bielorussia lukashenko

MA CHE SORPRESA: IN BIELORUSSIA HA VINTO LUKASHENKO – L’ULTIMO DITTATORE D’EUROPA, AL POTERE DAL 1994, HA OTTENUTO L’80% DEI VOTI E LA “SFIDANTE” TIKHANOVSKAYA IL 9,9% – TRA FERMI, INTIMIDAZIONI, CARRI ARMATI PER LE STRADE, SONO STATI ARRESTATI PURE 30 OSSERVATORI INTERNAZIONALI, COME POTEVA FINIRE ALTRIMENTI? – GLI SCONTRI CON LA POLIZIA - VIDEO

 

 

 

 

1 – BIELORUSSIA, LUKASHENKO VINCE PRESIDENZIALI CON 80,23% VOTI

alexander lukashenko

 (LaPresse) - Il presidente in carica della Bielorussia Alexander Lukashenko ha vinto le elezioni presidenziali con l'80,23% dei voti, mentre la sua sfidante Svetlana Tikhanovskaya ha ricevuto il 9,9% dei voti. Lo ha riferito Lidia Yermoshina, presidente della Commissione elettorale centrale bielorussa, citata da Interfax.

 

Secondo i dati preliminari Andrei Dmitriev si sarebbe fermato invece all'1,04% dei voti, Anna Kanopatskaya all'1,68%, Sergei Cherechen all'1,12%. I dati definitivi saranno resi noti entro la fine della settimana.

scontri in bielorussia

 

2 – IL TRIONFO DI LUKASHENKO. CONTRO I MANIFESTANTI LE GRANATE DELLA POLIZIA

Luigi Guelpa per “il Giornale”

 

Soltanto oggi in giornata si concluderanno le operazioni di scrutinio in Bielorussia, ma dai primi exit poll la vittoria non dovrebbe sfuggire al presidente uscente Alexander Lukashenko, al potere dal 1994.

 

Le proiezioni parlano di un 82% di preferenze su una sfidante comunque agguerrita, Svetlana Tikhanovskaya, moglie del blogger Sergei Tikhanovsky, arrestato ed estromesso dalla corsa elettorale.

svetlana tikhanovskaya 1

 

Alle presidenziali, viziate da arresti (persino di 30 osservatori internazionali), fermi, intimidazioni, e con i carri armati schierati per le strade di Minsk, non si sono presentati altri candidati in grado di dare del filo da torcere a «batka», il piccolo padre, soprannome dal sapore sovietico con cui viene chiamato Lukashenko.

 

Andrey Dmitriev è un moderato che ha criticato l'attuale establishment senza mai scendere in piazza. L'imprenditore Serghei Cherechen, presidente del Partito socialdemocratico Hramada, è per lo più sconosciuto al grande pubblico e per i media di Minsk potrebbe diventare un avversario temibile alla prossima tornata. Mentre Anna Konopatskaya, parlamentare d'opposizione dal 2016 al 2019, è ritenuta la candidata di disturbo del governo, ma al tempo stesso una sorta di creatura dello stesso Lukashenko.

 

alexander lukashenko 2

Il padre padrone della Bielorussia, definito in passato dal Dipartimento di Stato americano l'ultimo dittatore d'Europa, è al potere da 26 anni, ma deve fare i conti con una grave situazione economica. Gli stipendi restano molto bassi e per la popolazione la vita è comunque cara. Per questo si registra, fuori dalle città, una forte spinta migratoria, in particolare verso la Polonia.

 

Le relazioni con Mosca si sono inoltre incrinate dopo l'annessione della penisola di Crimea alla Russia. A rendere i rapporti con il Cremlino ancora più complicati si aggiunge il recente arresto, a Minsk, di 32 membri russi della compagnia privata Wagner. Secondo le autorità bielorusse avrebbero tentato di destabilizzare il voto. La Tikhanovskaya, uscendo dal seggio di Minsk, è stata acclamata dalla folla che le urlava, «ben fatto Sveta».

esercito a minsk

 

La candidata, che vive da giorni blindata, scortata da guardie del corpo, ha spiegato di temere una «frode spudorata». «Non sarebbe la prima volta. Ho temuto anch' io di finire in manette». Che la situazione sia tesa emerge anche dalla notizia della fuga repentina di Veronika Tsepkalo, una delle principali alleate della Tikhanovskaya, costretta a lasciare il Paese per timore di essere arrestata.

proteste in strada a minsk 3

 

Avrebbe raggiunto in Germania il marito Valery, ex ambasciatore diventato uno dei più importanti oppositori di Lukashenko. Veronika Tsepkalo, così come Maria Kolesnikova, la responsabile della campagna elettorale di Viktor Babaryko, altro dissidente finito dietro le sbarre e che non ha potuto candidarsi, si sono alleate con la Tikhanovskaya creando un trio di donne che in queste settimane è stato il principale gruppo anti- Lukashenko.

proteste in strada a minsk 2

 

«Nessuno ha condotto una repressione in violazione della legge e nessuno la condurrà», tuona il presidente. Eppure solo nelle ultime due giornate sono stati arrestati almeno 5 giornalisti e due cameramen russi «colpevoli» di aver intervistato Tikhanovskaya e ieri pomeriggio è stata fermata anche la cronista locale Katsyaryna Tkachenka.

 

In serata sono scoppiati scontri con feriti a Minsk tra forze dell'ordine che ha sparato granate stordenti contro i manifestanti dopo che sono stati diffusi gli exit poll. Notizie di arresti anche tra i giornalisti stranieri. Nonostante il quasi scontato successo, la popolarità di Lukashenko perde colpi.

 

elezioni in bielorussia

Sta maturando una nuova generazione di nati al di fuori dell'epoca dell'Unione Sovietica che hanno una visione è un'aspettativa non più compatibili con quanto Lukashenko può offrire. Gli oppositori, così come gli elettori delle aree rurali del Paese, non gli hanno perdonato ad esempio la pessima gestione dell'epidemia di Covid-19, da lui bollata come «una psicosi». «Solo avvicinandoci all'occidente e all'Ue possiamo salvare la Bielorussia dal baratro. Ma tutto questo può avvenire sotto una nuova guida», aveva spiegato dall'esilio Valery Tsepkalo.

 

polizia in strada a minsk proteste in strada a minsk2proteste in strada a minsk 1 alexander lukashenko1proteste in strada a minsksvetlana tikhanovskaya arresti a minsk alexander e nikolaj lukashenkobielorussia lukashenkoLukashenko

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...