giuseppe conte luigi di maio

MES, CHE STRESS! - DI MAIO NON FIRMA IL SALVA-STATI E CONTE È COSTRETTO A CHIEDERE IL RINVIO. VUOLE EVITARE UN INCIDENTE IN PARLAMENTO, VISTO CHE NON SONO POCHI I GRILLINI CHE NON VOGLIONO DARE L'OK ALLA RIFORMA. MA GUALTIERI DIFENDE IL TRATTATO E A BRUXELLES FANNO PRESSIONI - SALVINI CI INZUPPA IL BISCOTTONE: ''IL SIGNOR CONTE È BUGIARDO O SMEMORATO. A QUEI TAVOLI ABBIAMO SEMPRE DETTO DI NO''

 

Carmelo Lopapa per “la Repubblica

 

luigi di maio giuseppe conte

Il congelamento e il rinvio della firma del Trattato della discordia, quello sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità (il Mes), è dietro l' angolo. Il Movimento 5 stelle si defila, così ha deciso il capo Luigi Di Maio in rotta col premier Giuseppe Conte. La sigla a quel documento spetta anche a lui in qualità di ministro degli Esteri, come ha spiegato ai suoi ieri pomeriggio, e la decisione per quanto lo riguarda è già presa: «Rinvio, occorre un supplemento di riflessione».

 

 Il Pd si prepara a dare battaglia. Ma a questo punto il presidente del Consiglio - che nei giorni scorsi era finito nel mirino della Lega e di Fdi, ma anche di un' ala insofferente dei 5stelle per le modifiche che avrebbe apportato all' accordo - sarà costretto a prenderne atto. E a comunicarlo al Parlamento, quando martedì 10 dicembre andrà a riferire sul Consiglio europeo del 13 in cui sulla carta i capi di governo dovranno varare la riforma.

 

roberto gualtieri giuseppe conte 1

Una scelta obbligata, quella di Palazzo Chigi. Alla Camera e al Senato la Lega è pronta a presentare una risoluzione per impedire la firma del governo italiano e rischia di raccogliere consensi anche nel Movimento. «Certo che lo faremo, la presenteremo per inchiodare il premier alle sue responsabilità di anti-italiano», attacca il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo. Ma a preoccupare ancor più il premier è la risoluzione contraria che avrebbero potuto depositare anche otto parlamentari (è la soglia minima) vicini a Di Maio. Si sarebbe aperta la crisi. Nel M5S è diffusa la sensazione che la riforma, così com' è, danneggi gli interessi nazionali e che il Parlamento sia stato tenuto all' oscuro.

 

Resta confermata la convocazione del vertice di maggioranza decisa dal premier per domani. E in quella sede il ministro dell' Economia Roberto Gualtieri (Pd) farà valere le sue, di ragioni: resta infatti convinto che il nuovo Mes non aumenti il rischio di ristrutturazione del debito, contrariamente a quanto sostengono Lega e Fdi (e Di Maio coi suoi).

 

salvini e conte

Una tesi che l' inquilino di via XX Settembre è pronto a ribadire in commissione Finanze al Senato mercoledì prossimo. Ma tutto si consumerà ben prima. Con ripercussioni per la stabilità del Conte bis tutte da scoprire. Il Pd ormai è chiaro che non accetterà senza combattere il veto opposto da un Di Maio sempre più sensibile alle sirene populiste e sovraniste sui conti e sull' Ue. L' ala dem del governo è in trincea e per ora attacca la Lega. «Altro che svolta moderata di Salvini - dice Enzo Amendola, ministro per gli Affari europei - il suo è l' europeismo a giorni alterni ». Ma il vero nodo è interno alla maggioranza.

 

Il premier non potrà che prendere atto del veto. Ma dovrà essere lui, al Consiglio europeo di metà dicembre, a portare ai colleghi degli altri paesi l' infausta notizia del passo indietro italiano. Stretto tra due fuochi: quello di Bruxelles - era stato lui con l' allora ministro Giovanni Tria a lavorare alla trattativa sul Mes - e quello interno, sempre più incandescente.

 

SALVINI E CONTE

Non cita Salvini, ma è a lui che si riferisce partecipando ad Arezzo all' assemblea Anci e sottolineando come «da marzo a giugno 2019 abbiamo avuto quattro incontri con i massimi esponenti della Lega, in cui abbiamo affrontato tutti i risvolti. Oggi - dice - la stessa persona e lo stesso partito, scopre l' esistenza del Mes e grida allo scandalo. Quando si partecipa ai tavoli a propria insaputa e poi si disconosce quanto deciso, si assume un atteggiamento irresponsabile ». E Salvini, a stretto giro: «Il signor Conte è bugiardo o smemorato. A quei tavoli abbiamo sempre detto di no al Mes». La partita è tutt' altro che chiusa.

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