gas ucraina russia vladimir putin joe biden emmanuel macron mario draghi

PER METTERE ALLE STRETTE PUTIN, L’OCCIDENTE PROVA A COLPIRE LA RUSSIA SUL GASDOTTO NORD STREAM 2, SULLE BANCHE, SUL COMMERCIO - NEL MIRINO DI BRUXELLES FINISCONO PURE I PARLAMENTARI E GLI OLIGARCHI: “PER LORO BASTA SHOPPING A MILANO E PARTY A SAINT-TROPEZ” - LA RISPOSTA A MOSCA DIVIDE IL NOSTRO GOVERNO. SALVINI CONSIDERA LE SANZIONI ALLA RUSSIA COME L'ULTIMA MOSSA POSSIBILE. L'EUROPA (ITALIA IN TESTA) DIPENDE DALLE FORNITURE DI GAZPROM PER IL 40% DEL SUO FABBISOGNO: CON I PREZZI DEL METANO ALLE STELLE, IL CREMLINO POTREBBE DECIDERE DI...

Cristiana Mangani per il Messaggero

 

 

olaf scholz vladimir putin

Il botta e risposta tra l'Occidente e Mosca sulla crisi in Ucraina si intensifica ora dopo ora. E il giorno dopo la firma di Putin per l'indipendenza delle Repubbliche separatiste del Donbass, Europa, Gran Bretagna, e Stati Uniti alzano il tiro e provano a colpire lo zar sugli accordi economici, sulle banche, sul commercio. Nella riunione informale dei ministri degli Esteri convocata a Parigi, l'Ue ha trovato un punto di equilibrio adottando un pacchetto di sanzioni corpose ma che non toccano Putin in persona.

 

Appigliandosi alla risposta più forte arrivata finora dal Vecchio continente nei confronti di Mosca: lo stop al Nord Stream 2 annunciato da Berlino, il gasdotto che unisce Russia e Germania con una capacità di 55 miliardi di metri cubi l'anno. Altra arma affilata è stata l'esclusione della Russia dal sistema Swift (Society for Worldwide interbank financial telecommunication), a cui il ministro russo Sergei Lavrov fa riferimento come la «madre di tutte le sanzioni». Swift è la rete attraverso cui dialogano le banche di tutto il mondo e gestiscono le loro transazioni. Decisioni che alzano l'asticella delle sanzioni che la Ue, a cominciare dall'Italia, dovrebbero essere pronte ad appoggiare.

VLADIMIR PUTIN OLAF SCHOLZ

 

Ora che Putin è «venuto a vedere» le carte in mano alla Nato, i paesi occidentali cercano di definire una risposta comune. Anche se non è un mistero che Germania, Francia, Italia e Spagna siano parecchio restii a picchiare duro. A differenza di Usa e Gran Bretagna e ai paesi del Nord Europa più orientati verso un maggior rigore. Alla fine, però, l'accordo c'è ed è unanime. Palazzo Chigi è in linea con la Ue, sebbene si continui a insistere sulla strada della diplomazia, e il premier Draghi sia ancora pronto a incontrare Putin. «Quello che è avvenuto con il riconoscimento da parte della Russia delle due regioni separatiste del Donbass è inaccettabile e l'Italia è assolutamente convinta nel procedere sulla strada delle sanzioni - dichiara, confermando la posizione comune, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio -. Il governo italiano inoltre, sta costruendo un percorso per erogare aiuti finanziari all'Ucraina che in questo momento è in evidente difficoltà».

DOVE PASSA IL GASDOTTO Nord Stream 2

 

L'ufficio diplomatico di Palazzo Chigi sta aspettando una risposta dal Cremlino. È stato Putin a chiedere un incontro a Draghi, ma i suoi uffici non hanno ancora comunicato uno spazio utile nell'agenda del presidente russo. Il presidente del Consiglio potrebbe volare a Mosca già questa settimana, forse domani o dopodomani, ma, al momento, non ci sono certezze. Draghi, comunque, è già intervenuto sul tema: ha detto in modo chiaro che gli interessi italiani sulle sanzioni possono divergere da quelli degli alleati, e che le sanzioni non dovrebbero includere il tema dell'energia, ma ha anche respinto qualsiasi lusinga proveniente da Mosca: «L'unità del fronte occidentale non è in discussione», ha rimarcato. All'interno del governo c'è, poi, chi come Matteo Salvini considera le sanzioni alla Russia come l'ultima mossa possibile. «Se fossero necessari degli interventi per carità. La domanda è: quanto sono servite le passate sanzioni? Quanto sono costate all'Italia e alle aziende italiane? Bisogna abbassare tutti i toni. Spero non ci sia nessuno che tifi per la guerra».

nord stream 2

 

«NESSUNA PAURA» «Mosca non è spaventata - è stata la replica di Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo -. I nostri colleghi europei, americani, britannici non si fermeranno e non si calmeranno finché non avranno esaurito tutte le loro possibilità per la cosiddetta punizione della Russia. Ci stanno già minacciando con ogni sorta di sanzioni o, come si dice ora, la madre di tutte le sanzioni. Bene, ci siamo abituati. Sappiamo che le sanzioni verranno comunque imposte, in ogni caso. Con o senza motivo», ha aggiunto Lavrov. Mentre l'ex premier russo Dmitry Medvedev ha scritto su Twitter che lo stop al Nord Stream 2 causerà un incremento del prezzo del gas fino a 2mila euro per mille metri cubi (più o meno il triplo rispetto a quanto viene pagato oggi).

 

vladimir putin 2

Anche se ieri mattina Putin ha affermato che «la Russia proseguirà le forniture ininterrotte di gas ai mercati globali». In attesa di sviluppi, l'Ue tira dritta: «Il pacchetto di misure è calibrato, le finalizzeremo presto», ha assicurato Ursula von der Leyen, mentre dall'altra parte dell'Oceano Joe Biden ha annunciato le misure americane per «tagliare fuori il governo russo dalla finanza occidentale». Ben oltre quindi quelle per l'annessione della Crimea 8 anni fa. A riprova che lo scontro diplomatico è molto duro c'è anche l'annullamento del vertice tra il segretario di Stato americano, Blinken, e il ministro russo Lavrov. Doveva tenersi giovedì, ma - secondo Washington - non ha più senso vedersi dopo le forzature putiniane.

 

 

“BASTA SHOPPING DEI RUSSI” IL NUOVO FRONTE È LA FINANZA

Gabriele Rosana per il Messaggero

PUTIN E BIDEN

 

Via libera del fronte occidentale alle sanzioni contro Mosca: comincia Londra, a sera si uniscono anche Bruxelles e Washington. Per mettere alle strette la Russia a 24 ore esatte dal blitz del Cremlino, Europa, Stati Uniti e Regno Unito hanno approvato i primi pacchetti di misure in risposta al riconoscimento delle sedicenti repubbliche di Donetsk e Lugansk e all'immediato invio di truppe che vi ha fatto seguito.

 

 LA MESSA AL BANDO Nel mirino finiscono il debito sovrano e gli istituti di credito: nel suo discorso alla nazione il presidente Usa Joe Biden annuncia il taglio del «governo russo dal finanziamento occidentale», oltre che misure per colpire l'establishment. Gli americani si muovono d'accordo con europei e britannici, che poco prima avevano annunciato una messa al bando delle principali banche russe che finanziano l'intervento militare in territorio ucraino.

 

LE TENSIONI IN UCRAINA VISTE DA OSHO

Anche l'Ue ha deciso di limitare la capacità della Russia «di accedere al nostro mercato dei capitali», rendendo «più difficile per Mosca finanziare il proprio debito pubblico», mentre vengono congelati gli scambi commerciali con le due entità separatiste. Per il resto, però, non si tira ancora fuori l'artiglieria pesante. La parola d'ordine è misure mirate. In Europa è passata la linea della fermezza, ma anche della prudenza. L'Ue vuole lasciare la porta semi-aperta alla diplomazia e punta sull'effetto deterrente, non ricorrendo alle sanzioni tecnologiche e energetiche ventilate nei giorni scorsi, che avrebbero un costo economico non indifferente per gli stessi europei.

vladimir putin emmanuel macron.

 

Ma questo non è che l'inizio, dicono all'unisono i leader di Usa, Ue e Uk. I provvedimenti sono, per l'appunto, mirati, ma «vanno ben oltre quanto fatto dopo l'annessione della Crimea» nel 2014, mette in chiaro Biden. Nuove misure, se necessarie, potrebbero seguire a stretto giro, concordano Boris Johnson e Ursula von der Leyen. Nella lista nera di Bruxelles finiscono pure i 351 membri della Duma promotori del riconoscimento di Donetsk e Lugansk e 27 entità (persone fisiche e giuridiche) che hanno avuto un ruolo nelle operazioni di destabilizzazione, disinformazione e incursione: politici, militari e operatori economici a cui saranno negati i visti e congelati beni e conti correnti all'estero («Per loro basta shopping a Milano e party a Saint-Tropez», twitta l'Alto rappresentante Josep Borrell). Per ora manca il nome di Putin, ma il capo della diplomazia Ue non esclude che possa essere inserito in futuro.

incontro virtuale joe biden vladimir putin

 

L'ESPOSIZIONE ITALIANA «Non è facile mettere d'accordo 27 Paesi», spiega Borrell a proposito del compromesso che si è trovato fra chi premeva per una reazione di fuoco (i Baltici e la Polonia) e quelli che, Italia compresa, hanno insistito sulla gradualità, preoccupati dall'impatto delle sanzioni sulle economie nazionali. Dopo il tonfo in era Covid, l'export del nostro Paese verso Mosca è rimbalzato nel 2021, attestandosi poco sotto i 20 miliardi di euro. Numeri che parlano di relazioni economiche importanti: l'Italia è il settimo fornitore della Russia; le nostre banche sono esposte per 25,3 miliardi dollari ai quali vanno aggiunte altre esposizioni potenziali come i quasi 6 miliardi di garanzie; esportiamo in particolare abbigliamento e macchinari e importiamo principalmente energia e materie prime.

 

MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI

È qui che entra in scena il gas. L'Europa (Italia in testa) dipende dalle forniture di Gazprom per il 40% del suo fabbisogno: con i prezzi del metano alle stelle, il Cremlino potrebbe decidere di chiudere quasi o del tutto i rubinetti, facendo schizzare in alto i valori dell'energia. Alla luce dello stop tedesco all'attivazione del gasdotto Nord Stream 2 «molto presto pagherete 2mila euro ogni mille metri cubi di gas», è il messaggio provocatorio del braccio destro di Putin Dmitry Medvedev. E a proposito di contromisure, a pesare c'è anche l'interrogativo su come reagirà Mosca al nuovo pacchetto di sanzioni: nel 2014 Putin decise di imporre un embargo ai prodotti agroalimentari occidentali che ad oggi ha fatto perdere alla filiera del made in Italy 1,5 miliardi di euro, secondo una stima di Coldiretti.

olaf scholz gerard schroder

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA