“SONO STATO IO A RACCONTARE A DONZELLI LE CONVERSAZIONI TRA COSPITO E IL BOSS DEI CASALESI, NON SONO INTERCETTAZIONI, MA OSSERVAZIONI” - ANDREA DELMASTRO, SOTTOSEGRETARIO ALLA GIUSTIZIA CON DELEGA ALLE CARCERI, AMMETTE IL SUO RUOLO NELLA VICENDA E ORA RISCHIA LA POLTRONA. LUI E DONZELLI SONO COINQUILINI E HANNO PIANIFICATO A 4 MANI L’OFFENSIVA CONTRO LA SINISTRA IN AULA – LA MAGGIORANZA SI SPACCA, FORZA ITALIA IRONIZZA: “ABBIAMO INAUGURATO UN NUOVO FILONE. DOPO LE INTERCETTAZIONI SUI GIORNALI, LE INTERCETTAZIONI NEGLI ATTI PARLAMENTARI”

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti e Francesco Olivo per la Stampa

 

andrea delmastro andrea delmastro

 Il contrattacco di Giorgia Meloni è stato pianificato a freddo, ma, forse, è andato oltre. L'obiettivo del governo era uscire dall'impasse, accusando la sinistra di «ambiguità verso le violenze anarchiche». A sera, però, la sensazione di molti nella maggioranza, è che quel polverone sollevato in Parlamento contro il Pd si sia trasformato in un boomerang. Quando la bufera ormai è nel pieno, la premier chiede ai suoi di abbassare i toni.

 

Ma è tardi, ormai, l'accusatore, Giovanni Donzelli, è diventato l'accusato, per aver citato in Aula documenti riservati che, secondo le opposizioni, non potevano essere in suo possesso: «Abbiamo inaugurato un nuovo filone - ironizzavano alcuni dirigenti di Forza Italia in Transatlantico - dopo le intercettazioni sui giornali, le intercettazioni negli atti parlamentari». Si scherza, ma non tanto: Fratelli d'Italia ancora una volta si ritrova sola in questa difficile situazione.

 

L'operazione Meloni era partita la sera prima. Sono le 21 di lunedì quando tre ministri, dopo il Cdm, vengono chiamati da palazzo Chigi: «Domani mattina dovete comparire davanti alla stampa». Le agende di Antonio Tajani, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi vengono stravolte, ma poco importa.

 

delmastro de carlo donzelli delmastro de carlo donzelli

C'è da parlare al Paese per far passare un messaggio: non soltanto una linea di massima fermezza, ma anche nessuna pietà umana verso un detenuto pericoloso. Scandisce con tono glaciale il ministro dell'Interno: «La minaccia di lasciarsi morire di fame non può stravolgere i principi democratici riguardo al trattamento penale.

Nella Costituzione non c'è scritto che lo sciopero della fame può alterare il sistema di funzionamento della democrazia».

 

Nelle stesse ore in cui veniva organizzata la conferenza stampa, il responsabile dell'organizzazione di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli e il sottosegretario Andrea Delmastro, due tra i più vicini alla premier, pilastri di FdI e tanto amici da condividere l'appartamento a Roma, preparavano a quattro mani l'intervento contro il Pd che Donzelli avrebbe letto al mattino.

 

GIORGIA MELONI ANDREA DELMASTRO GIORGIA MELONI ANDREA DELMASTRO

Il punto della questione diventa chiaro nel pomeriggio: come fa Donzelli a conoscere quei dettagli sulle intercettazioni raccolte nel carcere di Sassari? La segreteria di Nordio fa sapere che il ministro è estraneo e che, anzi, ha avviato un'indagine interna. Anche dai vertici delle carceri, il Dap, filtra disappunto e sorpresa, perché Donzelli nel dibattito alla Camera ha citato atti riservati, frutto di intercettazioni che la polizia penitenziaria svolge su mandato dell'autorità giudiziaria e che finiscono anche nelle relazioni che il Dap invia periodiscamente al ministro.

 

I sospetti allora si rivolgono verso Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia con delega alle carceri. Il quale, nel tardo pomeriggio, in Transatlantico, ammette il suo ruolo nella vicenda: «Sono stato io a raccontare a Donzelli le conversazioni tra Cospito e il boss dei Casalesi, non sono intercettazioni, ma osservazioni». La versione del sottosegretario è questa: «Giovanni mi chiedeva perché l'anarchico fosse così pericoloso e io gli ho citato le informazioni di cui ero venuto a conoscenza, dove si mostrava il tentativo di saldatura tra criminalità organizzata e anarchici con l'obiettivo di smontare il 41 bis».

giovanni donzelli giovanni donzelli

 

Secondo Delmastro, non si tratta «di un documento secretato, se queste cose me le avesse chieste un parlamentare, per esempio Giachetti (e lo indica mentre passa ndr.) le avrei date anche a lui». Il vice di Nordio ritiene che tutto sia avvenuto nella piena legittimità, «è un deputato e ha diritto ad avere queste informazioni». Enrico Costa, deputato di Azione, in passato sottosegretario alla Giustizia smentisce questa versione: «Ho sentito il ministero e mi dicono che come parlamentare non ho diritto ad accedere agli atti». Secondo Delmastro, Donzelli, quindi, non avrebbe mai avuto in mano le carte incriminate e se ha citato molti dettagli, compresa la data, è solo perché «ha preso appunti mentre gli spiegavo il fatto». È interessante ora capire se questa tesi sarà condivisa da Nordio, che oggi dovrà relazionare alla Camera. Sarà l'occasione per riaprire la discussione sul 41bis.

 

andrea delmastro andrea delmastro ANDREA DELMASTRO ANDREA DELMASTRO

(...)

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO" SI FACEVA SESSO SENZA REMORE, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA I GENERI SESSUALI: ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA IN UNO SPETTACOLO AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLA: “AO' SPEGNETELE!”. E IO: “MA SEI MATTO, C'È PINA BAUSCH...”. E LEI: “MA IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

DAGOFILOSOFIA: ‘’IL PENSIERO DEBOLE” SPIEGATO AL POPOLO - ADDIO SCUDO CROCIATO, IN SOFFITTA FALCE E MARTELLO, BENVENUTI NEGLI ANNI OTTANTA. SI È CHIUSO IL CICLO DELLA POLITICIZZAZIONE. A CHE SERVE, ARMATI DI SACRA IDEOLOGIA, SCAVARE ALLA RICERCA DELLA “VERITÀ” QUANDO POI, UNA VOLTA RISALITI IN SUPERFICIE, QUELLA “VERITÀ” NON CI SERVE A UN CAZZO, VISTO LA VELOCITÀ DEI CAMBIAMENTI NELLA SOCIETÀ? LA REALTÀ VA FRONTEGGIATA CON “DEBOLEZZA”, A MO’ DI UN SURFISTA CHE SA BENE CHE AFFRONTANDO L’ONDA FINIRÀ A GAMBE ALL’ARIA, MEGLIO CAVALCARLA E ARRIVARE ALLA RIVA…

DAGOREPORT! GIORGIA IN AMBASCE: E ADESSO, CHE SI FA CON LA PITONESSA? SCARTATO IL RIMPASTO DI GOVERNO, CON SALVINI E TAJANI CHE NON VEDONO L’ORA DI REGOLARE I CONTI, PER LA DUCETTA LA VIA PIÙ SEMPLICE È SOSTITUIRE L’ESUBERANTE MINISTRA. SE NON RASSEGNA LE DIMISSIONI, GIÀ È PRONTA UNA MOZIONE PARLAMENTARE DI SFIDUCIA DA PARTE DI PD E M5S - CONVINCERE LA “CRUDELIA DE MONA” A FARSI DA PARTE NON SARÀ UN’IMPRESA SEMPLICE: GODE DELLA PROTETTIVA AMICIZIA DELLA SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA E LEI SA BENISSIMO CHE, IN CASO DI DIMISSIONI, LA SUA VITA POLITICA VERRÀ INGHIOTTITA IN UN CONO D’OMBRA PER SCOMPARIRE TRA GLI OMBRELLONI-CHIC DEL TWIGA A FARE LA BAGNINA - L’IRA DELLA DANIELONA CI STA TUTTA. MA NON È IL CASO DI BUTTARLA SUL COMPLOTTISMO: IN POLITICA L’ARROGANZA NON PAGA MAI, PRIMA O POI LA RUOTA GIRA E QUEL FASCICOLO CHE STAVA ABBANDONATO IN UN CASSETTO DELLA PROCURA, MAGARI PERCHÉ NON SI TROVAVA MAI IL TEMPO DI SEGUIRLO, DI COLPO RICOMPARE BELLO E SPOLVERATO SULLA SCRIVANIA DEI PM…