manifesto manifesti

MANIFESTA INFERIORITÀ – I POLITOLOGI STRONCANO GLI SLOGAN E I CARTELLONI ELETTORALI. ORSINA: “CLIMA FIACCO, MESSAGGI DEBOLI, POCO ENTUSIASMO, INSEGUENDO TEMI VECCHI CHE NON COINVOLGONO LE PERSONE.  NON AIUTA IL PERIODO NÉ LA SENSAZIONE CHE IL RISULTATO SIA PREDESTINATO!” – D’ALIMONTE: “È TUTTO SURREALE. I PARTITI SI STANNO MUOVENDO MALE E LANCIANO VECCHIE PROMESSE CHE NON POTRANNO ESSERE MANTENUTE” – I MANIFESTI PER LE STRADE E IL VIDEO-MEME CON LO SCONTRO TRA BERLUSCONI E CETTO LA QUALUNQUE…

Flavia Amabile per “La Stampa”

 

scritta porci su manifesto pd

Una campagna elettorale brutta, noiosa, debole. Con manifesti elettorali di parole senza volti o di slogan generici. Una campagna elettorale che qualcuno crede scontata come un campionato di calcio di cui si sa già chi vincerà lo scudetto, dove si gioca cercando di tirarla lunga per arrivare a fine partita. Lo dice Silvio Berlusconi, lo dicono i politologi, lo dicono i social. Ma lo dicevano anche nel 2018 e nel 2013, per la verità.

 

«Non è solo brutta - precisa il politologo Roberto D'Alimonte -. È tutto surreale in questa campagna che non avrebbe dovuto esserci. I partiti? Si stanno muovendo male, finora protagonista è il debito. Si lanciano promesse elettorali che non potranno essere mantenute e non hanno nemmeno il pregio della novità. Si propone come sempre la riduzione delle tasse, si parla di reddito di cittadinanza e di aumento delle pensioni.

manifesti salvini con slogan credo

 

Vedremo se qualcuno tirerà fuori delle idee come fece Berlusconi in passato. Per il momento mi sembra che manchi un elemento essenziale per scatenare l'interesse. Gli elettori hanno bisogno di qualcuno che sia in grado di suscitare la speranza di cambiamento perché ci sia una reale mobilitazione e spostamento di voti. È accaduto con Berlusconi, con Renzi, con i Cinque Stelle. In queste elezioni, invece, è tutto vecchio, senza elementi dinamici, senza figure carismatiche».

 

manifesti conte

Brutta è l'aggettivo che usa anche il politologo Giovanni Orsina. «Brutta e in tono minore. Agosto è stato un mese perso, non si è spostato nemmeno un voto. Clima fiacco, messaggi deboli, poco entusiasmo, inseguendo temi vecchi che non coinvolgono le persone. Vedremo se a settembre la campagna elettorale entrerà nel vivo. Di sicuro non aiuta il periodo né la sensazione che il risultato sia predestinato».

giovanni orsina foto di bacco (1)

 

Attenzione al risultato però, è il messaggio del politologo Giovanni Diamanti. «Per ora abbiamo assistito alla prima fase, il posizionamento dei partiti. Seguirà la seconda in cui verrà lanciato un messaggio forte, infine l'ultima con la mobilitazione finale degli elettori». Non bisogna pensare che la partita abbia già il suo vincitore, avverte.

 

manifesti meloni a terra

«Questo è un Paese in grado di sorprendere e di punire i candidati che si comportano come vincitori designati rischiando di non mobilitare i propri elettori. È accaduto a Bersani nel 2013, potrebbe accadere di nuovo».

 

I partiti finora hanno sbagliato i temi su cui hanno avviato la campagna, spiega ancora il politologo Salvatore Vassallo. «Posizioni già note con l'aggiunta di qualche tentativo di promesse grossolane e non tanto credibili. Puntare sul passato oppure sul presidenzialismo non sposta alcun voto e non ha alcuna presa sugli elettori. L'unica cosa che potrebbe dare vitalità alla campagna e arrivare agli elettori è una polarizzazione del confronto».

manifesti di salvini con slogan credo

 

La strategia che nel Pd hanno scelto di seguire. Ad agosto hanno avviato la campagna con grandi manifesti senza volto, con lo slogan «Vincono le idee». Un modo per caratterizzare il partito su ambiente, lavoro e diritti civili, fanno sapere dal partito.

 

Da settembre, invece, si partirà con uno slogan diverso, tanti volti, da Elly Schlein a Carlo Cottarelli, Roberto Speranza, i giovani. E sarà il momento della polarizzazione, con una netta contrapposizione tra il modo di concepire il mondo e le relazioni economiche e sociali del Pd e del suo principale avversario, la destra.

 

ROBERTO DALIMONTE

La novità della campagna del Pd è nell'uso delle rilevazioni effettuate dagli analisti dei dati. Permetteranno di fornire messaggi mirati per luogo e fasce di età. I manifesti che saranno affissi a Roma non è detto che si troveranno anche in un piccolo centro.

 

Sul versante opposto Giorgia Meloni ha messo a segno già la principale novità finora emersa durante la campagna elettorale, il video in tre lingue. «Per la prima volta il target non erano gli elettori ma i poteri forti internazionali. È una campagna da vincitore annunciato, non sempre porta bene», ripete Giovanni Diamanti.

 

manifesti meloni pronti

Affermazioni che Fratelli d'Italia respinge. Dal partito fanno sapere che la loro è una campagna elettorale identica alle altre. Entrerà nel vivo questa settimana, Meloni non interverrà troppo, non eccederà nelle interviste, farà comizi, parlerà in modo equilibrato. «Pronti» afferma la leader di FdI nei manifesti già affissi.

 

Chi è entrato subito a gamba tesa nella campagna elettorale è Berlusconi. I suoi video con il programma elettorale in pillole sono seguitissimi. E poi sta rilasciando molte interviste alle radio locali e nazionali. Meno comizi, quindi, e tanti social. Lo slogan («Ancora oggi una scelta di campo») - come denunciano i politologi - non è nuovo e nemmeno i temi. Ma nel frattempo è già stato lanciato un secondo slogan e lui - come sempre - ci mette la faccia.

 

manifesti pd 2

Per Alessio De Giorgi, capo della comunicazione di Italia Viva, la differenza rispetto alle campagne del passato è la velocità. «Questo può rendere più superficiale l'approccio di una parte degli elettori ma non deve impedire a chi ha voglia di approfondire di avere i mezzi per farlo. A gennaio abbiamo dato il via a Radio Leopolda dove chi vuole può trovare il materiale per andare al cuore dei problemi».

 

La loro campagna è in stretto coordinamento con quella di Azione che per il momento è tutta realizzata in casa. Se ne occupa Calenda in persona che ne discute poi con la sua squadra che si occupa della comunicazione, otto persone in tutto, età media 25 anni.

 

alessio de giorgi 2

«Dalla parte giusta» è lo slogan del M5S. «Perché a differenza di chi ha sempre fatto annunci, noi ci presentiamo come quelli che hanno mantenuto le promesse, reddito di cittadinanza, taglio dei parlamentari, leggi contro la corruzione», fanno sapere dallo staff della comunicazione.

 

Il posizionamento è chiaro, sottolineare di essere diversi da tutti per non rimanere schiacciati dalla polarizzazione. La brevità della campagna li obbliga a limitare le tappe del tour elettorale di Conte. Poche e ben mirate, assicurano. Settembre sarà vivace e scoppiettante, promettono. Da questa settimana, concluso l'estenuante lavoro sulla composizione delle liste, i partiti si dedicheranno in modo totale alla campagna elettorale, gli italiani inizieranno a rientrare dalle vacanze e il tono fiacco di questi primi giorni potrebbe iniziare a scomparire.

 

manifesti calenda

«Chi vuole provare a spostare voti deve scegliere temi in grado di catturare l'attenzione - ribadisce Vassallo - come la gestione della pandemia, la redistribuzione del carico fiscale, gli investimenti sull'istruzione o la riconversione in senso ecologico dell'economia. Per capire se qualcuno ci riuscirà bisogna ricordare quattro cifre: 6% del blocco Italia Viva-Azione, 10% dei Cinque Stelle, 30% del Pd e 46% del centrodestra. Chi riuscirà a variare a suo vantaggio queste cifre avrà condotto una campagna elettorale usando temi, toni e strumenti efficaci».

manifesti berlusconi manifesti pd manifesto pd.

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?