MACRON È NERVOSO PERCHÉ TUTTA LA SUA STRATEGIA È ANDATA A RAMENGO - PASCAL BONIFACE, DIRETTORE DELL’ISTITUTO DI RELAZIONI INTERNAZIONALI E STRATEGICHE DI PARIGI: “LA GUERRA IN UCRAINA RIMETTE TOTALMENTE IN CAUSA LA SUA POLITICA ESTERA. NEL NOVEMBRE 2019 MACRON DICEVA CHE LA NATO ERA IN STATO DI MORTE CEREBRALE, OGGI È L'AUTONOMIA STRATEGICA EUROPEA A ESSERE IN STATO DI MORTE CEREBRALE” – “LA FRANCIA HA NECESSITÀ DI COORDINARSI CON I PAESI DEL SUD. ALTRIMENTI RISCHIA DI PRENDERE DECISIONI SBAGLIATE, COME…”

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pascal boniface pascal boniface

Estratto dell’articolo di Francesca Pierantozzi per “il Messaggero”

 

La guerra in Ucraina ha «rivoluzionato la dottrina geopolitica della Quinta Repubblica e anche di Emmanuel Macron»: per Pascal Boniface, direttore dell'Iris, l'Istituto di Relazioni internazionali e strategiche, il presidente francese si trova a seguire una linea che capovolge i principi cardine che avrebbe voluto seguire, ovvero l'autonomia strategica dell'Europa e mantenere una libertà di manovra tra Est e Ovest.

 

La politica estera è tradizionalmente un ambito di pertinenza del presidente. Le posizioni di Macron non risentono anche del clima interno?

«Le condizioni di politica interna non hanno avuto una grande ripercussione sulle scelte di politica estera né nel primo mandato né nel secondo. Prima sul fronte interno ha dovuto vedersela con i Gilets Jaunes, ora ha perso la maggioranza assoluta all'Assemblée Nationale e fa fronte a una protesta molto dura contro la riforma delle pensioni.

EMMANUEL MACRON EMMANUEL MACRON

 

Ma non mi sembra che queste condizioni abbiamo un impatto fondamentale sulle scelte di politica estera. Molto più determinante è la situazione internazionale […]».

 

La guerra in Ucraina ha imposto alla Francia di Macron dei cambiamenti di rotta?

«Questa crisi rimette totalmente in causa la politica estera francese, non solo quella di Emmanuel Macron, ma tutta la linea concepita dall'inizio della Quinta Repubblica. Il Dna geopolitico della Quinta repubblica è sempre stato quello di avere delle relazioni forti e ricche con Mosca per garantire dei margini di manovra più ampi alla Francia, che non si è mai considerata unicamente un paese occidentale, un paese membro dell'alleanza atlantica, sì, ma un paese alleato e non un paese allineato.  Tutto questo ora è finito, e non sarà più possibile a lungo.

 

EMMANUEL MACRON E GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON E GIORGIA MELONI

Archiviata, almeno per ora, l'idea, cara a Macron, di un'autonomia strategica per l'Europa: nessuno la vuole più perché, a torto o a ragione, tutti ritengono che la Russia rappresenti una gravissima minaccia militare e che proteggersi bisogna non solo avvicinarsi agli Stati Uniti, ma anche aumentare la loro presenza in Europa.

 

Questo significa un totale capovolgimento di quella che è sempre stata la strategia della Francia, e anche quella di Macron che ha sempre rivendicato in politica estera una linea che va da De Gaulle a Mitterrand. Nel novembre 2019 Macron diceva che la Nato era in stato di morte cerebrale, oggi è l'autonomia strategica europea a essere in stato di morte cerebrale».

 

[…] Ritiene che la Francia abbia interesse a guardare non solo a est ma anche a sud?

«[…] Anche se possono esserci divergenze politiche, la Francia ha necessità di coordinarsi con i paesi del sud, Italia, Spagna, Portogallo, Grecia. Altrimenti l'Europa rischia di prendere decisioni sbagliate, come quella, per esempio, di un ingresso troppo precipitoso dell'Ucraina nell'Unione».

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