matteo renzi giuseppe conte

MA QUALE RECOVERY, IL VERO MOTIVO PER CUI RENZI E CONTE LITIGANO SONO LE NOMINE! – DA MESI CI SONO CENTINAIA DI POLTRONE DELLE SOCIETÀ NON QUOTATE CHE CONTINUANO A GALLEGGIARE IN UN REGIME DI PROROGA FUORI DAI LIMITI DI LEGGE – CONSAP, TRENITALIA, RFI, GESTORI ENERGETICI: MATTEUCCIO CONTINUA AD ALZARE LA POSTA, E PURE LEU (D’ALEMA) VUOLE AVERE VOCE IN CAPITOLO

GIUSEPPE CONTE MATTEO RENZI - BY GIANBOY

Alessandro Da Rold per “la Verità”

 

Tra gestione del Recovery plan, chiarimento sul governo e possibile rimpasto, c'era anche un altro piatto forte all'incontro saltato tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte, ovvero le nomine nelle aziende pubbliche.

 

giuseppe conte paola de micheli

Da mesi centinaia di poltrone nelle società non quotate (tra cda e collegi sindacali) continuano in un regime di proroga fuori dai limiti di legge, come certificato da un parere in mano al ministero dell'Economia di Roberto Gualtieri. Nelle scorse settimane è stato sciolto almeno il nodo Consip, anche perché la società appaltante della Pa non poteva restare ferma in tempi di emergenza sanitaria. Ma il resto, da Consap a Trenitalia, da Rfi fino ai gestori energetici (Gse, Gme e Acquirente unico), è ancora tutto da chiarire. Da settimane ormai vengono rinviati consigli di amministrazione e assemblee.

giuseppe conte roberto gualtieri

 

E fino a quando Renzi e Conte non si chiariranno è molto probabile che lo stallo continui. Nei giorni scorsi c'è stato anche il caso eclatante di Ferrovie dello Stato, dove il consiglio di amministrazione ha bocciato le nomine proposte dall'ad Gianfranco Battisti per conto dell'azionista, ovvero il Mef. A far deflagrare la votazione è stato il presidente, Gianluigi Castelli, che ha deciso di votare no, opponendosi allo stesso Battisti, alle decisioni di Gualtieri e persino a quelle del ministro dei Trasporti, Paola De Micheli.

gianfranco battisti

 

Oggi è previsto un nuovo consiglio di amministrazione. A quanto risulta alla Verità potrebbe slittare un'altra volta la decisione, ma in ogni caso la situazione si ripresenterà a breve, quando saranno proposti gli stessi nomi dell'altra volta. E sembra che questa volta a essere sfiduciato potrebbe essere Castelli, che nei giorni scorsi avrebbe ricevuto una telefonata di fuoco proprio dal ministro De Micheli per il fuoco di sbarramento della scorsa settimana.

 

gianluigi castelli 5

Ci sono da rinnovare i board di Rfi,Trenitalia e Italferr. C'è da farlo in fretta. Dietro le liti sul comparto ferroviario c'è la mano di Renzi, che sta cercando forse di riprendere in mano l'azienda. E non è un caso che proprio Castelli entrò in Fs nel 2016 quando c'era Mazzoncini. Ma a lato delle ferrovie c'è anche un'altra battaglia che frena l'assegnazione degli incarichi nelle società non quotate.

ETTORE ROSATO

 

È quella su Consap, società assicurativa pubblica, piccola ma strategica. Anche su questa i renziani hanno puntato i piedi con il coordinatore Ettore Rosato, un passato da impiegato in Generali. Prima dell'incontro con Renzi sembrava che il nuovo amministratore delegato di Consap potesse essere Vincenzo Cirasola, agente Generali a Bologna. Ma su questo Conte e il sottosegretario Riccardo Fraccaro hanno fatto muro, rilanciando sul nome di Vincenzo Federico Sanasi D'Arpe, già consigliere dell'ex senatore dc Emilio Colombo, con un passato in Assicurazioni di Roma. Ieri infatti è stata di nuovo rinviata.

 

VINCENZO CIRASOLA

Su Consap scalpita poi il presidente Mauro Masi, l'ex direttore generale della Rai in pensione, ma sostenuto da Gianni Letta. Masi vuole restare in sella, nonostante una condanna della Corte dei conti da 100.000 euro per il periodo Rai e saldata a ottobre 2020. Conte deve anche confrontarsi con Massimo D'Alema e con la pattuglia di Leu.

 

Il piccolo partito di sinistra spinge per mettere Filippo Bubbico in Acquirente Unico, mentre i 5 stelle puntano su Maurizio Delfanti dentro il Gse. In Gme dovrebbe invece arrivare Andrea Peruzy, ex dalemiano ora renziano. Ma è solo l'antipasto. Tra primavera ed estate del 2021 dovranno essere rinnovati anche i consigli di Cdp e Saipem, aziende strategiche e «diplomaticamente» sensibili. Anche per questo Renzi, forte della vittoria di Joe Biden negli Usa, continua ad alzare la posta con Conte.

Filippo Bubbicomatteo renzi teresa bellanova

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