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LO “STAI SERENO” DI FRANCESCHINI A ENRICO LETTA – “SU-DARIO” GARANTISCE: “LA SEGRETERIA DOPO IL VOTO NON VACILLERÀ COMUNQUE. LETTA STA GUIDANDO IL PARTITO CON EFFICACIA, IN MODO COLLEGIALE. IL NOSTRO STATUTO È MOLTO CHIARO, CHI SUBENTRA AL SEGRETARIO ELETTO CON LE PRIMARIE, RESTA IN CARICA FINO ALLA SCADENZA NATURALE” (LO SENTITE ANCHE VOI LO STRIDERE DELLE UNGHIE SUGLI SPECCHI?)  - “ANCHE SE VINCE LA DESTRA, DOPO UN MESE SARÀ IN GRAVE CRISI. IL PAESE HA CAPITO CHE SERVE SERIETÀ…”

Carlo Bertini per “La Stampa”

 

DARIO FRANCESCHINI SERVE AI TAVOLI ALLA FESTA DELL UNITA

«La segreteria di Letta dopo il voto non sarà vacillante in nessun caso». Dario Franceschini, il ministro della Cultura del Pd che guida una delle più influenti aree interne del Pd, smentisce «la falsa descrizione della destra» che nel Pd ci siano problemi; e la vulgata secondo cui Enrico Letta il 26 settembre, a urne chiuse, finirà sotto processo.

 

Così come respinge l'accusa che i big e i ministri Dem non si facciano vedere in questa campagna elettorale. «Ma della Lega chi si vede oltre a Salvini? E di Fratelli d'Italia, chi si vede oltre alla Meloni? È giusto che la visibilità massima la abbia Enrico, che ha il nostro massimo impegno in campagna elettorale tutti i santi giorni».

 

draghi franceschini

Va bene Franceschini, ma che state facendo per invertire i sondaggi che pronosticano una sconfitta netta?

«Guardi, sono anni che sento dire da tutti che i sondaggi in agosto non funzionano. Ho visto poi molte campagne elettorali nella mia vita con un risultato pronosticato che poi si è rovesciato. Anche per noi.

 

Nel 2013 si pensava che avremmo stravinto ed è finita con un pareggio. Inoltre c'è molta gente che ancora non ha deciso e quindi ci sono tutti gli elementi per costruire una grande rimonta».

 

LETTA FRANCESCHINI

Nel 2013 la variabile imprevista furono i grillini, oggi quale potrebbe essere?

«Credo che le persone valuteranno bene a chi mettere in mano il Paese. Se tutto va bene, un governo si formerà a fine ottobre. Ci sarà da fare subito una legge di bilancio complicata, ci sarà la rata del Recovery plan che scade a dicembre e le relative riforme da attuare. C'è la guerra in Ucraina, ci vogliono spalle robuste. A destra sono bravi a fare le campagne e disastrosi a governare».

 

conte gualtieri orlando franceschini festa bettini

A parte questo, voi avete due o tre messaggi chiari da trasmettere agli elettori?

«Una cosa sono gli slogan, altra cosa è affrontare con serietà l'elenco dei problemi e le soluzioni. Potremmo spararla grossa ma sarebbe una competizione disastrosa per il paese.

 

Le priorità sono note. Il tema energia e il caro bollette richiedono misure urgenti. La scelta di fondo è la più coerente con la linea progressista. Servono tutte le misure che aiutino sia chi non lavora, sia chi lavora ed è pagato poco. Quindi il reddito di cittadinanza da difendere e il salario minimo, per finirla con la vergogna di chi prende tre euro l'ora».

 

conte franceschini

Ma anche voi volete caricare sulle spalle di Draghi il problema di reperire le risorse del prossimo decreto Aiuti mandando ancora più in deficit il bilancio dello Stato?

«L'atteggiamento di Draghi è serio, finché ci siamo - dice - facciamo quel che serve, indipendentemente da chi verrà dopo, ma abbiamo poco più di un mese davanti...».

 

 

Quando dice che l'Italia ce la farà indipendentemente da chi verrà dopo di lui, Draghi opera uno sdoganamento della Meloni premier?

GIORGIA MELONI.

«Non si possono leggere le sue frasi con criteri politologici. Ha fatto un ragionamento giusto e ottimistico. A noi però pare evidente che si vedano tutti i limiti di questa destra. Sono gli stessi che nel 2011 hanno portato lo spread a 550...».

 

La Meloni che dice no allo scostamento di bilancio, gradisce sia fatta ora la legge sui balneari e la rete unica delle tlc, svela una sorta di asse con Draghi?

«Sa di non essere credibile e tenta un'operazione di accreditamento sul piano internazionale, ma non si recupera in due mesi la storia di venti anni. In un grande Paese fondatore dell'Ue non c'è mai stato un premier che non fosse del Pse o del Ppe ma legato a sovranisti e antieuropeisti».

 

Ma questo vostro slogan «attenti, che se vincono loro sarà un disastro» pensate che funzioni con l'elettorato?

MEME SULLO SLOGAN SCEGLI DI ENRICO LETTA

«Non mi interessa, faccio solo un'amara constatazione. Anche se vincono, dopo un mese saranno in grave crisi. Il Paese ha capito che servono competenze e serietà, sul modello Draghi e Letta. E questo, nella parte di elettorato con la testa sulle spalle, conterà molto».

 

Cosa segnala il sorpasso nei sondaggi del Terzo Polo di Calenda su Forza Italia?

«Parliamo di piccoli numeri, registrano che in Italia per molti anni il centrodestra ha avuto una forte area di centro e una piccola di destra, ora è il rovescio e il centro scompare. Può darsi che un elettore di Berlusconi sia tentato dal votare Calenda, il che non serve a battere la destra».

 

Sta invocando il voto utile?

CARLO CALENDA MATTEO RENZI

«Sì, ed è stucchevole questa litania che non sia elegante parlarne. Tutti i voti sono importanti ma i collegi sono vinti da chi arriva primo. Se voti Grillo e voti Calenda, togli un voto al Pd e aumenti le possibilità che vinca la destra. Chi vuole evitare un governo Meloni-Salvini, la strada che ha è solo votare Pd».

 

Per i collegi uninominali persi in partenza, siete pentiti di aver mollato i grillini?

«Ma sono stati loro a mollare noi! Abbiamo costruito un percorso con il governo Conte e con Draghi per arrivare a un'alleanza elettorale e gli abbiamo sempre detto che se avessero mandato a monte il governo avrebbero impedito un'alleanza con noi».

 

Alleanza recuperabile un domani? «

Con i grillini abbiamo avuto un problema enorme sulla caduta del governo Draghi, abbiamo distanze sui contenuti, specie ora che stanno esasperando i toni, ma loro non sono la destra di Meloni e Salvini».

 

sergio mattarella dario franceschini cerimonia di presentazione dei david di donatello

Intanto provano a scavalcarvi a sinistra. Il Pd come pensa di dare il segno della sua differenza con la destra?

«Lavoro, salute, scuola sono i nostri capisaldi. Rafforzare la sanità rispetto alla destra, che privatizza i sistemi sanitari e aumenta le differenze tra regione e regione. Su lavoro e povertà ho detto prima: salario minimo, una mensilità in più e difendere il reddito di cittadinanza.

 

E su scuola e cultura vogliamo fare un investimento sulle giovani generazioni. Noi abbiamo aumentato le risorse per la cultura e riavvicinato i giovani ai cinema e ai musei, dobbiamo continuare su questa strada».

 

Sul fisco crede sia giusto, come dice Speranza, copiare i tedeschi e applicare l'algoritmo per far pagare le tasse in base al reddito di singoli?

hillary clinton e dario franceschini

«La progressività del prelievo fiscale è quanto prevede l'art 53 della nostra Costituzione. La flat tax invece è una colossale ingiustizia. Cito don Milani: fare parti uguali tra disuguali è una grande operazione di disuguaglianza».

 

Dica la verità: se il Pd non sarà il primo partito, la segreteria Letta vacillerà?

«Non vacillerà comunque. Letta lo abbiamo chiamato tutti in un momento difficile per il partito. È venuto e lo sta guidando con efficacia, in modo collegiale, ogni scelta, giusta o sbagliata che sia, la stiamo facendo tutti insieme. C'è stato raramente nella storia del Pd un momento di unità sostanziale come questo».

 

Non ci sarà un congresso entro fine anno?

«No, il nostro statuto è molto chiaro, chi subentra al segretario eletto con le primarie, resta in carica fino alla scadenza naturale, è capitato anche a me quando si dimise Veltroni. Piantiamola con questa narrazione che fa solo comodo alla destra».

 

Nel caso ci fosse un pareggio, sareste disposti a rifare un governo di larghe intese?

«Noi vogliamo che ci sia una vittoria certa». -

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