calenda gualtieri

“VOTERÒ PER GUALTIERI” - CALENDA ANNUNCIA IL VOTO ALL'EX MINISTRO DELL'ECONOMIA: "MICHETTI NON HA UNO STRACCIO DI PROGRAMMA E DI CLASSE DIRIGENTE, MA LA MIA NON È UN’INDICAZIONE DI VOTO URBI ET ORBI" - L’ALT NETTO DI GUALTIERI AI CINQUE STELLE (NON LI VUOLE IN GIUNTA) AGITA IL PD TENDENZA BETTINI-ZINGARETTI. CONTE ATTACCA CALENDA: “E' ARROGANTE” – ROBERTA LOMBARDI: “UNA CERTA SINISTRA RADICAL CHIC CONTINUA A GUARDARE IL M5S CON SENSO DI SUPERIORITÀ”

Maria Egizia Fiaschetti per corriere.it

 

La condizione imprescindibile, oltre all’accento sul programma (dalla turnazione dei vigili al termovalorizzatore), è il veto all’ingresso dei grillini in giunta.

calenda gualtieri

 

In serata Carlo Calenda scopre le carte, ma non arretra sullo sbarramento al M5S: «Voterò Gualtieri perché mi corrisponde di più, Michetti non ha uno straccio di programma e di classe dirigente, ma non è un’indicazione di voto urbi et orbi». Il nodo sostanziale resta l’esclusione dal governo della città dei pentastellati, «che hanno lasciato un disastro epocale».

 

L’ex ministro dell’Economia, che non ha mai aperto all’ipotesi puntando sulle risorse interne alla coalizione di centrosinistra, ribadisce: «Se confermo che non ci saranno i 5 Stelle in giunta? L’ho detto, noi siamo abituati a fare ciò che diciamo». Non bastassero le sue rassicurazioni — la familiarità con il leader di Azione si fonda sulla comune esperienza europea e di governo — interviene anche il segretario del Nazareno, Enrico Letta, che in questa fase gestisce i negoziati rilanciando il «modello Siena»: «Nei prossimi giorni cercherò Calenda, Conte e Renzi e, più in generale, tutti coloro con cui possiamo dialogare. Non sarà un apparentamento, ma una proposta ai cittadini. La sfida ora è tra noi e la destra, il ballottaggio non è la continuazione del primo turno».

calenda gualtieri

 

 

 

Il disappunto dell’ex premier

La nettezza di Gualtieri, però, apre una smagliatura nella trama tessuta a livello nazionale da Goffredo Bettini e nel Lazio da Nicola Zingaretti, ora tra gli sponsor principali di Gualtieri. Dalle parole di Conte traspare chiaro il disappunto per la mossa di Calenda, in qualche modo destinata a minare l’intesa Pd-M5S: «Sta facendo un percorso autoreferenziale. Siamo orgogliosamente forti della nostra storia, lui è all’inizio di un cammino politico nazionale e quindi dettare condizioni agli altri mi sembra quantomeno arrogante».

 

gualtieri raggi calenda michetti

È ancora più indignata Roberta Lombardi, assessora grillina alla Transizione ecologica nella giunta Zingaretti, che punge: «Interessante che mentre il M5S dà prova di apertura al dialogo a tutti i livelli, una certa sinistra radical chic continui a guardare il M5S con senso di superiorità». Se non fosse che i calendiani si blindano e alzano la posta: «Il Pd chiarisca se l’esclusione riguarda solo i politici M5S o anche i tecnici... Non vorremmo che Gualtieri inserisse in squadra qualche collega dello studio di Conte...».

 

Nel frattempo l’ex ministro del Tesoro, che lunedì incontrerà Virginia Raggi, si prepara al comizio finale in piazza San Giovanni (il 16 ottobre) storica roccaforte della sinistra, poi espugnata dal V-Day grillino. Dalle parti di Enrico Michetti, che invece vedrà la sindaca uscente venerdì, si ragiona su come rimpolpare il vantaggio di soli tre punti sull’avversario di centrosinistra. La linea ufficiale vuole che l’unico sherpa sia il programma, ma dietro le quinte sono già partiti i negoziati.

enrico michetti roberto gualtieri virginia raggi carlo calenda foto di bacco

 

 

 

 

Elettorato fluido

Il «tribuno» lanciato da Giorgia Meloni potrebbe pescare consensi sia tra i pentastellati, elettorato fluido più sensibile al voto d’opinione (i sostenitori duri e puri di Raggi non digeriranno mai l’appoggio a Gualtieri) sia tra i sostenitori di Calenda (nei Municipi il voto disgiunto ha premiato il leader di Azione). Raggi, archiviati i toni aspri della campagna elettorale, dopo aver esortato gli avversari a lasciare da parte l’acredine per il bene di Roma, prova ad accreditarsi e a restare in pista con l’invito in Campidoglio rivolto a Gualtieri e Michetti «per fare il punto sui dossier più importanti, tra cui la candidatura a Expo 2030, percorso che deve continuare ad ogni costo».

virginia raggi carlo calenda roberto gualtieri enrico michetti foto di bacco

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)