MERKEL, C’E’UN PROBLEMA DI NEONAZI IN GERMANIA - CONFESSA IL KILLER DEL LEADER PRO MIGRANTI DELLA CDU LÜBCKE: “HO DECISO DI FARLO FUORI PER VIA DEL SUO DISCORSO NELL'OTTOBRE DEL 2015 IN CUI AVEVA SOSTENUTO CHE L'ACCOGLIENZA DI PERSONE BISOGNOSE D'AIUTO FOSSE UN DOVERE" – IL FILOSOFO TEDESCO RUEMELIN: “C'È UNA RETE DI NEONAZI IN AZIONE, IL GOVERNO HA SOTTOVALUTATO IL CLIMA"

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Walter Rauhe per “la Stampa”

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È stato ucciso perché si era espresso a favore dell' accoglienza dei profughi in Germania, in difesa dei valori umani del cristianesimo e contro ogni forma di odio razzista e di estremismo politico. Stephan Ernst, l' estremista di destra di 45 anni arrestato dieci giorni fa, sospettato dell' omicidio del presidente del distretto governativo di Kassel ed esponente di punta dell' Unione cristiano-democratica, Cdu, Walter Lübcke, ha rotto il suo lungo silenzio e ha confessato tutto.

 

 I più inquietanti timori sorti immediatamente dopo il ritrovamento del corpo del politico, il 2 giugno scorso, con un colpo di pistola alla testa sparato da distanza ravvicinata, si sono avverati. Si è trattato di un omicidio politico di matrice neonazista e xenofoba, che riporta alla ribalta in Germania la minaccia del terrorismo nero. «Ho deciso di far fuori Lübcke per via del suo discorso nell' ottobre del 2015», ha confessato Ernst agli inquirenti.

 

Stephan Ernst Stephan Ernst

In quell' occasione l' esponente del partito di Angela Merkel aveva sostenuto che l' accoglienza di persone bisognose d' aiuto fosse un dovere per tutti i cristiani e chi non dovesse condividere i valori sacrosanti della solidarietà e dell' umanità sarebbe libero di lasciare il Paese. A rendere noti gli ultimi sviluppi dell' indagine è stato ieri il procuratore generale Peter Frank nel corso di una riunione d' emergenza della commissione interni del Bundestag a Berlino. Stefan Ernst, ammettendo la responsabilità dell' agguato omicida ha anche dichiarato di aver agito da solo - circostanza che viene messa in dubbio dagli inquirenti.

 

Presente all' udienza era anche il responsabile dei servizi segreti interni Haldenwang che ha sottolineato i rischi legati al terrorismo di estrema destra e alla progressiva radicalizzazione delle frange neonaziste e dei loro tentativi d' infiltrazione all' interno di associazioni, partiti, organi costituzionali e persino della Bundeswehr, l' esercito federale e delle forze dell' ordine.

 

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Alla ricostruzione giudiziaria del caso si aggiunge però ora anche quella politica. La leader della Cdu Annegret Kramp-Karrenbauer ha accusato la destra populista dell' Alternative für Deutschland (AfD) di aver spianato la strada al terrorismo di destra con il suo linguaggio sempre più aggressivo e le sue campagne di odio e intolleranza nei confronti dei profughi. «Il populismo di estrema destra rappresenta un grande pericolo per la nostra nazione», ha dichiarato la Kramp-Karrenbauer. Ancora più esplicito è stato il segretario generale della Cdu Peter Tauber che ha definito l' AfD come «complice» dell' omicidio di Lübcke.

 

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Nel corso del minuto di silenzio tenuto al parlamento regionale bavarese ieri a Monaco, il deputato AfD Ralph Müller non si é alzato in piedi ma è rimasto seduto provocando lo sdegno generale.

 

Per la cancelliera Angela Merkel i «toni sempre più aggressivi, polemici e radicali» adoperati da certi esponenti della destra populista in Germania come in Europa generano odio, mettendo a rischio i principi della democrazia e la capacità di discutere dei problemi che affliggono le nostre società in modo civile e rispettoso.

 

angela merkel ha un malore durante la visita del capo di stato ucraino zelensky a berlino 1 angela merkel ha un malore durante la visita del capo di stato ucraino zelensky a berlino 1

Così come la cancelliera Angela Merkel, anche Walter Lübcke apparteneva all' ala moderata e riformista della Cdu e si distingueva per il suo pragmatismo e una certa elasticità nell' interpretazione dei valori guida del conservatorismo tedesco. Per 10 anni è stato ufficiale di professione nella Bundeswehr, ma in qualità di cristiano credente ha sempre lottato per il disarmo e la pace. Un politico cresciuto e rimasto in provincia, un cristiano-democratico doc e un patriota il cui cuore batteva sia per la Bundesrepublik, sia per l' Europa unita, civile e tollerante.

 

ANGELA MERKEL GIOCA CON PHON E PALLINA ANGELA MERKEL GIOCA CON PHON E PALLINA

2 - JULIAN NIDA-RUEMELIN IL FILOSOFO TEDESCO

Francesca Sforza per “la Stampa”

 

«L' omicidio di Walter Luebke segna un punto di svolta nella storia dell' estrema destra tedesca», ci dice con preoccupazione Julian Nida-Ruemelin, filosofo, a capo del Dipartimento di Teoria Politica dell' Università di Monaco, ascoltatissimo ministro della Cultura ai tempi del governo Schroeder-Fischer e autore di "Pensare oltre i confini" (Franco Angeli), sul tema delle migrazioni contemporanee.

 

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Professor Nida-Ruemelin, il governatore della Baviera Seehofer ha parlato, con riferimento al caso Luebke, di «omicidio politico». Siamo di fronte a un salto di qualità nella violenza dell' estrema destra tedesca?

«Senza dubbio sì, è un omicidio che ha avuto luogo anche perché le autorità non hanno voluto rendersi conto che avevano a che fare con un' organizzazione terroristica di marca neonazista in piena regola.

Sin dall' inizio gli inquirenti si sono concentrati sugli aspetti privati, sulle singole minacce ricevute, e non hanno capito che non si trattava di un caso isolato».

 

Era parte cioè di un piano più vasto?

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«Guardando le cose retrospettivamente, mi sembra chiaro che quest' omicidio costringe a fare i conti con tutte le frasi infelici che da anni vengono pronunciate durante le manifestazioni neonaziste. Questa insistenza sul tema del popolo tedesco - Deutsche Volk - e su tutta una retorica che lo riguarda, non è stata sufficientemente compresa nella sua gravità, in particolare da Erika Steinbach (a capo della fondazione Desiderium Erasmus, fondata dall' Afd, e in precedenza parlamentare della Cdu/Csu, ndr), che sulla sua pagina Facebook non ha mai colto la pericolosità degli attacchi che venivano rivolti a Luebcke».

 

Vede una responsabilità politica precisa di Erika Stein bach?

«Sì, non solo sua, anche di altri, che hanno preferito circoscrivere questo episodio a un caso di criminalità isolato e non cogliere la portata dell' odio da cui proveniva. Un odio nato e alimentato in un milieu smaccatamente neonazista, dai membri di Combat 18 (1 e 8, le iniziali di Hitler), fino agli estremisti da stadio e altre formazioni chiaramente ispirate al nazionalsocialismo».

 

Crede che il governo tedesco abbia colto la portata della situazione?

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«Personalmente sono abbastanza irritato dal fatto che i vertici del governo abbiano usato dei toni molto trattenuti su questo caso. Merkel e altri politici hanno naturalmente condannato la cosa e ricordato la statura di Luebcke, ma la dimensione politica, il fatto che abbiamo assistito a un salto di qualità della violenza da parte della destra radicale non è stato colto a sufficienza».

 

La Germania ha anticorpi abbastanza forti?

«Senza essere sciovinisti ritengo la Germania è probabilmente una delle democrazie più stabili che ci sia, basti vedere il ruolo di Marine Le Pen in Francia, il governo populista in Italia, le leadership di Polonia, Ungheria, Gran Bretagna. In Germania lo stato di diritto non è in discussione e sono abbastanza ottimista sul fatto che la democrazia non sia in crisi. Anche nell' Afd, una buona metà sono conservatori, più che radicali, non ritengo che rappresentino una forza politica di destabilizzazione del Paese».

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Cosa c' è alla radice del neonazismo tedesco, la storia, il razzismo, la sfiducia nella globalizzazione?

«Non è una questione solo tedesca, c' è il desiderio (Sehnsucht) verso una comunità che faceva riferimento ai vecchi stati nazionali. Durante il governo Schroeder-Fischer il problema ce l' eravamo posto e per questo avevamo introdotto lo ius soli, proprio per cercare di superare le diverse identità nazionali - avevamo i russo-tedeschi, i rumeno-tedeschi, i polacco-tedeschi. Oggi la questione si è riproposta perché la nuova ondata migratoria ha portato a una riedizione del fenomeno».

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