. A loro si offre Polizzi chiedendo appoggi in cambio di uno scambio di favori. Rivolto a Sansone: «Aiutami, tu lo sai che ti voglio bene...». E a entrambi: «Se sono potente io, siete potenti voialtri».

 

gianfranco micciche

Frasi pesanti che echeggiano da piazza Massimo al Santa Cecilia dove parlano Enrico Letta e si confrontano i candidati a sindaco, tutti freschi di incontri nei quartieri popolari in festa per Salvini o Conte, «i selfi con i lider», il reddito di cittadinanza e l'attesa del Palermo che domenica giocherà la finale per la serie B, mentre chiuderanno le urne. Un incrocio di voci sovrastato dai mandati di cattura che turbano il coordinatore azzurro Gianfranco Micciché, il presidente dell'Assemblea regionale che ha anticipato gli attacchi degli avversari ammettendo la sbandata: «È stato un mio errore imperdonabile, commesso in buona fede... Polizzi ha causato un danno di immagine a Forza Italia, e se dovesse essere rinviato a giudizio, Forza Italia si costituirà parte civile... Non è un nostro iscritto e risulta incensurato. Certamente nessuno può dire che il suo nome ci sia stato suggerito dalla mafia...».

 

pietro polizzi adelaide mazzarino

Il guaio è che Porretto, parlando con i mafiosi, chiedeva voti anche per una candidata vicina allo stesso Micciché, Adelaide Mazzarino, la moglie di Eusebio D'Alì, il vice presidente dell'Ast, l'azienda trasporti: «A lei devi votare... tutta Palermo!». Di qui la richiesta di Miccichè per un'immediata uscita di scena: «Anche perché sono sicuro che Adelaide non avrebbe mai voluto accettare voti del genere». E lei conferma: «La mia campagna elettorale finisce qui... sconcertata, senza più voglia di proseguire...».

pietro polizzi 1

 

Una presa di distanza necessaria anche per la «filosofia mafiosa» contestata dal presidente dei Gip Alfredo Montalto davanti alle sconvolgenti affermazioni di Sansone («C'è un interesse, l'unione fa la forza») e Porretto, parlando in dialetto: «Però siamo stati junco... ci siamo calati alla china! (siamo stati come una canna, calati, piegati, alla piena!)».

 

adelaide mazzarino

È il magistrato che seguì il primo grado del processo sulla trattativa Stato-mafia a tradurre: «Richiama la flessibilità del 'junco': riemergere dalla ineluttabile strategia di sommersione per tornare più forti di prima, riallacciando i rapporti con la politica, ripristinando le vecchie e attivando nuove alleanze con gli appartenenti alle istituzioni...». Tema che s' impone mentre si aprono le urne di una città che comunque fatica a vincere il campionato dei trent' anni.

il covo di toto riinapietro polizzi 3pietro polizzi 2

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?