lucia azzolina patrizio bianchi lorenzin diliberto toninelli valeria fedeli

I “SINISTRATI” CHE CE LA MENANO CON LA SCARSA COMPETENZA DEL CENTRODESTRA SI RICORDANO CHI HANNO MANDATO LORO AL GOVERNO? - “LIBERO” RIPERCORRE TUTTI GLI SFONDONI DEI MINISTRI DE’ SINISTRA E AFFINI: IL GUARDASIGILLI DI BAFFETTO D'ALEMA, OLIVIERO DILIBERTO, GARANTIVA LA LATITANZA AL LEADER DEL PKK OCALAN NEL SUO VILLONE ALL'INFERNETTO - LE INFINITE GAFFE DI DANILO TONINELLI - BEATRICE LORENZIN, MINISTRO DELL'ISTRUZIONE CON LA LICENZA DA LICEALE E LA FINTA LAUREA DI VALERIA FEDELI...

Salvatore Dama per “Libero quotidiano”

 

patrizio bianchi roberto speranza

La sinistra è meglio della destra. Su questo ci sono pochi dubbi. Ha una classe dirigente più preparata, più presentabile, mirabilmente formata. Mai inadeguata al ruolo. In questi anni (undici per la precisione) il Partito democratico è stato un serbatoio di eccellenze. Ma anche nel secolo scorso (la fine), con i governi Prodi, Amato, D'Alema, la gauche tricolore si è fatta carico di rifornire le istituzioni di personalità che hanno scolpito il proprio nome nella storia.

patrizio bianchi foto di bacco

 

Il catalogo è questo. Partiamo dalla fine. Il 12 febbraio 2021. Il governo Draghi ha appena giurato nelle mani di Sergio Mattarella. Un ometto sorridente si aggira per i saloni del Quirinale: «Sono Patrizio Bianchi». Il nuovo ministro dell'Istruzione. «Quando ha saputo che avrebbe fatto parte dell'esecutivo?», gli domandano. «L'ho imparato ieri», risponde. Brivido...

 

Ma è un professore universitario. Con la tessera del Pd in tasca. Questo lo autorizza anche a rivedere le regole della consecutio: «Speriamo che faremo bene». E poi altre perline tipo «Abbruzzo» con due b, con cui ha ingioiellato la sua permanenza ministeriale. Inarrivabile. Così come non sono replicabili altre esperienze che hanno cambiato radicalmente il volto del Paese.

 

maria elena boschi

Un giorno i nostri figli studieranno le riforme portate a termine dai ministri Andrea Orlando, Maria Elena Boschi, Francesco Boccia (che voleva lanciare le ronde anti-Covid), Federica Mogherini. Le cui gesta hanno varcato i confini nazionali e riecheggiano ancora a Bruxelles dove è stata Alto commissario per la Politica Estera dell'Ue («Moghechi?»).

 

È difficile che oggi Fratelli d'Italia possa trovare personale politico o tecnico che non faccia rimpiangere i protagonisti della stagione giallorossa: Luigi Di Maio, Alfonso Bonafede, Lucia Azzolina. Tutte riserve della Repubblica. Come Fabiana Dadone (e le sue Converse sulla scrivania).

 

DANILO TONINELLI ESULTA PER LA CADUTA DEL GOVERNO DRAGHI

O come Danilo Toninelli. Visionario che vedeva cose inesistenti (tipo il tunnel del Brennero) e che promuoveva l'elettrico con le chiavi in mano della sua nuova Compass a gasolio.

 

Che dire di Barbara Lezzi, ministro del Sud. Quella che diceva in tv che i bagnanti in Puglia avrebbero steso l'asciugamano sopra al gasdotto (che in realtà passa a dieci metri di profondità); quella che aveva dimenticato di versare i contributi al M5s e che al Senato aveva assunto come collaboratrice la figlia del compagno: genio.

elly schlein roberto speranza enrico letta

 

Oggi c’è un problema di classe dirigente. Per esempio: chi fa il ministro della Salute? Bel guaio. Difficile replicare i curriculum di Roberto Speranza, luminare della medicina con la laurea in scienze politiche, o di Beatrice Lorenzin, potenziale Nobel con la licenza liceale.

 

MALEDETTE LAUREE

La sinistra non avrebbe problemi. È una fucina di talenti. A un certo punto sembrava aver trovato una nuova fuori- classe nella Madia. Certezza messa un attimo in forse quando Marianna andò da Zanonato pensando di parlare con il ministro del Lavoro: aveva sbagliato palazzo. O quando venne fuori la storia della tesi di laurea copiaincollata. Oppure quando, nel curriculum, aveva scritto: «Laurea con lode tra un mese».

 

marianna madia foto di bacco

Va detto: quello dei titoli è un po’ un limite della sinistra. Forse l’unico. Valeria Fedeli si era inventata una laurea in scienze sociali. Mai conseguita. Poi, andando a scavare, era venuto fuori che l’allora ministro dell’Istruzione (!) non aveva fatto manco la maturità, ma un titolo triennale per fare la maestra.

 

Meglio il suo predecessore: Stefania Giannini. Quando la glottologa assunse la guida del ministero, ai tempi di Matteo Renzi, c’erano grandi aspettative. Finalmente un tecnico preparato che prende di petto il carrozzone di viale Trastevere. Peccato che di lei non si ricordino le riforme, ma una foto in topless mentre era in spiaggia a Marina di Massa. «A un ministro danese non sarebbe mai successa una polemica del genere», si stizzì Giannini.

MADIA TESTI COPIATI

 

Altro campione: Giuliano Poletti, ministro del Lavoro con Paolo Gentiloni. Riecheggiano ancora le sue dichiarazioni programmatiche. Esempi? Quando, parlando della fuga dei cervelli, disse: «È meglio se si levano dai piedi». O quando sostenne che era più facile trovare lavoro «giocando a calcetto che mandando curricula». Oppure quando spronava i giovani a non inseguire la laurea con 110, ma a concludere in fretta gli studi. E poi venne fuori che suo figlio, a 42 anni, aveva ancora degli esami da dare. Ma pochi.

 

CECILE KYENGE

Ma come dimenticare un grande momento di inclusione: Cecile Kyenge ministro dell’Integrazione nell’esecutivo Letta. Dieci mesi al governo abbastanza incolori (ops...), se si escludono alcune polemiche con la Lega. I contabili di Palazzo Chigi però no. Loro, Cecile se la ricordano: in trecento giorni Kyenge chiese rimborsi per 53mila euro, di cui 42mila in mezzi di trasporto e 11mila in pernottamenti e pasti. La cifra più alta spesa dai ministri dell’allora governo Letta, di molto superiore anche alla diaria dallo stesso presidente del Consiglio. Matteo Renzi decise di non confermarla. Poi l’ultimo dispiacere: il marito candidato con la Lega. Infine l’oblio.

 

CECILE KYENGE

Idem Josefa. Nel senso di Josefa Idem, ex campionessa di canoa voluta da Letta come ministra delle Pari opportunità. Tutto bellissimo. Finché non venne fuori la storia dei quattro anni di Ici non pagati sulla casa e delle ristrutturazioni abusive. «Sono una pasticciona, non una disonesta. Colpa del commercialista (c’è sempre un contabile a cui dare addosso, ndr) e della Merkel».

 

martina colombari josefa idem

Josefa disse che le avevano fatto pagare le sue origini tedesche. Sempre a proposito della gente di qualità proposta dalla sinistra al governo del Paese. Ecco un attestato di “stima” postumo rilasciato da Massimo D’Alema ai suoi compagni di esperienza: «Governavo con una compagine composta da squilibrati degni di attenzione psichiatrica che mi chiedevano di uscire dalla Nato e di dichiarare guerra agli Stati Uniti».

 

W OCALAN

In effetti Baffino aveva una ministra degli Affari Regionali esperta di kick boxing (Katia Bellillo), un ministro della Giustizia che accoglieva il leader del Pkk Ocalan a Ciampino garantendogli la latitanza in un villone all’Infernetto (Oliviero Diliberto) e una ministra delle Pari Opportunità (Laura Balbo) alla quale Massimo non rivolse mai la parola: «Ma che gli ho fatto a st’ignorante che manco mi saluta?».

angelo giorgianni alla manifestazione no green pass 3

 

E chi si ricorda che Angelo Giorgianni, il giudice no vax che ha chiesto una «Norimberga» per Speranza e compagnia, era uno di loro? Proprio così: al ministero dell’Interno all’epoca dell’Ulivo. Guai poi a dimenticare Tonino Di Pietro. Voleva fare il ministro della Giustizia nel governo Prodi. Poi quelli dell’allora Ds gli spiegarono che non era cosa: «Meglio di no, poi va a finire che funziona...».

angelo giorgianni alla manifestazione no green pass 2

 

Un altro genio, l’ultimo, è Claudio Burlando. L’ex ministro dei Trasporti (nel primo governo del Professore) fu beccato qualche anno dopo mentre guidava contromano. Sulla superstrada. Gli agenti della stradale lo salvarono dagli automobilisti che volevano linciarlo. Poi, tirando fuori il tesserino della Camera (oltretutto scaduto), riuscì anche a evitare la multa...

ocalan ABDULLAH OCALAN

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...