roberto gualtieri olaf scholz

MES, CHE STRESS - ALL’EUROGRUPPO OSTENTANO UNA CERTA SICUREZZA SUL FATTO CHE LUNEDÌ GUALTIERI PRONUNCERÀ IL SÌ DELL’ITALIA ALLA RIFORMA DEL MES. UN ENNESIMO SÌ, VISTO CHE L'IMPEGNO FU PRESO UN ANNO FA. LA REALTÀ È CHE IL MOVIMENTO 5 STELLE CONTINUA A FARE MURO, CONFERMANDO INOLTRE IL NETTO NO ALL’USO DELLA NUOVA LINEA DI CREDITO DEL SALVA STATI PER LE SPESE SANITARIE. TANTO CHE L'AUDIZIONE DI GUALTIERI È STATA RINVIATA

 

Angela Mauro per www.huffingtonpost.it

 

“Ci fidiamo degli impegni presi dagli Stati membri, quando prendono un impegno è quello”, dice una fonte europea. All’Eurogruppo ostentano una certa sicurezza sul fatto che alla riunione di lunedì il ministro Roberto Gualtieri pronuncerà il sì dell’Italia alla riforma del Mes. Un ennesimo sì, visto che le stesse fonti europee sottolineano che l’impegno il governo di Roma l’aveva preso già “un anno fa”, quando scoppiò la polemica sul Salva Stati innescata da Matteo Salvini e cavalcata anche dai cinquestelle. Ma al di là delle sicurezze dei ministri finanziari dell’Ue, in Italia la polemica è ancora viva in seno al governo giallo-rosso: il M5s continua a fare muro sulla riforma del Mes, confermando inoltre il netto no all’uso della nuova linea di credito del Salva Stati per le spese sanitarie della pandemia.

GIUSEPPE CONTE PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI

 

Un segnale concreto è il rinvio dell’audizione del ministro Gualtieri in commissione in Parlamento, prevista per domani. E’ stata riconvocata per lunedì mattina, prima della riunione dell’Eurogruppo. Dal Movimento fanno sapere che ascolteranno il ministro ma i pentastellati restano poco convinti della riforma del Mes. Soprattutto ora che è nato un certo dibattito, iniziato dal Financial Times e condiviso anche dai Dem David Sassoli ed Enrico Letta, sull’opportunità di rivedere il Meccanismo europeo di Stabilità, ormai ‘sporcato’ dalla crisi del debito greca tanto che nessuno degli Stati Ue vi ha fatto ricorso per le spese legate al covid. “La riforma è quasi inutile – dicono dal Movimento - se questo strumento è obsoleto, come hanno sottolineato anche alcuni osservatori del Pd o di quell’area politica, la sua riforma è quantomeno obsoleta”.

 

Ma l’Eurogruppo ormai vorrebbe andare avanti come un treno sull’argomento, rimasto in sospeso per le difficoltà politiche italiane dall’anno scorso. Il cronoprogramma prevede che, dopo l’accordo di lunedì prossimo, la riforma riceva l’ok dei leader all’Eurosummit che si riunirà l’11 dicembre a Bruxelles. La riforma poi verrebbe firmata dagli ambasciatori degli Stati membri a gennaio. A quel punto, sarà sottoposta al processo di ratifica nei Parlamenti, processo che, prevedono in Eurogruppo, dovrebbe concludersi entro dicembre 2021, in modo che la riforma entri in vigore alla fine dell’anno prossimo. Ma prima della ratifica, un primo assaggio della discussione nel Parlamento italiano potrebbe avvenire il 9 dicembre, quando Conte farà la sua informativa sul Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre.

 

roberto gualtieri giuseppe conte patuanelli

E’ la pandemia a dare particolare urgenza al tutto, spiegano fonti europee. Con la riforma del Mes entrerebbe in vigore anche il meccanismo di garanzia per le banche in crisi (backstop), a partire dal primo gennaio 2022, si spera. E siccome la crisi del covid minaccia di far aumentare anche i crediti deteriorati in pancia agli istituti di credito, la garanzia contro eventuali crisi servirebbe a reggere il sistema.

 

Ma proprio sulle banche, segnalano fonti del Tesoro, c’è ancora qualcosa da discutere con i frugali, che vorrebbero inserire nelle conclusioni dell’Eurogruppo dei meccanismi più penalizzanti per gli istituti bancari.

 

rutte merkel ursula conte by osho

Sembra una roba tecnica al confronto di tutta la matassa politica che il governo Conte deve ancora sbrogliare in vista dell’Eurogruppo di lunedì. L’anno scorso, il premier Giuseppe Conte tentò di resistere all’assalto politico della Lega e del M5s insistendo sulla ‘logica a pacchetto’. Che significa: l’Italia non firmerà la riforma del Mes, se prima non saranno pronti gli altri capitoli di tutto il pacchetto sul rafforzamento dell’unione bancaria. Tra cui anche la garanzia sui depositi (Edis). Oggi però fonti europee fanno sapere che sull’Edis “il lavoro da fare è ancora lungo, non se ne discuterà lunedì”. Ma intanto l’Italia dovrebbe dire sì alla riforma del Mes, concepita in epoca pre-pandemica. Un sì che comunque a Bruxelles avevano preso per buono anche l'anno scorso.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…