giorgia meloni ursula von der leyen raffaele fitto

LA MELONI NON HA IMPARATO LA LEZIONE: IN EUROPA CONTINUA A TENERE IL PIEDE IN DUE STAFFE E RISCHIA UN’ALTRA DISFATTA – FORZA ITALIA È NERVOSA PERCHÉ LA DUCETTA NON HA ANCORA FORMALIZZATO LA CANDIDATURA DI FITTO COME COMMISSARIO UE, NONOSTANTE IL VIA LIBERA DI TAJANI E SALVINI. E LA SCADENZA È IL 30 AGOSTO – IO SO’ GIORGIA È CONVINTA DI POTER TRATTARE FINO ALL’ULTIMO PER OTTENERE DELEGHE ECONOMICHE DI PESO. MA, COME DAGO-DIXIT, URSULA FINORA HA RISPOSTO PICCHE – RICORDA LA TATTICA UTILIZZATA DOPO LE EUROPEE, QUANDO PER L’UNDERDOG DELLA GARBATELLA È FINITA MALISSIMO – L’IPOTESI DI UN MINISTRO TECNICO “DEL CALIBRO DI CINGOLANI”

1. UE, MELONI PRENDE TEMPO SU FITTO PER NEGOZIARE CON VON DER LEYEN

Estratto dell’articolo di Emanuele Bonini e Federico Capurso per “La Stampa”

 

raffaele fitto giorgia meloni

Giorgia Meloni è ancora in vacanza, immersa nelle campagne della valle d'Itria, in Puglia. Sa che entro il 30 agosto dovrà formalizzare a Bruxelles la candidatura di Raffaele Fitto come commissario europeo italiano, eppure, nonostante i via libera già arrivati da Matto Salvini e Antonio Tajani, lei vuole prendere altro tempo.

 

C'è una data cerchiata in rosso, quella del 27 agosto, quando si riunirà il primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva. Lì si chiuderà formalmente la partita. A tre giorni, quindi, dalla scadenza fissata dall'Ue. «Senza che ce ne sia necessità. La stiamo tirando troppo per le lunghe», sbuffano dai piani alti di Forza Italia.

 

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN AL G7

Questo tergiversare ostinato, mentre gli altri grandi Paesi hanno già espresso un loro candidato, inizia a provocare un certo nervosismo tra i forzisti, che vorrebbero vedere, sostanzialmente, un'altra postura dell'Italia ai tavoli europei.

 

Ma quella di Meloni «è una strategia», continuano a ripetere fonti di Palazzo Chigi. La premier vuole aspettare fino all'ultimo, nella convinzione di poter strappare qualcosa di più nella trattativa con la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sulle deleghe e le vicepresidenze esecutive. Ricorda un po' la tattica utilizzata dopo le Europee, quando a Bruxelles si dovevano decidere i vertici istituzionali dell'Unione.

 

RAFFAELE FITTO AL MARE

In quell'occasione non andò benissimo, con Meloni esclusa dagli accordi sulla presidenza del Consiglio europeo. Ecco, anche alla luce di questa negativa esperienza, nel partito di Tajani - che in Europa siede tra i Popolari europei, lo stesso partito di von der Leyen - ci si chiede che senso abbia essere tra gli ultimi a formalizzare un nome, quello di Fitto, che per altro era stato già ampiamente concordato con la presidente della Commissione Ue.

 

[…]  Allo stato attuale sono rimaste solo Bulgaria, Romania, Belgio, Lussemburgo, Lituania e Italia a non avere un nome definito. Parigi ha indicato con ampio anticipo Thierry Breton, l'attuale commissario per il Mercato interno, per un portafoglio di peso di natura economico-industriale, mentre Madrid gioca la carta Teresa Ribera, ministra per la Transizione a caccia del portafoglio energetico.

 

raffaele fitto giorgia meloni

Gli olandesi confermano Woepke Hoekstra, attuale commissario per il Clima e un passato da ministro delle Finanze utile a rivendicare incarichi economici. Le altre capitali hanno insomma un negoziato ben avviato e avanzato, a differenza di un'Italia ancora in tempo, ma comunque indietro.

 

A Bruxelles si continua a ripetere che si attendono le indicazioni di Roma sul nome da inserire nel nuovo team von der Leyen, e sulla base di questo si può avviare il ragionamento sulle competenze. Da Palazzo Chigi, invece, rispondono che, informalmente, si è comunque già iniziato a trattare. […]

 

Sembra sfumare definitivamente, quindi, l'ipotesi che, insieme a Fitto, Meloni giochi la carta di Elisabetta Belloni, diplomatica di grande esperienza, ora alla guida del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. In questo contesto la priorità è avere una squadra, quindi ben venga anche un solo nome. Purché Roma lo formalizzi.

 

2. CON FITTO DESTINATO ALLA UE L’IPOTESI DI UN MINISTRO TECNICO «DEL CALIBRO DI CINGOLANI»

Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

giorgia meloni raffaele fitto

[…] L’idea, che ha cominciato a rimbalzare dalla masseria Beneficio ai telefoni di ministri e dirigenti di FdI, è quella di affidare una parte delle deleghe di governo di cui attualmente si occupa Raffaele Fitto a una personalità esterna alla famiglia politica di Fratelli d’Italia.

 

Un profilo tecnico, che un esponente del governo definisce «di chiara fama», azzardando un nome «del calibro di Roberto Cingolani». Una scelta che consentirebbe alla premier di tenere a bada gli appetiti dei partiti. Quanto ai dossier ora in carico al ministro Fitto, ai piani alti del governo si ragiona sulla possibilità di «spacchettarli» in due blocchi di competenze.

 

giulio terzi di sant agata foto di bacco

Da una parte gli Affari europei, di cui la stessa Giorgia Meloni potrebbe assumere l’interim o che potrebbe affidare a un meloniano sui generis come Giulio Terzi di Sant’Agata, già ministro degli Esteri nel governo Monti.

 

Dall’altra parte il blocco Pnrr-Coesione-Sud: l’ipotesi di dividerne responsabilità sui tavoli di Palazzo Chigi è stata a lungo soppesata, ma i due sottosegretari alla presidenza, Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, si dicono entrambi troppo oberati di lavoro.

 

Sulla designazione del commissario italiano Meloni farà un passaggio formale nel primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva, che potrebbe tenersi il 28 agosto. […]

 

giorgia meloni ursula von der leyen vertice italia africa

Meloni non si accontenta di un portafoglio che includa Bilancio, Pnrr e Coesione e vuole ottenere per il dirigente di FdI anche una vicepresidenza esecutiva. Due gli ostacoli. Allo stesso obiettivo puntano Francia, Spagna e Polonia e non è nemmeno detto che Ursula von der Leyen voglia riproporre lo schema del suo primo mandato, quando nominò sei vice, di cui tre esecutivi. Ma la premier intende far capire alla presidente della Commissione che darla ad altri Paesi e non all’Italia «sarebbe per noi un problema».

 

Un altro problema non piccolo nell’orizzonte del governo Meloni è la terza legge finanziaria, da varare quest’anno con le nuove regole del patto di Stabilità europeo. La manovra sarà al centro del vertice del 30 agosto tra la premier e i suoi vice, Tajani e Salvini. […]

RAFFAELE FITTO AL MARE

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni economia recessione

DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA DURISSIMA AL GOVERNO MELONI ARRIVERA' DOMANI, QUANDO L'ECONOMIA ITALIANA SARÀ FATTA A PEZZI DAI DAZI DI TRUMP? - QUALCUNO HA NOTIZIE DEL FAMOSO VIAGGIO DELLA DUCETTA A WASHINGTON PER FAR CAMBIARE IDEA AL TRUMPONE? SAPETE DOVE E' FINITA LA “MERAVIGLIOSA GIORGIA” (COPY TRUMP), "PONTE" TRA USA E UE? SI E' DOVUTA ACCONTENTARE DI ANDARE DA CALENDA! E GLI ELETTORI INIZIANO AD ACCORGERSI DEL BLUFF DA “CAMALEONTE” DELLA PREMIER: FRATELLI D’ITALIA È SCESO AL 26,6%, E IL GRADIMENTO PER LA STATISTA FROM GARBATELLA È CROLLATO AI MINIMI DAL 2022 – IL PNRR A RISCHIO E LA PREOCCUPAZIONE DEL MONDO ECONOMICO-FINANZIARIO ITALIANO...

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….