giuseppe conte mario turco

MAMMA, LO TURCO! – CONTE MANDA AVANTI IL SUO "BRACCIO DESTRO", IL SENATORE ED EX SOTTOSEGRETARIO MARIO TURCO E MANDA UN MESSAGGIO A LETTA: “È NOSTRA INTENZIONE RIVOLGERCI ANCHE AI MODERATI CHE NON HANNO PIU ESPRESSIONE NEL CENTRODESTRA” (TRADOTTO: L'ALLEANZA CON IL PD È SOLO TATTICA IN VISTA DELLE AMMINISTRATIVE. DAL 5 OTTOBRE, LIBERI TUTTI) – IL LIMITE DEI DUE MANDATI E LO IUS SOLI: “NON DICIAMO DI NO, MA SOLO CHE TRA LE PRIORITÀ CHE CI IMPONE L'AGENDA CI SONO LE RIFORME, TANTE, E GLI INVESTIMENTI PUBBLICI CHE L'EUROPA SI ASPETTA”

Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

MARIO TURCO

Mario Turco, senatore, professore associato di economia aziendale, commercialista di Taranto, è stato sottosegretario della presidenza del Consiglio nel governo Conte II. L'ex premier si fida talmente di lui da volerlo al suo fianco come braccio destro al vertice del Movimento.

 

È così, sarà il braccio destro di Conte? E con che ruolo?

«Il presidente sta lavorando alla nuova organizzazione, attendiamo lui. Di certo avremo centri di responsabilità affidati anche a volti nuovi».

 

GIUSEPPE CONTE MARIO TURCO

Sicuro non saranno sempre gli stessi? In questi anni si è formata una piccola oligarchia intoccabile al vertice.

«La governance avrà una rinnovata classe dirigente, dove si punterà molto sulle competenze, capace di dialogare con mondi diversi della società civile, non per forza legati a una sola area politica».

 

Vuol dire cercare alleanze oltre il centrosinistra?

«La nostra linea di demarcazione sarà ampia e privilegerà l'interlocuzione con i partiti che con noi hanno dato vita al Conte II, Pd e Leu. Ma è nostra intenzione rivolgerci anche ai moderati che non hanno più espressione nel centrodestra, sempre più sottomesso a logiche sovraniste ed estreme».

rocco casalino e giuseppe conte

 

Torna quindi l'idea del partito che sta un po' a sinistra un po' a destra?

«Intendiamo proporci come forza che offre soluzioni, in maniera pragmatica. Vogliamo coinvolgere in questo progetto anche i moderati. Ma moderati attivi e riformatori, non passivi, conservatori».

 

L'eterna corsa al centro. Non è un po' affollato?

mario draghi giuseppe conte

«La volatilità dell'elettorato è ormai una realtà storica con cui fare i conti. Si è visto con il M5S, con la Lega e toccherà anche Fratelli d'Italia. Noi abbiamo l'ambizione di voler essere inclusivi e coinvolgere quel ceto moderato trascurato dalla politica, e da cui possiamo attingere competenze e professionalità».

 

Ma perché con il M5S? Lei era tra coloro che non escludevano un nuovo partito di Conte.

«Non si è mai pensato di creare un nuovo partito. L'esperienza di Conte, e anche la mia, dimostrano che il M5S già nel 2018 si era rivolto al ceto moderato. Un movimento di cittadini, liberi dagli schemi ideologici, che propongono politiche innovative, senza tutelare gli interessi di pochi.

 

GIUSEPPE CONTE MARIO TURCO RICCARDO FRACCARO

Dopo tre anni di governo, il M5S ha modificato il suo Dna. Ora è il partito dell'equilibrio riformatore. Sempre più sarà il partito delle istituzioni. Basta con il populismo e il sovranismo».

 

Non si perde così la carica radicale e rivoluzionaria che ha segnato il successo del M5S anche contro le istituzioni?

«La carica rivoluzionaria resta nella nuova frontiera delle cinque stelle: i beni comuni, la giustizia sociale, l'economia di mercato sostenibile, la transizione ecologica, digitalizzazione e nuove tecnologie. Solo che ora la nostra sarà una rivoluzione gentile e concreta. Il Paese non può più permettersi di pensare a sogni che non siano realizzabili e concreti».

ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE BY OSHO

 

Ma non rischiate di essere troppo simili al Pd?

«Il Pd ha tante sfumature al suo interno. Noi continueremo a modificare i paradigmi della politica, costruendo proposte dal basso, attraverso la partecipazione attiva dei cittadini. Io e tanti miei colleghi ne siamo la prova».

 

E allora il divieto del terzo mandato diventa una strada obbligata?

MARIO TURCO

«È una regola necessaria per permettere il ricambio generazionale, la manterremo salvo alcune limitate eccezioni. Quelle, particolari, che serviranno a garantire la continuità funzionale.

 

Sarà per un arco temporale definito, sia chiaro. Ma in un momento di transizione non possiamo permetterci di perdere capitale umano che è stato protagonista del passaggio del M5S da forza anti-sistema a forza di governo».

 

La scelta di queste eccezioni non sarà arbitraria?

«C'è una regola, ci saranno eccezioni motivate e poi daremo l'ultima parola, come sempre, agli iscritti».

 

Vi esploderà il gruppo.

«Negli anni abbiamo dimostrato che viviamo di dialettica, anche accesa, ma che alla fine ne usciamo sempre compatti e rafforzati».

 

Dopo la riforma della giustizia dovrete difendere il reddito di cittadinanza.

«Va rafforzato, non cancellato come dicono altri partiti».

 

giuseppe conte e luigi di maio con la card del reddito di cittadinanza

Sareste d'accordo a dividere la parte delle politiche attive, che è stata fallimentare, dalla misura di contrasto alla povertà? Il leader del Pd Letta spinge in questa direzione.

«A mio avviso sono due parti da tenere assieme perché interconnesse. Laddove le politiche attive sono efficaci la povertà si riduce. Il problema è che abbiamo avuto due anni di pandemia e le Regioni che hanno la responsabilità dei centri per l'impiego sono state messe in ginocchio»

 

E sullo ius soli? Il M5S, anche con Conte, mantiene un'ambiguità sui diritti che comincia a snervare il Pd.

«Dialogheremo con il segretario Letta e con Leu per cercare una soluzione. Noi non diciamo di no, perché siamo sensibili al rafforzamento dei diritti civili di chiunque viva nel nostro Paese in maniera regolare. Diciamo solo che tra le priorità che ci impone l'agenda ci sono le riforme, tante, e gli investimenti pubblici che l'Europa si aspetta».

MARIO TURCO AL SENATO

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