paola taverna luigi di maio vito crimi giovanni malago' vincenzo spadafora

MAL DI PANZA A 5 STELLE – TUTTI CONTRO TUTTI ALLA RIUNIONE DEI DEPUTATI E SENATORI DEL M5S: LA QUESTIONE SPADAFORA È LA PUNTA DELL’ICEBERG SU CUI STA PUNTANDO DRITTO LA NAVE DEL MOVIMENTO – LA DELUSIONE PER LE PRESIDENZE DI COMMISSIONE, LE TROPPE CORRENTI, I GIOVANI CHE SCALPITANO PER AVERE PIÙ VISIBILITÀ E IL CASINO DELLE RENDICONTAZIONI, CON LE MAIL AI MOROSI, TRA CUI PAOLA TAVERNA, CHE DA 7 MESI NON FA UNA RESTITUZIONE. NEL BORDELLO IL PARTITO È RETTO DA CRIMI. ANCORA PER QUANTO?

1 – NEL M5S VACILLANO SPADAFORA E CRIMI

Sarina Biraghi per “la Verità”

 

luigi di maio vito crimi

Dalle presidenze delle commissioni alla legge sullo sport passando per le rendicontazioni. Senza dimenticare i mugugni contro il reggente Vito Crimi e la solita piattaforma Rousseau. La riunione congiunta di deputati e senatori del M5s, ieri sera, aveva come primo punto all' ordine del giorno la questione sport, dopo i rumors sulle dimissioni da ministro che Vincenzo Spadafora avrebbe presentato al premier, Giuseppe Conte, il quale le avrebbe «congelate».

 

spadafora malagò

È proprio questa l' ultima grana per il Movimento che sta attraversando una crisi di mezza estate. In realtà non si tratterebbe di dimissioni complete ma di restituzione della delega allo Sport e non di quella alle Politiche giovanili.

 

Nel mirino, la bozza di legge per la riforma che coinvolge il Coni, la neonata società Sport e servizi e il Dipartimento di Palazzo Chigi, cui Spadafora sta lavorando da mesi ma che è stata sconfessata proprio dai parlamentari «sportivi» grillini, perché considerata troppo filo Coni e lontana dalla «linea politica» dei 5 stelle. Insomma, per i ribelli sarebbe «una controriforma», che fa a pezzi la «rivoluzione» dell' ex sottosegretario leghista con delega allo sport, Giancarlo Giorgetti.

 

LUIGI DI MAIO GIANCARLO GIORGETTI GIOVANNI TOTI

«Nessun attacco personale nei confronti di Spadafora, nessun agguato. Abbiamo solo preso tempo per chiarire alcuni punti critici della riforma dello sport, per questo abbiamo chiesto di rimandare la riunione con la maggioranza.

 

Certo, se Spadafora si fosse ricordato di essere un ministro del M5s, non si sarebbe arrivati a questo». Queste le parole del pentastellato Felice Mariani, tra i firmatari della missiva indirizzata dal direttivo M5s al ministro Spadafora per chiedergli di stoppare la bozza della riforma , pronta ad approdare in cdm.

FELICE MARIANI

 

Il vertice serale però doveva analizzare anche gli aspetti critici della trattativa condotta con le altre forze di maggioranza sul rinnovo delle commissioni parlamentari, tutta basata sul manuale Cencelli, che però non ha funzionato.

 

PAOLA TAVERNA PRIMA DOPO

Vertice in cui molti avrebbero chiesto il rinnovo anticipato dei direttivi di Montecitorio e Palazzo Madama, aprendo un focus anche sulla leadership, attualmente affidata al capo politico pro tempore, Vito Crimi, in attesa che si svolgano le consultazioni con gli iscritti per la scelta del successore di Luigi Di Maio.

 

Tra questi era circolato il nome di Paola Taverna, l' anima verace e popolare del movimento, tra le più critiche con il Pd e fedelissima di Di Maio, dopo la rottura M5s-Lega ma che, come anticipato dalla Verità, da 7 mesi non restituisce neanche un euro degli emolumenti percepiti in qualità di parlamentare al Movimento, che poi li utilizza per finanziare piccole e medie imprese e progetti utili alla collettività.

 

DAVIDE CASALEGGIO LUIGI DI MAIO VITO CRIMI

L' ultima rendicontazione disponibile relativa alla Taverna, infatti, risale a dicembre 2019, quando su uno stipendio di 14.214,39 euro, alla voce «Totale restituito nel mese», c' è un importo di 2.000 euro. Certamente la Taverna non è la sola ritardataria, tanto che ieri, in una lettera inviata direttamente dal Collegio dei probiviri, il tribunale interno del M5s ha diffidato «formalmente» diversi parlamentari per le mancate rendicontazioni, chiedendo loro di completarle entro la fine di agosto.

 

L' email, che, secondo fonti parlamentari, è arrivata a un numero elevato di eletti, specifica che la mancata rendicontazione «può costituire violazione dello Statuto e del Codice etico del M5s, oltre che degli impegni presi nei confronti di tutti i cittadini che l' hanno votata». In caso di mancata rendicontazione dei pagamenti, entro la fine di agosto «potrà essere avviata azione disciplinare e presi consequenziali provvedimenti»

di maio di battista

 

2 – TUTTI CONTRO TUTTI ALL'ASSEMBLEA M5S SPADAFORA: FIDUCIA O LASCIO LA DELEGA

Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

«Avanti così e andiamo dritti alla crisi di governo», sbotta uno. «Rischiamo di tornare tutti a casa per colpa di quei geni del direttivo», gli fa eco l' altro. Alle nove della sera, nell' Auletta dei gruppi ai piani bassi di Montecitorio, i sussurri e le grida degli eletti del M5S sono un mix di frustrazione e rabbia. È la notte del «processo» ai vertici del gruppo parlamentare e se i senatori non ci sono è soltanto perché le regole anti-Covid impediscono la riunione congiunta.

 

PAOLA TAVERNA BACIA DANILO TONINELLI

Visto il minestrone di malumori, invidie e frustrazioni che ribolle da mesi, era chiaro che l' assemblea sarebbe stata uno sfogatoio. C' è la delusione ancora bruciante per il magro bottino al vertice delle presidenze di commissione.

 

ignazio corrao

C' è il caso del ministro Spadafora che minaccia di rimettere la delega allo Sport perché sfiduciato, o quasi, dal suo gruppo parlamentare. C' è il bubbone delle rendicontazioni, esploso con la raffica di lettere spedite dai probiviri a una sessantina di morosi, con annessa minaccia di «azione disciplinare» per chi non si mette in regola entro il 24 agosto. E cova, sottotraccia, il fuoco ben più grande della sfida per la leadership. «Vorrei Alessandro Di Battista capo politico», ha detto candidamente in tv l' eurodeputato Ignazio Corrao.

crimi raggi

 

Quando all' assemblea arriva il vice capogruppo Riccardo Ricciardi, i giornalisti gli chiedono se davvero si stia preparando a sfidare il ministro degli Esteri e la sua smentita sa di conferma: «Io l' anti Di Maio? No, sono pro M5S. I problemi si risolvono parlando, come in tutte le famiglie».

 

In questa fase però volano i coltelli, tanto che Di Maio ha dovuto smentire non solo di aver messo nel mirino Ricciardi, ma anche di aver tentato di sabotare il direttivo del gruppo a Montecitorio.

riccardo ricciardi 1

Dopo l' introduzione del capogruppo Davide Crippa, applaudito solo da parte del gruppo, è Marta Grande a dar voce al malessere dei tanti che vorrebbero le sue dimissioni, quelle del vice Riccardo Ricciardi e del tesoriere Francesco Silvestri. «Ci stiamo garantendo le poltrone o vogliamo dare priorità ai temi?- sfida il terzetto la ex presidente della Commissione Esteri - Siamo andati alla trattativa per perdere e la responsabilità è vostra. Mi va bene perdere la presidenza, ma il dato politico è che manca una visione di insieme».

 

E Azzurra Cancelleri, con tono provocatorio: «Dobbiamo ringraziare Renzi per averci fatto fare questo governo?». La novità è questa. È che un centinaio di giovani deputati al primo mandato sarebbero stufi di essere «eterodiretti» da Di Maio o dal presidente Roberto Fico, «gente che scade tra due anni» e invocano una nuova prospettiva identitaria che garantisca lunga vita al Movimento.

VIRGINIA SABA LUIGI DI MAIO DAVIDE CASALEGGIO

«Tanti di noi sono bravi e competenti, eppure in tv mandano i soliti noti - si sfoga un eletto di belle speranze - vi siete accorti che una ventina di deputati vota da settimane in dissenso? Vogliono il Vietnam, per conto di Luigi». Come fa a dirlo? «Di Maio smentisce ogni volta, ma puntualmente risuccede».

 

Una polveriera. Ne sa qualcosa Vincenzo Spadafora, spinto a un passo dall' addio da un gruppo di parlamentari che ha stoppato via mail la sua riforma dello Sport. Le dimissioni del ministro, che si è chiuso in un glaciale «silenzio istituzionale», sono il giallo del giorno. A metà pomeriggio il tam tam dei deputati diceva che le avesse rassegnate nelle mani di Giuseppe Conte, ma era una voce diffusa per alzare la tensione.

VINCENZO SPADAFORA GIOVANNI MALAGO'

 

Il faccia a faccia non c' è stato, assicurano a Palazzo Chigi, ma Spadafora in serata ha sentito il premier, al quale avrebbe comunicato l' intenzione di rimettere la delega allo Sport: «O il M5S mi riconferma la fiducia, o sono costretto a lasciare».

 

Per quanto si adoperi per tenere insieme i pezzi, anche Vito Crimi è diventato un bersaglio. La ex ministra Giulia Grillo lo liquida senza troppi complimenti: «Credo stia provando a far andare le cose bene, ma doveva essere un reggente pro tempore...».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA