draghi cartelle

MILLE PROROGHE TRANNE UNA (ALMENO PER IL MOMENTO) - IERI IL GOVERNO HA APPROVATO IL DECRETO CONGELANDO PERO' PER QUALCHE GIORNO LA QUESTIONE FISCALE: NEL FINE SETTIMANA IL MINISTERO DELL'ECONOMIA DOVREBBE ANTICIPARE CON UNA COMUNICAZIONE LO SLITTAMENTO DELLE CARTELLE ESATTORIALI AL 31 MAGGIO, CHE DOVREBBE ENTRARE NEL SOSTEGNI-BIS - MA IL CONDIZIONALE E' D'OBBLIGO: LA NORMA PER ADESSO NON C'E'

Michele Di Branco per “il Messaggero”

 

DRAGHI 8

Ancora un mese di stop. Ieri il governo ha approvato il decreto proroghe congelando però, per qualche giorno, la questione fiscale. Ma l'orientamento dell'esecutivo appare ormai chiaro: far slittare nuovamente l'invio delle cartelle esattoriali (bloccate ormai dall'8 marzo 2020) la cui sospensione, stabilita attraverso il decreto Sostegni, termina oggi.

 

I RISCHI Senza un ennesimo rinvio, 35 milioni di atti esecutivi riprenderebbero ad essere inviati ai contribuenti a partire da lunedì 3 maggio. Una prospettiva che, in tempo di pandemia e di crescenti difficoltà economiche per famiglie e imprese, allarma la maggioranza che sostiene il premier Mario Draghi.

 

CARTELLE ESATTORIALI

Per questa ragione si rafforza l'ipotesi che, all'interno del decreto Sostegni-bis, venga inserita una norma che, appunto, posticipi al 31 maggio la ripresa dell'attività di riscossione delle tasse. Questa scelta, considerato che il decreto arriverà tra alcune settimane, verrebbe anticipata da una comunicazione del ministero dell'Economia nel corso di questo fine settimana.

 

L'accordo politico, su questo delicato dossier, è stato già raggiunto anche se non tutta la maggioranza sarebbe d'accordo nel proseguire con la sospensione tout court.

 

DRAGHI 19

LA SOLUZIONE Tra i partiti del centrosinistra c'è infatti chi sarebbe più favorevole ad una ripresa morbida della riscossione, con un occhio di riguardo per chi ha maggiormente sofferto della crisi pandemica e riportato maggiori perdite. La sintesi potrebbe appunto consistere in una sospensione di un mese per tutti, per poi definire un meccanismo di rientro dai debiti tributari agevolato per chi rientra tra i beneficiari dei ristori. Vale a dire quei soggetti che hanno accusato perdite superiori al 30%.

 

CARTELLE ESATTORIALI 8

Che la scelta ricada su una proroga totale o parziale (Lega e Forza Italia spingono per un congelamento fino al 31 luglio), ci sarà comunque da fare i conti con stringenti vincoli di bilancio, considerato che il decreto Sostegni ha a disposizione una dote di appena 550 milioni e il rinvio delle cartelle andrebbe ad assorbirla quasi interamente.

 

Con il nuovo stop alla riscossione (ma gli avvisi bonari sono ripresi dal 1° aprile) verrebbero nuovamente congelati i carichi affidati all'agente della riscossione e dei pignoramenti su stipendi e pensioni. Con la proroga si bloccherebbero infatti non solo le cartelle esattoriali, ma anche gli accertamenti esecutivi, i fermi e gli avvisi di addebito Inps.

 

MARIO DRAGHI PARLA ALLA CAMERA

LE RATE Tutto confermato sul fronte della rottamazione e del saldo e stralcio: per non perdere i benefici della definizione agevolata, chi è in regola con i versamenti del 2019 deve effettuare entro il 31 luglio 2021 il pagamento delle rate previste e non ancora versate nel 2020. Il pagamento delle rate previste nel 2021, invece, dovrà avvenire entro il 30 novembre 2021. Se il pagamento avverrà oltre i termini previsti (la legge consente ulteriori 5 giorni di tolleranza) o per importi parziali, si perderanno i benefici della misura.

Quanto al condono delle cartelle esattoriali 2000-2010 fino a 5 mila euro di importo per chi ha un reddito inferiore a 30 mila euro, introdotto dal decreto Sostegni, non dovrebbero esserci modifiche in sede di conversione.

 

Rottamazione Ter

Potranno comunque usufruirne anche i contribuenti che hanno aderito alla Rottamazione-ter. Fonti politiche alle prese con il dossier riscossione fanno osservare che il rallentamento dell'attività serve anche per velocizzare la riforma alla quale stanno lavorando ministero dell'Economia e Agenzia delle Entrate. E' chiaro che sulle cartelle lo Stato non ha funzionato, uno Stato che ha permesso l'accumulo di milioni e milioni di cartelle che non si possono esigere: bisogna cambiare qualcosa ha spiegato Draghi alcune settimane fa.

 

DDL annullamento cartelle Equitalia in discussione al Senato x

La parola d'ordine della riforma alla quale pensa il governo è farsi pagare presto e concentrare la caccia sui crediti fiscali più sostanziosi abbandonando piste che costano troppo allo Stato rispetto ai risultati economici che possono dare.

Ma il primo passaggio è liberarsi del magazzino della ex Equitalia (987 miliardi di euro), affogato da milioni di cartelle che in 9 casi su 10 oramai non sono in sostanza più esigibili.

Rottamazione TerRottamazione Ter

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…