MISTER COMUNICAZIONI NON COMUNICA LE AZIONI CHE HA IN PORTAFOGLI - CARDANI, IL PRESIDENTE DELL'AGCOM CHE È IN PROROGA DA LUGLIO VISTO CHE IL GOVERNO NON TROVA UN ACCORDO, DICHIARA DI ''POSSEDERE QUOTE DI SOCIETÀ'' MA SENZA PRECISARE QUALI. LUI CHE IN QUESTI ANNI HA PREDICATO TRASPARENZA NELLE ISTITUZIONI - LA QUESTIONE È STATA AFFRONTATA ANCHE DA ANAC E CONSULTA

-

Condividi questo articolo


 

 

Alessandro Da Rold per “la Verità

 

Il presidente dell' Agcom, Angelo Marcello Cardani, parla spesso di trasparenza nei suoi interventi. Lo fa in merito alle bollette di luce e gas che vengono recapitate agli italiani, ne chiede di più contro le fake news che circolano su Internet. Per esempio a fine gennaio Tim, Vodafone e Wind Tre hanno ricevuto una multa di 696.000 euro per pratiche scorrette. Peccato che però, da numero uno dell' autorità garante delle comunicazioni, lui non dia il buon esempio.

ANGELO CARDANI ANGELO CARDANI

 

Insediato in Agcom nel giugno del 2012 sotto il governo di Mario Monti, il suo incarico è in proroga da luglio 2019: merito della difficoltà dei governi Conte 1 e 2 di trovare una quadra sul successore. Il 18 febbraio sono previste le votazioni in Camera e Senato, dove saranno scelti i componenti anche per il garante della privacy.

 

In questi anni sono cambiate diverse regole nella pubblica amministrazione che il presidente Agcom conosce benissimo. Nel 2013 infatti, il dlgs 33 disciplina la trasparenza nella pubblica amministrazione. Si applica anche alle autorità amministrative indipendenti di garanzia e vigilanza, tra cui il garante delle comunicazioni e i suoi vertici. E vi è anche l' obbligo di pubblicazione dei propri redditi, tra cui, in particolare, l' eventuale possesso di azioni o quote in società pubbliche o private.

 

Il tema è molto discusso.

Tanto che l' anno scorso è dovuta intervenire anche la Corte costituzionale spiegando che l' obbligo dei dirigenti di pubblicare i redditi online è incostituzionale.

Eppure c' è chi lo fa. Sono in tanti. Tra questi c' è per esempio Michele Corradino, consigliere dell' Anac (ente anticorruzione), che alla voce «Strumenti finanziari, quote e azioni societarie» riporta Banca di credito Cooperativo di Roma, 1.650 azioni e percentuale di possesso sul totale della banca 0,0082%. È di sicuro opportuno per chi deve combattere la corruzione nella pubblica amministrazione comunicare possibili conflitti di interesse. Ma lo è anche per chi amministra l' Agcom, che deve appunto sorvegliare su possibili violazioni e in generale sulla corretta concorrenza degli operatori sul mercato.

corte costituzionale corte costituzionale

 

Eppure in questi 7 anni Cardani non ha mai comunicato quali azioni o quote di società avesse. Nelle dichiarazioni, infatti, dal 2013 in poi, come riporta il sito dell' Agcom, vi è solo scritto che possiede azioni in società». I documenti sono accessibili a tutti. Fino al 2015 si può appunto vedere una dichiarazione generica sul possesso di azioni, poi negli ultimi anni, quando il modello è stato uniformato, Cardani si è limitato a barrare la casella che attesta che «la situazione patrimoniale dichiarata nell' anno precedente non ha subito variazioni in aumento o diminuzione».

 

L' obbligo si specificare di quale società sono le azioni possedute è, come detto, molto discusso dal punto di vista costituzionale, ma il presidente di una autorità garante così importante dovrebbe essere il primo a dare il buon esempio. Del resto proprio il dipartimento per il coordinamento amministrativo della presidenza del Consiglio dei ministri ha da qualche anno messo a disposizione sul proprio sito una scheda da utilizzare dove viene indica la necessità di una formulazione specifica.

raffaele cantone raffaele cantone

 

Ovvero, la legge impone di sapere esattamente il patrimonio di partecipazioni posseduto dal titolare di un organo di indirizzo politico. C' è il rischio di un possibile conflitto di interesse che potrebbe derivare dal possesso di azioni o partecipazioni in società.

 

la segnalazione all' Anac

La stessa Anac ha sempre confermato l' esistenza di questo obbligo. Come detto, a esprimersi è stata anche la Corte costituzionale, ma Anac ha comunque facoltà di sanzionare i dirigenti pubblici che hanno commesso omissioni nella dichiarazione dei redditi. Anzi, a quanto risulta alla Verità, ci sarebbe stata anche una segnalazione all' ente anticorruzione ma di esiti o sanzioni non si ha notizia. Perché al di là di una multa per Cardani viene da domandarsi se queste omissioni siano compatibili con il mandato svolto in questi anni, per di più negli ultimi mesi in proroga.

 

Di sicuro la legge del 2013 non è stata rispettata, anche perché i cittadini e i soggetti che vengono controllati dall' Agcom non hanno la possibilità di valutare se il presidente si trovi in conflitto di interessi. In una recente indagine sui Big data, l' autorità garante per le telecomunicazioni spiega quanto nel contesto attuale sia «difficile ripristinare condizioni di efficienza attraverso meccanismi di trasparenza e di consenso informato. Infatti, tali strumenti appaiono, in molti casi, insufficienti a garantire un riequilibrio conoscitivo tra operatori e consumatori». Forse il primo a dare l' esempio dovrebbe essere proprio Cardani.

ANGELO CARDANI ANGELO CARDANI

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...