paolo scaroni vladimir putin

“IL TETTO AL PREZZO DEL GAS È IRREALIZZABILE, PERCHÉ NON LO VOGLIONO I PAESI DEL NORD NÉ IL MERCATO, CHE ALLA FINE COMANDA” – L’EX AD DI ENI, SCARONI, GRAN CONOSCITORE DI RUSSIA, RASSICURA: “PUTIN NON BLOCCHERA’ LE FORNITURE. - IL TETTO AL PREZZO DEL GAS POTREBBE NON RISOLVERE IL PROBLEMA: IL METANO FINIREBBE AD ALTRI COMPRATORI NEL MONDO, IN GIAPPONE, COREA O CINA. E IN QUEL CASO DAVVERO L'EUROPA RIMARREBBE SPROVVISTA - STIAMO COSTRUENDO UNA UE DEBOLE SULL'ENERGIA, LA TRANSIZIONE ENERGETICA E’ STATA COSTRUITA IN MANIERA TEORICA: PER SOSTITUIRE GLI IDROCARBURI CI VORRÀ TEMPO. - LE SANZIONI NON HANNO FATTO MALE ALLA RUSSIA: VENDE MENO, INCASSA COME PRIMA. NON ERA CHIARO A TUTTI IL COSTO DI QUESTE SANZIONI PER L'EUROPA…”

Paolo Scaroni and Vladimir Putin April jpeg

Gabriele De Stefani per “la Stampa”

 

«Il tetto al prezzo del gas è irrealizzabile, perché non lo vogliono i Paesi del Nord né il mercato, che alla fine comanda. L'Europa dovrebbe pensare soprattutto ad una politica energetica per il futuro, per evitare di avere i prezzi più alti di tutti anche quando la crisi sarà superata». Paolo Scaroni, dodici anni alla guida di Eni ed Enel e oggi deputy chairman di Rothschild, si aspetta un inverno di grandi sacrifici economici: «Ma non credo che il metano mancherà».

 

Perché?

mario draghi roberto cingolani

«Sono abbastanza fiducioso perché la mia esperienza di relazioni commerciali con la Russia mi insegna che normalmente Mosca fa quello che dice. Gazprom non ha mai parlato di interruzione totale delle forniture, al massimo di riduzione dei flussi. Come in effetti sta accadendo. Quindi sono fiducioso che l'Italia non debba preoccuparsi delle forniture, ma dei prezzi».

 

Quindi è d'accordo con il ministro Cingolani che dice che il razionamento non serve perché le riserve sono alte?

«Di certo gli stoccaggi non sono sufficienti, servono anche i flussi. Ma il governo sta facendo bene a riempire le riserve, pur pagando il metano un prezzo carissimo. In ogni caso, se la Russia continuerà a darci i 40 milioni di metri cubi al giorno di oggi e non ci saranno problemi con gli altri fornitori, l'inverno passerà senza particolari restrizioni. Se fossi Cingolani, preparerei un piano d'emergenza, come del resto mi pare stia facendo».

 

PAOLO SCARONI E SILVIO BERLUSCONI CON PUTIN

Lei dice che i russi fanno quel che dicono: Mosca ha minacciato di arrivare a 400 euro per megawattora, cioè un altro 30% in più dei livelli attuali.

«Questo è verosimile che accada ed è giusto che i governi ragionino su piani per calmierare le bollette di famiglie e imprese, come sta facendo anche l'esecutivo italiano».

 

Perché è contrario al tetto al prezzo?

«Semplicemente i fatti dicono che molti Paesi europei non lo vogliono. Tra l'altro il rischio è che non si risolva il problema, perché il metano potrebbe trovare altri compratori nel mondo, in Giappone, Corea o Cina. E in quel caso davvero l'Europa rimarrebbe sprovvista. Diverso sarebbe decidere di fiscalizzare la differenza tra il prezzo pagato dalle aziende e quello che finisce in bolletta, ma qui bisognerebbe capire quale sia la capacità di spesa dello Stato e naturalmente è un altro discorso».

prezzo del gas in europa

 

Dunque vince il mercato. Il governo però ha introdotto una tassa sugli extraprofitti e Draghi ha più volte denunciato le speculazioni.

«Io sono contrario a criteri inseriti a posteriori: non si può dire "hai guadagnato tanto, quindi ti tasso di più". Si potrebbe intervenire con più incisività su chi produce elettricità da fonti rinnovabili e dunque non risente della corsa del metano. In generale, sarebbe meglio una norma che dicesse che tutti i prezzi maggiori di una determinata soglia verranno tassati di più. Una sorta di prezzo amministrato fissato a priori, non a posteriori».

 

prezzo del gas in aumento

Quindi le speculazioni sono solo di chi produce da rinnovabili?

«La speculazione si fonda su previsioni e analisi, si prova a combatterla ma non sempre si riesce. Di certo funziona sulla base delle decisioni di chi opera sul mercato. E, me lo lasci dire, sono compresi gli amici di Bruxelles che spesso sono stati incauti a mercati aperti».

 

A proposito di Europa: quanto paghiamo il Green Deal?

«Il Green Deal va nella direzione giusta e in linea di principio non è in contraddizione con la voglia di liberarci del gas russo e conquistarci l'indipendenza energetica. Ma non è stato chiarito all'opinione pubblica quanto siamo lontani dal sostituire gli idrocarburi: è una strada ancora lunghissima. Credo che il Green Deal sia stato costruito in maniera un po' teorica, con poco pragmatismo e non tenendo sufficientemente in considerazione i tempi lunghi della transizione energetica».

gasdotto

 

Che cosa rischiamo nel lungo periodo?

«Oggi gli Usa pagano il gas un decimo dei Paesi europei: la nostra industria è in una posizione competitiva drammatica. Immaginiamo anche lo scenario migliore, con la guerra finita, i rigassificatori in funzione e nuovi fornitori. Bene, anche in quel caso pagheremmo il metano il doppio o il triplo degli Stati Uniti e anche della Cina. Stiamo costruendo un'Europa strutturalmente debole sull'energia».

aumenta il prezzo del gas

 

Le sanzioni sono state un errore?

«Non discuto gli impatti sull'economia russa, ma per quanto riguarda l'energia, le sanzioni non hanno fatto male alla Russia: vendendo meno, incassa come prima. Forse non era chiaro a tutti il costo di queste sanzioni per l'Europa. Però sia chiaro: che alternativa c'era? Non potevamo rimanere impassibili di fronte all'invasione dell'Ucraina».

 

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…