MELONI E VON DER LEYEN A BRACCETTO DA AL SISI PER IL CONTROLLO DELLE ROTTE DEI MIGRANTI. MA SCOPPIA LA POLEMICA A BRUXELLES: SOCIALISTI, LIBERALI E UNA PARTE DEL PPE RIMPROVERANO A URSULA DI REPLICARE IL METODO DEL MEMORANDUM CON TUNISI, EROGANDO FONDI (5 MILIARDI) A UN PAESE “CHE NON GARANTISCE I DIRITTI UMANI” (L’ITALIA LO HA VISSUTO SULLA SUA PELLE COL CASO REGENI DI CUI NON SI PARLERA’) – LA MISSIONE DI MELONI HA ANCHE UN RISVOLTO IN VISTA DELLE ELEZIONI EUROPEE DI GIUGNO. LA DUCETTA VUOLE RAFFORZARE IL SUO ASSE CON URSULA. ANCHE SE SALVINI…

-

Condividi questo articolo


Monica Guerzoni per il "Corriere della Sera" - Estratti

 

giorgia meloni ursula von der leyen vertice italia africa giorgia meloni ursula von der leyen vertice italia africa

Giorgia Meloni era stata nella capitale egiziana cinque mesi fa, per partecipare alla Conferenza per la Pace dopo il «terribile attacco di Hamas» contro Israele. Ci torna oggi, sempre più convinta che l’Egitto sia «un partner fondamentale per la risoluzione del conflitto israelo-palestinese» e un alleato decisivo per la stabilizzazione del Nord Africa e il controllo delle rotte migratorie.

 

All’ora di pranzo Meloni varcherà la soglia del lussuoso palazzo presidenziale, l’ex Heliopolis Hotel, assieme a Ursula von der Leyen, al premier greco Mytsotakis, al cipriota Christodoulidis, al cancelliere austriaco Nehammer e al primo ministro belga De Croo, i quali incontreranno il presidente Abdel Fatah Al Sisi prima separatamente e poi in delegazione.

 

von der leyen al sisi von der leyen al sisi

Con la firma di una «dichiarazione congiunta» di poche pagine la Commissione europea eleva i decennali rapporti con l’Egitto a «partenariato strategico e globale» e porta in dote al presidente Abdel Fatah Al Sisi 5 miliardi di aiuti. Un esborso che ha creato scandalo a Bruxelles, dove socialisti, liberali e una parte del Ppe rimproverano a von der Leyen di replicare il metodo del memorandum con Tunisi, erogando fondi a un Paese «che non garantisce i diritti umani». L’Italia lo ha vissuto sulla sua pelle con la morte di Giulio Regeni, rapito, torturato e ucciso nel 2016 al Cairo e ancora in attesa di giustizia.

 

Eppure, da quel che trapela, Meloni e Al Sisi non ne parleranno. Elly Schlein alza la voce, anche contro la presidente della Commissione. La segretaria del Pd trova «gravissimo che Ursula von der Leyen voli in Egitto insieme a Giorgia Meloni per promettere risorse al regime di Al Sisi in cambio del controllo e dello stop alle partenze». Per Schlein il loro approccio alle politiche migratorie «ha calpestato diritti fondamentali» e ora il Pd è al lavoro con il Pse per sottoporre il «patto» con Al Sisi al Parlamento europeo.

giorgia meloni ursula von der leyen vertice italia africa giorgia meloni ursula von der leyen vertice italia africa

 

Tra Palazzo Chigi e la Farnesina hanno costruito un secondo livello di azione, che serve anche a rendere meno evanescente il Piano Mattei per l’Africa. 

 

(...)

La missione di Meloni ha anche un risvolto tutto politico, in vista delle elezioni europee di giugno. Mentre la premier italiana rafforza il suo asse con «Ursula», candidata a succedere a sé stessa alla guida del prossimo governo di Bruxelles, Matteo Salvini non fa che attaccarla. Per mandare un avviso a Meloni, con la quale i rapporti sono ormai logorati, il segretario della Lega stoppa il bis della presidente della Commissione: «Se qualcuno del centrodestra preferirà la poltrona e l’inciucio con i socialisti rispetto al centrodestra unito farà del male all’Italia...».

meloni al sisi meloni al sisi

 

A Palazzo Chigi, come in via della Scrofa, dà non poco fastidio il tentativo di Salvini di «rigirare il patto anti-inciucio contro Giorgia Meloni», ma l’ordine di scuderia è non enfatizzare la distanza tra la premier e il suo vice: «Fratelli d’Italia lavora per far prendere più voti possibili ai conservatori, con la speranza di rendere ininfluenti i socialisti».

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

ARCHEO-POMPINO - ANITA EKBERG IN AUTO CON FELLINI - VALENTINA CORTESE: “FEDERICO SI PORTÒ IN MACCHINA UNA DI QUELLE ATTRICIONE, CHE PIACEVANO A LUI: PROSPEROSE, ABBONDANTI, VISTOSE. INSOMMA, MENTRE ANDAVANO A OSTIA, LEI PARLAVA DELLA SUA VOCAZIONE ARTISTICA, NEANCHE FOSSE LA BERGMAN. A UN CERTO PUNTO FEDERICO COMINCIÒ AD ACCAREZZARLE I CAPELLI E POI CON LA MANO SULLA NUCA A SPINGERLA VERSO IL BASSO. FINALMENTE LA POVERETTA CAPÌ COSA STAVA ACCADENDO E, CON TUTTO IL FIATO IN GOLA, DISSE: "FEDDERICCO, IO ARTISTA, IO NO POMPETTO"

DAGOREPORT - BIDEN È MESSO MALISSIMO: IL 48% DEGLI ELETTORI DEMOCRATICI SI RICONOSCE NELLE RAGIONI DEI PALESTINESI DI GAZA (TRA I REPUBBLICANI SOLO IL 25%), E ACCUSA LA CASA BIANCA DI ECCESSIVA DEBOLEZZA NEI CONFRONTI DI NETANYAHU IN MODALITÀ “DOTTOR STRANAMORE” – HAMAS SI SPACCA: A DOHA, IL CAPO POLITICO HANIYEH VUOLE TROVARE UN ACCORDO; A GAZA, IL CAPO MILITARE YAYA SINWAR E’ CONTRARIO - NETANYAHU SI DICE FAVOREVOLE A UNA TRATTATIVA PER IL RILASCIO DEGLI OSTAGGI, MA ALLO STESSO TEMPO VUOLE SPIANARE RAFAH, L’ULTIMO FORTINO DI HAMAS, DOVE SI SONO RIFUGIATI 1 MILIONE E MEZZO DI SFOLLATI DAL NORD

ARCHEO-QUIZ - UN BELL'ANEDDOTO CHE LA DICE LUNGA SUL TIPO DI RAPPORTI CHE INTERCORRONO TRA STAMPA E POTERE - "QUALCHE TEMPO FA IL DIRETTORE DI UN GRANDE GIORNALE RICEVETTE LA TELEFONATA DEL CAPUFFICIO STAMPA DI UNA GRANDE INDUSTRIA: ‘’CARO DIRETTORE, SAPPIAMO CHE STA PER USCIRE UN SERVIZIO MONDANO DOVE COMPARE LA FOTO DI (E LÌ IL NOME DELL'AD DELLA GRANDE INDUSTRIA) ABBRACCIATO A (E LÌ IL NOME DI UNA SIGNORA, AL MOMENTO AMANTE NUMERO DUE DELL'AD). LEI CAPIRÀ, ALLA NOSTRA GRANDE INDUSTRIA QUESTO DISPIACE NON POCO" - "IL GIORNALE È GIÀ IN MACCHINA", OBIETTÒ IL DIRETTORE. CON LA VOCE DI CHI SA DI ESSERE AUTORIZZATO A TUTTO, IL CAPUFFICIO STAMPA DISSE: "VA BENE, QUANTO COSTA COMPRARE TUTTA LA TIRATURA DEL SUO GIORNALE?" – COME E’ ANDATA A FINIRE? BASTA LEGGERE DAGOSPIA…

A CASA DI CARLO DE BENEDETTI - COME SI FA, AVENDO I SUOI SOLDI, A POSARE DAVANTI A UNA PARETE A TROMPE-L'ŒIL CHE RIPRODUCE UN FINTO TRALICCIO CON VITE, DOVE C’È APPESO SOPRA UN FALSO CANALETTO IN CORNICE DORATA OSCURATO, PER GIUNTA, DALLE FOTO DEI PARENTI, DI CUI UNA IN CORNICE LEOPARDATA? - IL CUSCINO SUL DIVANO SEMBRA LA TOVAGLIA DI UNA PIZZERIA. NON PARLIAMO DEGLI ANIMALETTI POP SU UNA CONSOLLE DI MARMO - JOHN ELKANN AVRÀ DISTRUTTO “REPUBBLICA” MA LUI DEVE AVER IMPARATO DALL’ARCINEMICO BERLUSCONI A FAR FALLIRE IL BUON GUSTO… - VIDEO