oettinger

LEGGERE OETTINGER E AVERE L'IRREFRENABILE VOGLIA DI VOTARE PER ALBA DORATA, O PER L'ISIS - ''L'ITALIA CI PENSI TRE VOLTE PRIMA DI DELUDERE LE ASPETTATIVE DELL'UNIONE EUROPEA SUI CONTI PUBBLICI. UN CONFLITTO SEMPRE PIÙ TESO CON NOI POTREBBE SCUOTERE LA FIDUCIA DEGLI INVESTITORI. SE NON ATTUERÀ SIGNIFICATIVE MISURE DI AUSTERITÀ, AVVIEREMO LA PROCEDURA IN SETTIMANA'' - E IL BRACCIO DI FERRO CON FRANCIA E GERMANIA SU CAROLA COMPLICA I DOSSIER

1. UE:OETTINGER,POSSIBILE INFRAZIONE ITALIA IN SETTIMANA

OETTINGER

 (ANSA) - Se il governo italiano non attuerà significative misure di austerità, la Commissione europea potrebbe avviare la procedura di infrazione in questa settimana. Lo dice il commissario europeo al Bilancio, Guenther Oettinger, in una intervista al Rhenische Post. "Bisogna vedere se, in questi giorni, gli italiani soddisferanno le richieste della Commissione per quanto riguarda sia le entrate sia le uscite del progetto di bilancio per il 2020. Se non lo faranno, non avremo margini di manovra per evitare la procedura di infrazione", sostiene Oettinger.

 

Oettinger ha poi aggiunto che "il governo italiano deve pensarci tre volte prima di deludere le aspettative dell'Ue" in materia di conti pubblici. Ed ha rilevato che, "nel lungo periodo, un conflitto sempre più teso con l'Ue, potrebbe scuotere la fiducia degli investitori" nei confronti dell'Italia.

IL TWEET DI OETTINGER SULLA MANOVRA ITALIANA

 

 

2. IL BRACCIO DI FERRO CON FRANCESI E TEDESCHI COMPLICA I DOSSIER CON L'UNIONE EUROPEA

Alberto Gentili per “il Messaggero

 

L'escalation non si ferma. Il caso Sea Watch e l'arresto di Carola Rackete spinge la zuffa sui migranti che mette in prima fila Matteo Salvini, con la sponda di Giuseppe Conte e di Luigi Di Maio, al massimo livello delle cancellerie europee. Sabato erano stati i ministri di Esteri e Interni di Germania e Francia a criticare l'arresto della cittadina tedesca. Ieri sono scesi in campo il presidente della Germania, Frank-Walter Steinmeier, e il presidente francese Emmanuel Macron.

 

IL RISIKO

GUNTHER OETTINGER

Una situazione che complica, e non poco, le partite che l'Italia si trova a giocare sui tavoli europei: il risiko delle nomine che non si è chiuso di certo la scorsa notte, e la procedura d'infrazione per debito che verrà decisa martedì dalla Commissione di Bruxelles. Premesso che sarebbe ridicolo - come vorrebbe qualcuno dei partner Ue - mercanteggiare sul doppio tavolo conti-migranti, è pur vero che senza la sponda di Berlino e Parigi per il governo italiano non sarà facile uscirne bene. «Perché senza quella sorta di complicità e attitudine all'intesa che ha sempre contraddistinto i rapporti con Parigi e Berlino, diventa tutto più difficile, l'isolamento più grave e marcato», dice un'alta fonte diplomatica.

 

LA VISITA IN AUSTRIA

Anche per questo la spirale di rissa allarma e preoccupa Sergio Mattarella. Il capo dello Stato, che oggi sarà in visita in Austria e sicuramente lancerà qualche segnale di distensione, è da sempre convinto sostenitore del dialogo e del confronto pacato. Soprattutto con gli altri Stati fondatori dell'Unione, Francia e Germania appunto. Basti ricordare con quanto impegno il Presidente si sia speso in febbraio per ricucire la crisi diplomatica con Parigi (innescata dall'incontro di Di Maio con il leader più estremista dei Gilet Gialli), che portò al ritiro dell'ambasciatore francese. Come nel 1940, quando Mussolini dichiarò guerra alla Francia.

GUNTHER OETTINGER

 

In più, lo scontro non avviene con Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia (i Paesi di Visegrad), che hanno sempre respinto ogni richiesta italiana di accogliere i migranti sbarcati sulle nostre coste, ma con due Stati che (salvo qualche eccezione) hanno spesso aderito agli appelli del premier Giuseppe Conte e del ministro degli Esteri Enzo Moavero a farsi carico dei piani di redistribuzione. È accaduto anche in queste ore per i 42 immigrati a bordo della Sea Watch3. In tutto questo, a sorpresa, arriva un assist dell'Olanda a Salvini. Però di certo ininfluente sui dossier scottanti. L'altra sera, quando ormai la Sea Watch3 era stata sequestrata e la Rackete arrestata, da L'Aia è partita una strana mail. Mittente, la segretaria di Stato all'immigrazione Ankie Broekers-Knol. Destinatario, il nemico giurato del premier olandese Mark Rutte: Salvini, appunto.

 

GUNTHER OETTINGER

Sostanza della missiva: fate bene a bloccare gli sbarchi dalle navi Ong che «facilitano le operazioni dei criminali scafisti» e comunque «noi olandesi non intendiamo prenderci migranti, il loro ricollocamento è uno spreco di sforzi e di risorse finanziarie dei contribuenti che va evitato». Di più. La ministra de L'Aia, in un sussulto di sincerità o più probabilmente di opportunismo, dà ragione a Salvini: «L'Olanda sottoscrive pienamente, in virtù della legge internazionale, l'obbligo di trarre in salvo le persone in mare. Tuttavia, come Lei giustamente osserva, gli interventi della Sea-Watch3 non dovrebbero affiancare e facilitare gli scafisti».

 

La mossa olandese

squarcia il velo di ipocrisia: una larga fetta dell'Unione - quella del Nord e dei Paesi di Visegrad, ma anche l'Austria - è ben contenta che sia Salvini a fare il lavoro sporco, sbarrando le frontiere meridionali d'Europa e cancellando ogni pool factor, il fattore di spinta o di attrazione a tentare la traversata del Mediterraneo. Molti partner europei protestano, stigmatizzano, accusano il responsabile dell'Interno di disumanità, ma se ne servono per lanciare un messaggio chiaro ai migranti: nel Vecchio Continente in crisi non c'è spazio per loro.

OETTINGER

 

GOVERNI TRABALLANTI

L'ondata migratoria, come hanno confermato le elezioni continentali del 26 maggio, fa infatti traballare i governi, gonfia di voti l'ultradestra. E con l'eclissi del benessere diffuso, lascito esaurito delle democrazie liberali barcollanti, l'assalto dei disperati dall'Africa è diventato la vera minaccia agli occhi di una larga parte dell'opinione pubblica. Così, improvvisamente, e senza chiederlo, Salvini si ritrova a fianco lo strano alleato. Quel Rutte che non perde occasione, e l'ha fatto ancora ieri al Consiglio straordinario di Bruxelles, per martellare Roma e i suoi conti.

 

CAROLA RACKETESALVINI SEEHOFERsea watch salvini

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…