meloni acr conservatori

MELONI MATURI PER L'EUROPA – LA “DUCETTA” È STATA ELETTA PRESIDENTE DEL PARTITO DEI CONSERVATORI E RIFORMISTI EUROPEI (È LA PRIMA POLITICA ITALIANA A DIVENTARE CAPO DI UN GRUPPO EUROPEO) - GIORGIA TESSE LA SUA RETE PER DIVENTARE RIFERIMENTO INTERNAZIONALE DEL MONDO CONSERVATORE, DA CONTRAPPORRE AL SOVRANISMO DI SALVINI - ORA SE LA LEGA VUOLE ENTRARE NEL GRUPPO DEI CONSERVATORI IN PARLAMENTO EUROPEO DEVE CHIEDERE IL "PERMESSO" ALLA MELONI...

Paola Di Caro per il "Corriere della Sera”

 

GIORGIA MELONI - PARTITO CONSERVATORI E RIFORMISTI EUROPEI

Il profilo è apparso subito perfetto. Giovane, donna, in grande crescita personale ed elettorale, leader di partito e aspirante di governo di uno dei paesi più importanti dell'Unione europea. Chi meglio di Giorgia Meloni poteva incarnare la voglia di crescita, di immagine, di peso, di ruolo dell'Ecr Party, il partito dei Conservatori e dei riformisti europei? E così, dopo qualche settimana di dibattito, è arrivata la richiesta di disponibilità praticamente unanime da parte delle forze componenti.

 

raffaele fitto ursula von der leyen

Ed è arrivato il sì della leader di Fratelli d'Italia, che ieri a tarda sera è stata eletta presidente del partito che a livello europeo rappresenta la destra di governo e quella che si candida a diventarlo. Una nomina prestigiosa - nessun politico italiano aveva mai presieduto partiti europei come il Pse e il Ppe -, coerente con un percorso da tempo intrapreso.

 

GIORGIA MELONI VIKTOR ORBAN

Sì perché il partito dei Conservatori e riformisti europei, fondato nel 2009 dopo la creazione dell'omonimo gruppo al Parlamento europeo, non solo riunisce tutte le forze di area che non si schierano né con il più centrista Ppe, né con il più estremo raggruppamento che vede assieme tra gli altri la Lega e il Front National della Le Pen, oltre ad essere un importante punto di riferimento per la destra europea, ha rapporti di «gemellaggio» per così dire con i maggiori partiti conservatori del mondo: dal partito repubblicano americano all'israeliano Likud, dal partito liberale australiano al partito conservatore canadese.

 

raffaele fitto silvio berlusconi

E chi lo rappresenta, si capisce, ha il compito anche di tessere relazioni, tenere i contatti, portare avanti politiche comuni. Una grande porta che si spalanca per chi, come Meloni, necessita di interlocutori internazionali in vista della possibile sfida per la leadership del centrodestra.

 

Lavoro che ha già dato i suoi frutti quindi, se è vero che la leader di FdI, che ha portato nel 2019 il suo partito nell'eurogruppo del quale già faceva parte Raffaele Fitto (oggi co-capogruppo e vice presidente dell'Ecr), è stata scelta dai colleghi di forze di governo come il partito vicino al presidente polacco Duda, di opposizione in crescita come lo spagnolo Vox, di tutti i paesi del patto di Visegrád (tranne Orbán, che resta nel Ppe) e dell'Est.

 

giorgia meloni raffaele fitto carlo fidanza a varsavia con jaroslaw kaczynski e la delegazione del pis

Un blocco che si è sicuramente indebolito dopo l'uscita dei Conservatori inglesi dall'Ue, ma che conta - con la scelta di Meloni - di guadagnare nuovi consensi e nuovi rapporti. Interesse reciproco, d'altronde. La Meloni sa benissimo che nella sfida mai dichiarata ma nei fatti con Salvini, l'accreditamento internazionale ha un peso cruciale.

 

E da due anni si muove per guadagnarselo, attraverso una rete sempre più fitta di relazioni tessute in Europa sia da Fitto sia da Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI, e in America da più contatti diretti che hanno portato a due visite con incontro informale con Trump, una nel 2019 al Cpac (convegno annuale degli attivisti conservatori) e l'altra lo scorso febbraio a Washington al National Prayer and Breakfast, ristretto circolo della destra Usa.

 

giorgia meloni a washington national prayer breakfast

Di converso, la manifestazione del partito - la festa di Atreju - si è sempre più aperta ad ospiti internazionali. Movimenti che non sono passati inosservati nelle cancellerie e sulla stampa europea e d'Oltreoceano, dove la Meloni guadagna spazio e attenzione. Che oggi le richiederanno di raddoppiare gli sforzi, perché il ruolo di presidente non resti solo un titolo ma sia una carta pesante da spendere al tavolo della coalizione di centrodestra.

MATTEO SALVINI SUSANNA CECCARDI GIORGIA MELONI

 

 

STEVE BANNON E GIORGIA MELONI BY VUKICgiorgia meloni a washington national prayer breakfastviktor orban e giorgia meloni atreju 2019

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?