brugnaro palazzi storici venezia

MORTE (DEI PALAZZI STORICI) A VENEZIA - ALLA VIGILIA DELL'APERTURA DELLA BIENNALE SCOPPIA LO SCAZZO IN LAGUNA, DOPO CHE IL SINDACO BRUGNARO HA DECISO CHE LE DIMORE PRIVATE PIÙ ANTICHE NON POTRANNO OSPITARE MOSTRE D'ARTE PER PIÙ DI 180 GIORNI - TRA DISPETTI E VECCHIE RUGGINI, PROPRIETATI E ARCHITETTI ACCUSANO IL COMUNE DI NON ESSERE STATO COSÌ RIGIDO ANCHE SUL PROLIFERARE DI ALBERGHI E B&B O SULLE GRANDI NAVI NEL BACINO DI SAN MARCO... COSA C'È DAVVERO DIETRO ALLA DECISIONE?

Gian Antonio Stella per il "Corriere della Sera"

 

toto bergamo rossi

«El gondolier cadavere coi sposini cadaveri! Cossa c'entra Venessia?». Toto Bergamo Rossi, presidente di Venetian Heritage, non capisce certe mostre allestite nella città. La Gran Baruffa però, alla vigilia della Biennale dell'Architettura, «ritorno alla vita» dopo l'Acqua alta e la pandemia, è quella tra grandi famiglie e Comune, deciso a metter un limite agli eventi nei palazzi patrizi.

 

Tante meravigliose residenze antiche private, da sempre chiuse a quanti non fanno parte dei circoli ristretti che ruotano da secoli intorno al «Libro d'Oro» dell'aristocrazia, sono state infatti via via aperte a visitatori che mai avrebbero potuto metterci piede grazie a una serie crescente di quegli eventi artistici e mondani paralleli.

 

venetian heritage 1

Alcuni bellissimi e determinanti per consentire un accesso ai rappresentanti dei Paesi storicamente tagliati fuori, altri messi in discussione se non apertamente contestati come appunto, da parte di Bergamo Rossi, quello sui Real Bodies, i corpi plastinati tutti muscoli e vasi sanguigni che già provocarono a Milano 63 malori e ai veneziani hanno ricordato Marcantonio Bragadin scuoiato a Famagosta.

 

luigi brugnaro

«Abbiamo visto di tutto: mostre leonardiane coi falsi, strumenti di tortura, mummie giù nel Canal Grande... Lo so anch'io che va mantenuta l'idea di allargare la Biennale a eventi collaterali organizzati in grandi palazzi nobiliari privati che altrimenti nessuno potrebbe vedere. Però...».

 

Però queste aperture hanno dei pro e dei contro. Al punto di accendere una polemica che, poco prima dell'apertura della Biennale dell'architettura 2021, fissata da sabato 22 maggio al 21 di novembre dopo i diciotto mesi peggiori mai vissuti dalla Città Serenissima prima per la marea del 12 novembre 2019 e poi per il Covid-19, non ci voleva proprio.

 

venetian heritage

L'ultimo cerino sulla benzina l'ha gettato un pezzo scritto da Lisa Hilton su Air Mail, la rivista online lanciata due anni fa dall'ex-redattore capo di Vanity Fair Graydon Carter e dall'ex giornalista del New York Times Alessandra Stanley e diretto ai «cosmopoliti mondani».

 

Dove si racconta che il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, indispettito per non essere stato invitato al «Ballo del Tiepolo» del 2019 sponsorizzato dalla maison Dior, avrebbe deciso di «accanirsi» sui proprietari dei palazzi più belli ridotti «come i padroni delle case signorili inglesi: ricchi di proprietà ma poveri di denaro».

 

E obbligati dunque dall'avarizia dello Stato, che non dà un euro per la manutenzione, a vendere le loro dimore, ad affittarne una parte a qualche albergo come ha fatto con Palazzo Papadopoli e l'hotel Aman la vicepresidente di Christie's Italy Bianca Arrivabene, o ancora a «sbarcare il lunario» facendo affidamento su eventi e feste, in particolare in coincidenza con le Biennali.

 

venetian heritage 3

Un'opportunità, accusa la rivista, chiusa quest'anno dalla scelta comunale di varare «una legge che vieta ai proprietari di palazzi privati di ospitare mostre d'arte per più di 180 giorni». E perché? Perché il sindaco vorrebbe «incoraggiare il ritorno del turismo di massa estremamente distruttivo» e «sta ancora una volta cercando di guadagnare qualche dollaro» alle spalle dei veneziani.

 

brugnaro

Una sintesi forzata perfino agli occhi di chi rinfaccia a Brugnaro troppo lassismo sulla monocultura turistica e troppa disinvoltura su certi temi di «marketting» (copyright Pieralvise Zorzi) come la sparata dell'altro giorno su Venezia «costruita dai veneti che poi d'estate tornavano nei loro territori». Tesi liquidata dallo storico Giorgio Ravegnani con una risata: «Posso assicurare che la costruirono gli extraterrestri».

 

Fatto sta che l'accusa di Lisa Hilton, che si spinge a scrivere di «Mafia-ization of the Biennale», è appoggiata davvero da una parte dei patrizi serenissimi. A partire da Michele Marcello, fondatore di Venice Palaces, «iniziativa volta ad aiutare i proprietari di palazzi a preservare le loro proprietà ancestrali», che denuncia il nuovo regolamento: «È un attacco diretto ai proprietari privati. Non c'è logica o giustificazione oltre quella di spingere i proprietari a rinunciare e vendere agli hotel».

 

venetian heritage 4

Protesta condivisa, tra gli altri, da Filippo Gaggia, proprietario del magnifico Palazzo Loredan dell'Ambasciatore: «Tutto questo ucciderà una quantità enorme di opportunità di fascia alta».

 

A farla corta, insiste la rivista online, «la nuova legge è vista da molti proprietari come un tentativo di Brugnaro di obbligare i clienti della Biennale a esporre in immobili di proprietà municipale» e «dissanguare i proprietari dei palazzi».

 

luigi brugnaro sindaco

Che avrebbero un'idea per manifestare la loro collera: imitare certe opere di Christo infagottando i loro palazzi di teli bianchi su cui dovrebbe spiccare lo slogan «Se non mi vuoi, non mi vedi».

 

«Ma non è affatto una legge voluta da Brugnaro né una legge veneziana!», ribatte l'assessore all'urbanistica Massimiliano De Martin, «si tratta dell'articolo 6 del testo unico dell'edilizia sull'uso temporaneo. Non vogliamo fare processi alle intenzioni o immaginare che allestimenti "temporanei" diventino definitivi. Ma la legge dice: fino a 180 giorni sì, all'infinito no. Sennò si chieda il cambio di destinazione d'uso. E ci si confronti coi problemi dell'accesso ai disabili, dell'antincendio, delle fognature, del via libera delle soprintendenze».

 

il sindaco di venezia luigi brugnaro

L'architetto Antonio Foscari, il cui solo nome dice tutto sui quarti di nobiltà familiari, spiega che in realtà torti e ragioni stanno da entrambe le parti. E che se è vero che quegli eventi collaterali alle Biennali sono un valore da conservare e rilanciare per il bene di tutti, in primo luogo di Venezia, «c'è da capire anche l'amministrazione sulla durata degli allestimenti... Ma posso dire che il Comune non è stato e non è altrettanto netto nella difesa dei palazzi che uno dopo l'altro diventano alberghi? O sul proliferare dei B&B? O sulle grandi navi nel bacino di San Marco? Insomma, è meglio che questi palazzi storici restino ciò che sono sempre stati o che vengano spinti a diventare nuovi hotel?».

 

biennale di venezia 1

«Sostengo da sempre, tirandomi addosso anche molte critiche, che i grandi palazzi storici di antiche famiglie sempre più in difficoltà a mantenerli non dovrebbero pagare le tasse perché certi patrimoni privati sono patrimoni di tutti», sostiene Salvatore Settis, «piuttosto che avere decine e decine di nuovi alberghi meglio tutelare quelle antiche dimore... Centoventi eventi collaterali della Biennale, però, forse sono troppi... Ne ho visti alcuni che, mettiamola così, non mi sembravano all'altezza. Sarò stato sfortunato...».

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...