bossi belsito

LEGA, DOVE SONO I SOLDI? – OGGI IN CASSAZIONE CI SARÀ IL VERDETTO PER UMBERTO BOSSI E FRANCESCO BELSITO SULLA VICENDA DEI 49 MILIONI SCOMPARSI: L’UDIENZA È STATA FISSATA IN TUTTA FRETTA PERCHÉ TRA 48 ORE ARRIVA LA PRESCRIZIONE – IN APPELLO IL SENATUR E L’EX TESORIERE SONO STATI CONDANNATI PER I RIMBORSI ELETTORALI USATI A FINI ILLEGITTIMI: CHE SUCCEDERÀ ORA?

Antonella Mascali per "il Fatto Quotidiano”

 

UMBERTO BOSSI E BELSITO

A meno di un passo dalla prescrizione, oggi ci sarà l' udienza in Cassazione per Umberto Bossi e Francesco Belsito. Il leader storico della Lega e l' ex tesoriere sono stati condannati in Appello, a Genova, per truffa ai danni dello Stato. La loro condanna ha portato all' ormai famoso sequestro di 49 milioni di euro che l' attuale leader del Carroccio Matteo Salvini è riuscito a spalmare su 80 anni. Nel frattempo, Genova indaga per verificare se parte dei soldi della Lega siano finiti in conti occulti all' estero, in particolare in Lussemburgo, proprio per aggirare il sequestro.

LA CANOTTIERA DI BOSSI E I BOXER DI SALVINI

 

La Cassazione, sezione feriale, ha dovuto fissare in tutta fretta l' udienza di oggi perché altrimenti il processo sarebbe finito al macero dato che il reato si prescrive tra 48 ore. Il collegio è presieduto da Fausto Izzo, relatore Piero Messini Dagostini. Per l' accusa ci sarà il sostituto procuratore generale Marco Dall' Olio, come all' udienza in Cassazione di novembre che confermò la confisca milionaria chiesta dalla procura di Genova, a cui aveva dato ragione pure il Riesame. In quel caso fu respinto il ricorso degli avvocati della Lega, così come aveva chiesto anche Dall' Olio.

bossi salvini maroni

 

Bossi e Belsito in Appello sono stati condannati rispettivamente a due anni e 6 mesi e 4 anni e 10 mesi per rimborsi elettorali usati per fini illegittimi grazie alla falsificazione dei bilanci nel periodo 2009-2011. Molti di quei soldi furono spesi per la Bossi "family", per investimenti, secondo l' accusa, in diamanti e altro. Il ricorso è stato presentato sia dalle difese sia dal sostituto pg di Genova Enrico Zucca contro la derubricazione del reato per gli ex revisori dei conti della Lega, Stefano Aldovisi, Antonio Turci e Diego Sanavio condannati non per truffa ma per un reato minore.

 

lega ladrona bossi belsito foto e baraldi

Non certo un dettaglio tecnico questo, ma il nodo centrale dell' udienza su cui puntano le difese di Bossi e Belsito: se i giudici della Cassazione, che sono giudici di legittimità, dovessero riscontrare un vizio nella sentenza d' Appello che ha confermato per l' ex segretario e l' ex tesoriere, invece, il reato di truffa ai danni dello Stato, allora ci sarebbe un colpo di scena da far esultare Salvini per settimane. Infatti, se, in astratto, Bossi e Belsito dovessero vedersi derubricare anche loro il reato, cadrebbe la confisca dei 49 milioni.

 

Ipotesi possibile, ma inverosimile I giudici d' Appello per motivare la truffa ai danni dello Stato hanno scritto che la Lega avrebbe potuto addirittura "in modo tacito e informale sostenere spese in favore di Bossi, per rispetto verso il fondatore del movimento, per riconoscenza, ma la spesa avrebbe dovuto avere regolari giustificativi così da rendere trasparente agli elettori la scelta fatta di come utilizzare i rimborsi, che come tale sarebbe stata insindacabile".

UMBERTO BOSSI E MATTEO SALVINI 4

 

Quindi, concludono i giudici, "i documenti falsificati trasmessi alle Camere hanno condizionato l' erogazione integrale dei rimborsi elettorali". Inoltre, spiegano che non importa se tutti i 49 milioni siano stati "sperperati", "occultati" , "investiti".

È rilevante, invece, che "le disponibilità monetarie, in questo caso del partito politico, si siano accresciute di quella somma, legittimando quindi la confisca in forma diretta del relativo importo". Ovvero 49 milioni. Infatti, i soldi furono incassati anche quando c' era come segretario Roberto Maroni e poi Salvini.Ecco perché la Lega deve restituire il maltolto se oggi la Cassazione confermerà la sentenza d' Appello per Bossi e Belsito contro i quali non si è costituita parte civile.

salvini bossi pontida

Infine, c' è un piccolo incidente. Come ha scritto il Secolo XIX , ieri, durante la trasmissione degli atti dalla Corte d' Appello in Cassazione si sarebbe perso un faldone. Un fatto già accaduto tante volte per altri processi. Ma la Cassazione non ha bisogno di tutti gli atti, essendo giudice di legittimità e, quindi, non dovrebbe pesare sul processo. Certo, gli avvocati potrebbero appigliarsi a questo per una mossa disperata: chiedere il rinvio che, se concesso (improbabile) porterebbe alla prescrizione. Ma resterebbe la confisca dei 49 milioni.

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?

giorgia meloni volodymyr zelensky viktor orban vladimir putin antonio costa

DAGOREPORT – IL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO INIZIERÀ IL 18 DICEMBRE, MA NON SI SA QUANDO FINIRÀ, NÉ COME: IN BALLO C'E' IL FUTURO DELL'UNIONE - DA TRUMP ALL'UCRAINA, I 27 LEADER DOVRANNO PRENDERE DECISIONI CRUCIALI E NON PIU' PROCASTINABILI, PENA LA TOTALE IRRILEVANZA NELLA GEOGRAFIA MONDIALE - E QUI VIENE IL BELLO: CHI SI METTERA' DI TRAVERSO PONENDO IL DIRITTO DI VETO E MANDANDO ALL'ARIA TUTTO? ORBAN FARÀ IL SOLITO GUASTAFESTE FILO PUTIN? E GIORGIA MELONI, CHE HA FATTO ORMAI LA SUA DEFINITIVA SCELTA TRUMPIANA, PRESSATA DAL SUO VICE PREMIER SALVINI CHE HA GIÀ CONSEGNATO L'UCRAINA ALLA RUSSIA, RIUSCIRÀ A CONTINUARE A TENERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE? AH, SAPERLO....