conte zingaretti

“VOGLIAMO UN CAMBIO DI PASSO, O IL GOVERNO FA POLITICA O CI IMPANTANIAMO” - NELL’INCONTRO DI UN’ORA A PALAZZO CHIGI, ZINGARETTI STRIGLIA CONTE: “OCCORRE METTERE NERO SU BIANCO UN PIANO DETTAGLIATO PER SPENDERE I SOLDI EUROPEI” - “GIUSEPPI” HA FATTO CAPIRE DI VOLER ATTIVARE IL MES MA DI TEMERE IL VOTO IN PARLAMENTO PER LA FRANTUMAZIONE DEL M5S: NON SI POTRÀ SLITTARE OLTRE METÀ OTTOBRE, QUANDO SARÀ NECESSARIO PRESENTARE A BRUXELLES IL PIANO DI RICOSTRUZIONE CON TANTO DI RIFORME…

Marco Conti per “il Messaggero”

 

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

I due sostengono di «aver recuperato un rapporto politico», ma quando si prova a scendere nel concreto, la fragilità dell'alleanza di governo mostra tutta la sua forza. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti arriva a palazzo Chigi nel primo pomeriggio di ieri dopo una settimana di frecciatine divenute vere e proprio bordate nei confronti del presidente del Consiglio e la «palude» nella quale galleggia il governo dopo la Fase2 e gli stati generali.

 

Ad accogliere il segretario dem un Giuseppe Conte sempre più incline a considerare le alte percentuali di gradimento che ritrova nei sondaggi, come segno che la colpa dello stallo non sia sua ma dei partiti che lo sostengono. Poichè uno, il più importante - quello del 33% e della scatoletta di tonno - di fatto si è liquefatto ed è preda di capibastone interni, il Pd di Zingaretti avverte il pericolo di doversi caricare a settembre non solo la probabile sconfitta elettorale alle regionali, ma anche il peso di una crisi economica senza precedenti.

nicola zingaretti giuseppe conte

 

IL NERO

E così i due parlano, per la prima volta dopo molto tempo, quasi un'ora. «Vogliamo un cambio di passo, o il governo fa politica o ci impantaniamo», sostiene Zingaretti. «La pensiamo allo stesso modo: bisogna correre», sostiene Conte promettendo di accelerare il più possibile la macchina del governo specie ora che «occorre mettere nero su bianco un dettagliato piano» per spendere le risorse messe in campo dall'Unione Europea. Franceschini e Orlando sono i due dem che Zingaretti mette a disposizione. Di fatto si sancisce una tregua, almeno sino a settembre, anche perché i due sono uniti da un destino comune.

 

E se Zingaretti ha dovuto alzare i toni per rispondere alle voci critiche che si sono iniziate a levare nel Pd, Conte è consapevole di quanto possa essere complicato governare con un altro partito balcanizzato, oltre al M5S, e di nuovo in fase congressuale. E' per questo che, poco prima del faccia a faccia, il premier tende le mani a Zingaretti sulle regionali sostenendo che «sarebbe una sconfitta per tutti, anche per me, se non si trova un modo per fare un passo avanti. Basterebbe mettere da parte le singole premure».

STATI GENERALI FRANCESCHINI

 

Un appello che il premier rivolge al M5S, ma che cade nel vuoto, oltre ad agitare il dibattito interno al M5S che si divide tra coloro che contestano l'invito ad allearsi con il Pd e l'apertura che lo stesso Conte ha fatto - sempre ieri - a Forza Italia definita «la forza politica più responsabile e dialogante».

 

Un movimentismo, quello del premier, che evidenzia quanto sia incerta la navigazione dell'esecutivo che potrebbe tra qualche settimana scoprire di stare ancora in piedi ma con una maggioranza diversa in forza di quella «sfiducia costruttiva implicita», teorizzata dal costituzionalista Stefano Ceccanti, che non fa cadere governi senza che ci sia pronto «un nuovo equilibrio».

 

conte di maio franceschini

Ed infatti nel dare rassicurazioni sulla volontà di ricorrere al Mes, il presidente del Consiglio non nasconde a Zingaretti il terrore per il voto che dovrà esserci in Parlamento e per le ulteriori spaccature che provocherà nei grillini l'inevitabile ricorso al Meccanismo Europeo di stabilità. Seppur su fronti, per ora opposti, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, lo attendono proprio su questo tema. «L'avvocato del popolo» ne è ben consapevole e cerca di rinviare l'appuntamento che potrebbe celebrare l'ingresso di FI in maggioranza.

di battista di maio

 

Un appuntamento però non potrà slittare oltre metà ottobre, quando verrà presentato a Bruxelles il Piano di ricostruzione italiano con tanto di riforme e di spese anche in campo sanitario. Per evitare di scaricarsi a vicenda l'accusa di immobilismo, Conte e Zingaretti potrebbero a loro volta prendersela con i grillini i quali, non avendo un leader, si preparano a tirarsi fuori da gioco delle responsabilità che a settembre rischia invece di abbattersi su Zingaretti.

 

La voglia di ricucitura con il Pd ha spinto Conte ieri a concedersi una passeggiata a favore di taccuini e telecamere, ma tra i dem aumentano i dubbi sulla capacità di Conte di gestire la Fase3. In attesa di vedere fatti concreti, al Nazareno ci si attrezza per il peggio sollecitando il cambio della legge elettorale. L'accordo risale allo scorso ottobre, quando il Pd votò in quarta lettura il taglio dei parlamentari in cambio di una rapida riforma della legge elettorale. Difficile però che il voto possa esserci prima delle elezioni regionali di settembre, visto che il Pd potrebbe aver bisogno dei voti di FI per far passare una legge elettorale che Iv non vuole.

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...