napolitano mattarella

MATTARELLA, CHI TE LO FA FARE DI FINIRE IN UN GROSSO GUAIO? - GIORGIO NAPOLITANO, NEL 2013, A 87 ANNI SUONATI, ACCETTÒ DI TRATTENERSI SUL COLLE; INVECE DI RICEVERNE RICONOSCENZA, GLI STESSI CHE L’AVEVANO SUPPLICATO DI RESTARE LO MISERO NEL MIRINO; SUBÌ UN CROLLO VERTICALE DI POPOLARITÀ. - ULTERIORE PROBLEMA: AL PIÙ TARDI NEL 2023 TORNEREMO A VOTARE; VAI A SAPERE CHI VINCERÀ, CON QUALI PROTAGONISTI IL NUOVO PRESIDENTE DOVRÀ RAPPORTARSI: SALVINI E MELONI?

Ugo Magri per www.huffingtonpost.it

 

sergio mattarella all'incontro sul ventennale dalla morte di giovanni leone

Al Quirinale si stupiscono dello sbalordimento che pervade la politica ogni qualvolta Sergio Mattarella conferma di non essere interessato al bis, come se fosse una succulenta novità. Gli “oooooh” di sorpresa vengono giudicati sul Colle fuori luogo perché il presidente lo va dicendo da mesi, e sempre con la stessa identica motivazione: sette anni sono già tanti, forse perfino troppi; prolungarli significherebbe trasformare la Repubblica in una specie di monarchia.

napolitano mattarella

 

L’eccezione può capitare, difatti è successo con “Re” Giorgio Napolitano; ma se si ripetesse per due volte consecutive diventerebbe una regola. Tutti i presidenti futuri punterebbero alla riconferma. Invece di far rispettare le regole senza preoccuparsi del dopo, come spetta al Garante, si metterebbero a brigare per guadagnarsi un secondo mandato. Mattarella inorridisce all’idea di stravolgere la Costituzione: questa è la remora che lo frena. O perlomeno, è quella ufficiale resa nota finora.

mario draghi sergio mattarella

 

Poi ci sono altre motivazioni di cui meno si parla, anzi sul Colle è severamente vietato accennarne, ma aiutano meglio a capire perché l’uomo è così testardo, e come mai non ci sia verso di trattenerlo anche solo per poco, giusto il tempo di coprire le spalle a Draghi e prepararne la successione.

 

È una questione anzitutto di amor proprio: scaldare la poltrona in attesa di un altro, fosse pure Super Mario, non dà mai lustro; figuriamoci per chi certe soddisfazioni se l’è già levate e restare un altro po’ non gli aggiungerebbe nulla, né in termini di prestigio e nemmeno di autostima.

 

RENZI E NAPOLITANO

Semmai avrebbe l’effetto di ammaccarla, qualora la supplenza dovesse sciupare il ricordo lasciato nei sette anni precedenti. Il Quirinale non è soltanto privilegi e onori; è anche una scommessa, un rischio, un anello di fuoco che Mattarella ha saputo attraversare senza ustioni nonostante avesse avuto a che fare con Matteo Renzi prima, coi populisti poi, accompagnandoli tutti quanti alla porta per far posto a Draghi, la “ciliegina” finale.

 

Nessuno che gli voglia bene potrebbe chiedere a Mattarella di rimettersi in gioco, di rituffarsi in un altro “ring of fire” proprio mentre sta assaporando la soddisfazione di tagliare il traguardo tra gli applausi.

 

giorgio napolitano a capalbio

Si aggiunga l’ingratitudine umana di cui restò vittima Napolitano, che nel 2013, a 87 anni suonati, accettò di trattenersi dov’era; invece di riceverne riconoscenza venne rapidamente a noia; gli stessi che l’avevano supplicato di restare lo misero nel mirino; subì un crollo verticale di popolarità. Per quale motivo Mattarella dovrebbe infilarsi nello stesso vicolo cieco? Chi glielo farebbe fare?

 

Il senso di responsabilità, certo; magari l’attaccamento al bene comune; l’interesse supremo del Paese e altre alate motivazioni. Ma nella vita di tutti i giorni un presidente a termine verrebbe considerato per quello che è: provvisorio, precario, con la valigia in mano.

 

I vari leader lo ascolterebbero impazienti, ticchettando con le dita sull’orologio per segnalare che la scadenza è vicina. La sua autorevolezza sarebbe rasoterra. Ecco perché Mattarella si risente quando, con l’aria di fargli un regalo, lo consigliano di resistere “un altro paio d’anni al massimo”, per poi eclissarsi.

Sergio Mattarella a colloquio con il presidente emerito Giorgio Napolitano

 

Ulteriore problema: al più tardi nel 2023 torneremo a votare; vai a sapere chi vincerà, con quali protagonisti il nuovo presidente dovrà rapportarsi. Mattarella è fatto come sappiamo, si ispira a principi che non sono gli stessi, per capirsi, di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini. Sull’Europa; sul sovranismo; sui migranti; sui vaccini; sulla solidarietà; praticamente su tutto.

 

matteo salvini giorgia meloni assemblea nazionale federmanager

Nel caso possibile (secondo alcuni probabile) che quei due conquistino la maggioranza nel prossimo Parlamento, Mattarella si troverebbe nella difficile condizione di controfirmare leggi contrarie al suo set di valori, oppure di sfidare l’ira delle destre a rischio di impeachment o di dover dare le dimissioni. In entrambi i casi una sofferenza, un supplizio.

 

Ultimo dettaglio: a Napolitano chiesero di restare. Fu un moto unanime del Parlamento che, dopo avere bruciato tutte le possibili candidature, non trovava più santi a cui votarsi. Come sappiamo, Napolitano trovò la forza di accettare. Nel caso di Mattarella, invece, nessuno gliel’ha ancora nemmeno domandato.

BERLU E NAPOLITANO

 

Non il Pd che magari lo eleggerebbe di nuovo, ma intanto guadagna tempo e si tiene sul vago; non i Cinque stelle, in pieno marasma esistenziale; figurarsi Fratelli d’Italia e Lega. Quanto al Cavaliere, si sa che gioca per sé.

 

Ricapitolando: Mattarella non desidera il bis, si ficcherebbe in un grosso guaio e chi dovrebbe eventualmente supplicarlo per adesso se ne guarda bene. Insistere non è decoroso, meglio lasciarlo in pace.

NAPOLITANO GENTILONI RENZINAPOLITANO RENZIMATTARELLA E NAPOLITANO

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…