gianni de michelis

È MORTO GIANNI DE MICHELIS: AVEVA 78 ANNI – PIÙ VOLTE MINISTRO, È STATO TRA I PRINCIPALI PROTAGONISTI DELL’ERA CRAXIANA -  DOCENTE UNIVERSITARIO, DA MINISTRO DEGLI ESTERI HA FIRMATO IL TRATTATO DI MAASTRICHT – SCRISSE ‘DOVE ANDIAMO A BALLARE STASERA?’ GUIDA A 250 DISCOTECHE ITALIANE. ‘’IO MI DIFFERENZIAVO DAGLI ALTRI. GIRAVO CON BELLE DONNE. ERO SINGLE. AVEVO UN COMPORTAMENTO TRASPARENTE, A DIFFERENZA DEI MIEI COLLEGHI SPOSATI E IPOCRITI’ - ‘ONESTAMENTE, DEVO RINGRAZIARE BIN LADEN. PERCHÉ DOPO IL 2001…’

Da www.lettera43.it

 

sandra milo, gianni de michelis de resurrectione carnis

Gianni De Michelis è morto. Dal 1976 al 1993 deputato socialista, più volte ministro e protagonista della Prima Repubblica, si è spento all'età di 78 anni. Nato a Venezia il 26 novembre 1940, laureato in Chimica industriale, De Michelis è stato docente universitario. La sua carriera politica inizia nel 1964 con l'elezione a consigliere comunale del capoluogo veneto e con il successivo incarico di assessore all'Urbanistica. Nel 1969 diviene componente della direzione socialista e poi responsabile nazionale dell'organizzazione del partito.

 

Ricopre più volte l'incarico di ministro: alle Partecipazioni statali nel secondo governo Cossiga e nel governo Forlani, riconfermato alla guida dello stesso dicastero nei governi Spadolini e nel V governo Fanfani. Diventa poi ministro del Lavoro e della previdenza sociale durante i due governi presieduti da Craxi. Nel governo De Mita è vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri nel VI governo Andreotti nel 1989, anno della caduta del muro di Berlino e della conseguente riunificazione tedesca, che De Michelis considera «la pietra angolare sulla quale costruire il nuovo edificio di un'Europa unita».

Gianni De Michelis

 

Da ministro degli Esteri deve affrontare l'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq il 2 agosto 1990. L'Onu impone l'embargo economico al Paese invasore e nell'ambito di questa iniziativa l'Italia manda tre navi nel Golfo Persico, cui si aggiungono otto aerei da guerra e una fregata. Nell'aprile 1991 Andreotti, alla guida del suo VII governo, riconferma De Michelis alla Farnesina.

 

Sempre da ministro degli Esteri, De Michelis ha firmato per l'Italia il Trattato di Maastricht. Molti tuttavia lo ricordano per le sue passioni mondane: amava andare in discoteca, corteggiare le donne e portava i capelli lunghi. Dopo il coinvolgimento in Mani Pulite e il ritiro dalla politica attiva, viveva ai Parioli circondato dai libri. Suo il motto più volte citato: «La cultura è il petrolio d'Italia e deve essere sfruttata».

 

Gianni De Michelis

 

 

 

 

Da www.cinquantamila.it, sito a cura di Giorgio Dell’Arti

 

Venezia 26 novembre 1940. Politico. Dal 1976 al 1993 deputato socialista. «Se Craxi era Garibaldi, io ero il suo Cavour».

• Primogenito di Turno e Noemi Borghello, entrambi impiegati alla Montedison di Porto Marghera. Tre fratelli e una sorella. Laureato in Chimica industriale, fu docente universitario fino a quando non venne assorbito dalla carriera politica, che iniziò nel 1964: primo incarico, consigliere comunale di Venezia, poi assessore all’Urbanistica.

 

Maria Sorrento e Gianni De Michelis

Nel 1969 entrò nella direzione del Psi, poi fu responsabile nazionale dell’organizzazione del partito. Ministro delle Partecipazioni statali nel Cossiga II, Forlani, Spadolini I e II, Fanfani V (1980-1983), del Lavoro e della Previdenza sociale nel Craxi I e II (1983-1987), degli Esteri nell’Andreotti VI e VII (1989-1992), vicepresidente del Consiglio nel De Mita (1988-1989). Dal 2001 al 2007 segretario del Nuovo Psi, dal 2003 al 2009 parlamentare europeo, nel 2006 fu eletto deputato (ma lasciò il posto a Lucio Barani).

 

Nel 2007, duramente contestato dalla componente di Stefano Caldoro, abbandonò il Nuovo Psi. Alle elezioni politiche del 2008 si candidò con il Partito socialista di Boselli, che però non è entrato in Parlamento. Nel luglio 2008 entrò a far parte del Partito Socialista di Riccardo Nencini. Nel 2009 divenne consulente di Renato Brunetta, ministro per la Pubblica Amministrazione durante il Governo Berlusconi.

 

Gianni e Cesare De Michelis

• «È stato un potente. Ma veramente potente. Ha fatto parte di quell’arroganza politica e di quella supponenza partitica che è stata spazzata via dal ciclone Mani pulite. Al contrario di molti altri non si è nascosto in una tana. Ma non ha nemmeno sgomitato per restare a galla. Ha scelto il basso profilo» (Claudio Sabelli Fioretti).

 

• «Padre ingegnere, madre chimica. Si conobbero in fabbrica, a Porto Marghera. Eravamo tutti protestanti, mio nonno era pastore metodista. Io a 12 anni mi sentivo monarchico, solo Dio sa perché. Per due anni fui anche della Giovane Italia. Poi diventai radicale. Nel 1960, a 19 anni, mi iscrissi al Psi. La politica attiva la scoprii nell’Ugi, l’Unione goliardica italiana. La mia prima esperienza fu il congresso di Palermo. Io stetti dalla parte che sconfisse Craxi, da sinistra, ed eleggemmo Militello».

 

Gianni De Michelis e Stefania Craxi Legion d Onore Boniver

• «È un uomo che ha una visione. Quasi non importa quale, perché a colpire è il modo in cui la presenta, più che il contenuto. È anche l’uomo intemperante e smodato che ha contribuito non poco a dare del Partito socialista quell’immagine corriva che l’ha accompagnato alla distruzione. È riemerso da una lunga penitenza, dopo essere stato inquisito e isolato, buttato fuori dal ring della politica e costretto a far da spettatore. Lui, che era stato ministro per più di un decennio, aveva frequentato i grandi del mondo, agitato le notti della capitale e riso in faccia ai benpensanti» (Stefania Rossini).

 

Gianni De Michelis e Margherita Boniver Legion d Onore Boniver

• Nota la sua passione per le discoteche, nel 1988 per Mondadori scrive Dove andiamo a ballare stasera? Guida a 250 discoteche italiane. «Io mi differenziavo dagli altri. Andavo a ballare. Giravo con belle donne. Perché no? Ero single. Avevo un comportamento trasparente. Ritenevo più disdicevole l’ipocrisia. Io vivevo a Roma e conoscevo i comportamenti di quasi tutti i miei colleghi di qualsiasi partito, maggioranza e opposizione. Tutti ipocriti».

 

• «Onestamente, io devo ringraziare Bin Laden. Senza l’11 settembre sarei rimasto una non persona, quella costruita da Mani pulite e scomparsa da ogni radar. Dopo le Torri Gemelle anche il cittadino più distratto ha cominciato a sentire di nuovo il bisogno di competenza, a desiderare di sentir ragionare. Non così il ceto politico. È stato un bel giorno quando ho cominciato a ricomparire nei radar e a essere invitato in televisione». «Ho fatto il ministro dodici anni. Ho ricevuto un migliaio di lettere anonime. L’ottanta per cento erano sui miei capelli».

 

GIANNI DE MICHELIS E GIULIO TREMONTI

• «Veder Gianni mangiare è come leggere Rabelais: mangia per tre, quattro, cinque uomini della sua età e dei suoi impegni» (un’amica prima che si mettesse a dieta).

• Due mogli: da Francesca Barnabò, sposata nel 1965, ha avuto Alvise. «Se n’era già andata nel ’78, in pieno femminismo, facendomi scontare pesantemente il mio carattere farfallone». Nel 1997 sposò la commercialista Stefania Tucci, 25 anni più giovane, matrimonio durato solo due anni: «Aveva scelto una specie di pensionato che divideva il mondo in quadratini. Quando ho ricominciato a far politica, non ha più funzionato. Ma restiamo grandi amici».

De Michelis Gianni

 

• «Oggi porta i capelli corti, niente più riccioli sulle spalle, qualche chilo in meno e abita in un piccolo ed elegante appartamento in via Archimede, ai Parioli» (Fabrizio Roncone).

Gianni De Michelis con la moglie GIANNI DE MICHELIS

 

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...