MA DI CHE MES VI LAGNATE! – COTTARELLI: L’ITALIA PUÒ AVERE DALLO “SURE” 15/20 MILIARDI PER FINANZIARE LA CASSA INTEGRAZIONE. LA BEI SCUCE IN TOTO 200 MILIARDI PER FINANZIARE LE IMPRESE CON PARZIALE GARANZIA DEI PAESI EUROPEI. CERTO, PER I RECOVERY FUNDS CI VORRÀ TEMPO, MA GLI EFFETTI ECONOMICI DEL CORONAVIRUS SI FARANNO SENTIRE A LUNGO - QUANTO AL MES CHE VENIVA CONCESSO IN CAMBIO DI TAGLI E TASSE E TROIKA; ORA, LEGATO SOLO ALL'EMERGENZA SANITARIA, È SENZA CONDIZIONALITÀ – INTANTO LA BCE COMPRA 240 MILIARDI DI TITOLI DI STATO ITALIANI. COSA VOLETE DI PIÙ?

Carlo Cottarelli per La Stampa

carlo cottarelli

 

Ormai la questione del sostegno finanziario dall' Europa contro la crisi da coronavirus è diventata pura guerra di comunicazione. I fatti non contano più. Contano solo gli slogan. Se ne sono dette troppe sull' accordo raggiunto dall' Eurogruppo il 9 aprile e non resisto alla tentazione di chiarire un po' di cose.

A parte interventi di portata minore, l' accordo (che dovrà essere recepito il 23 aprile dal Consiglio Europeo) comprende 4 componenti.

IL BOARD DEL MES

 

Le prime due non sono state oggetto di controversie particolari per cui non mi dilungo.

La prima è lo «Sure», lo strumento di erogazione di prestiti a tasso agevolato proposto della Commissione Europea per finanziare le spese per i sistemi di protezione del lavoro (tipo cassa integrazione). Sarebbe pari a 100 miliardi e la Commissione si finanzierebbe emettendo titoli dietro garanzia fornita dai Paesi dell' Unione. Non si può chiamarli eurobond, per non urtare la sensibilità dei Paesi nordeuropei (che identificano il termine con la mutualizzazione del debito pubblico passato), ma cos' altro sono?

europarlamento

 

All' Italia spetterebbero finanziamenti compresi probabilmente tra i 15 e i 20 miliardi, quasi un punto percentuale di Pil. Non mi sembra poco.

 

EUROPA DIVISA

La seconda componente è la linea di credito di 200 miliardi che sarà messa a disposizione dalla Banca Europea degli Investimenti (Bei) per fornire garanzie e finanziare le imprese. Non si sa quanto andrà a quelle italiane. Dipende dalla validità dei progetti presentati. Anche qui le risorse vengono da titoli emessi dalla BEI con parziale garanzia dei Paesi europei. Altri eurobond quindi.

 

Le terza componente (il Fondo per la Ripresa) e, soprattutto, la quarta, la nuova linea di credito del Mes, sono state invece al centro di un infuocato dibattito politico. Cominciamo dal Fondo per la Ripresa.

 

europarlamento

Le intenzioni sono buone. Il Fondo sarebbe uno strumento «temporaneo, mirato e di importi commisurati ai costi straordinari della crisi». Quindi non una piccola cosa. E i finanziamenti verrebbero almeno in parte dalla emissione di titoli. Il problema è la vaghezza della proposta. Il comunicato dell' Eurogruppo non cita neppure una cifra sulla dimensione del fondo. Dice solo che «Sulla base delle indicazioni fornite dai Leader, le discussioni sugli aspetti legali e pratici di tale fondo prepareranno le basi per una decisione».

european banking authority eba

 

Campa cavallo, verrebbe da dire. Però si è aperta la strada verso un' emissione di titoli comuni per sostenere la ripresa economica(di nuovo, non chiamiamoli «eurobond»).

Quanto ai tempi, se qualcuno pensa che servano risorse solo nell' immediato, si sbaglia di grosso. Gli effetti economici del corona virus si faranno sentire per parecchio tempo.

 

CONSIGLIO DI EUROPA

Passiamo al Mes, o meglio, alla nuova linea di credito erogata con risorse del Mes, il fondo salva stati. Questo si finanzia prevalentemente con l' emissione di titoli garantiti dai Paesi europei (pure questi sarebbero eurobond ma...). Si tratta di prestiti a tassi agevolati per un importo che, per l' Italia, sarebbe pari a 36 miliardi (il 2 per cento del Pil). Qui è dove nel nostro Paese il dibattito rasenta l' assurdo.

 

angela merkel euro europa 5

Il problema è che il Mes è ormai inteso dai più come sinonimo di austerità perché, in passato, i prestiti del Mes venivano concessi in cambio di tagli al deficit pubblico. Ora, il comunicato dell' Eurogruppo dice: «Il solo vincolo per accedere alla linea di credito sarà che i membri dell' area dell' euro che richiedono il sostegno si impegnino a usare questa linea di credito per sostenere il finanziamento dei costi sanitari diretti e indiretti per cura e prevenzione dovuti alla crisi del Covid-19».

Gualtieri Conte

 

Quindi la condizione non è quella di spendere meno (alias austerità) ma di spendere di più, seppure per cose legate (ma anche indirettamente) all' emergenza sanitaria. C' è puzza di fregatura, direbbe qualcuno, forse perché il Comunicato anche dice che «Le regole del trattato sul Mes saranno seguite».

 

Probabilmente questo richiederà una valutazione della sostenibilità del nostro debito pubblico come condizione per il prestito. Ma a nessuno verrebbe mai in mente in questo momento di dire che il debito italiano non è sostenibile, quando la Bce ci sta finanziando alla grande. Il comunicato dice anche che, passata la crisi, i Paesi «rimarrebbero impegnati a rafforzare i propri fondamentali economici e finanziari, in linea con i contorni della coordinazione e la sorveglianza economica e fiscale della Ue, inclusa la flessibilità applicata dalle istituzioni Ue competenti».

europa

 

Insomma, un vaghissimo impegno a continuare a rispettare le regole europee sui conti pubblici, dopo la crisi. Cosa che peraltro saremmo tenuti a fare comunque.

Ma tutto questo non basta.

 

Da un lato si grida al tradimento. Dall' altro si giura che mai e poi mai chiederemo un prestito al Mes. Insisteremo invece sugli eurobond. La realtà è che nessuno ormai si preoccupa di spiegare all' opinione pubblica perché il Mes senza condizionalità (se non quella di spendere soldi) e a tassi di interesse sovvenzionati non andrebbe bene.

BEPPE GRILLO E BANDIERA EUROPA

 

Né ci si preoccupa di notare che, seppure, lentamente, l' Unione Europea si sta avviando a estendere le emissioni in comune di titoli pubblici, già in uso per Bei e Mes, al finanziamento di altre iniziative (lo SURE, il Fondo per la Ripresa).

Non chiamateli eurobond perché al nordeuropa il termine fa venire l' orticaria. Ma questo sono.

 

angela merkel euro europa 1

Non posso chiudere senza ricordare di nuovo (repetita iuvant) un altro punto fondamentale. Per quanto utili siano le nuove iniziative di finanziamento concordate dall' Euro gruppo, il principale contributo al finanziamento del deficit pubblico italiano quest' anno ci verrà dalla Bce, con acquisti dell' ordine di 240 miliardi di titoli di stato italiani. Si tratta di ordini di grandezza enormi rispetto ai numeri sopra citati. Perché non lo si vuole riconoscere?

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…