trump biden

LA MOSSA DEL CAVALLO DI JOE BIDEN: CONCEDERE IL PERDONO PRESIDENZIALE A TRUMP PER PACIFICARE IL PAESE - MA IL TYCOON DOVREBBE ABBASSARE LA CRESTA E FARE QUALCHE AMMISSIONE DI COLPA PER L’ASSALTO DEI SUOI SEGUACI A CAPITOL HILL - WASHINGTON BLINDATA PER IL 20 GENNAIO, GIORNO DEL GIURAMENTO DI BIDEN: CI SARANNO 21 MILA SOLDATI DELLA GUARDIA NAZIONALE - IL RILANCIO DEL NUOVO PRESIDENTE: “AMERICAN RESCUE PLAN”, UN INTERVENTO DA 1.900 MILIARDI DI DOLLARI

1 - LA TENTAZIONE DI BIDEN: IL PERDONO A TRUMP

Roberto Fabbri per “il Giornale”

 

trump biden

Più si avvicina la data dell' inaugurazione di Joe Biden e più il suo dichiarato obiettivo di pacificare una nazione profondamente divisa si dimostra arduo. Alcune voci si sono levate per suggerire al presidente eletto di giocare d' anticipo e concedere lui stesso la grazia a Donald Trump: tra chi fa questa proposta coraggiosa c'è l' ex numero uno dell' Fbi James Comey, pur precisando che Trump dovrebbe però fare una qualche ammissione di colpa rispetto all' assalto dei suoi sostenitori a Capitol Hill dello scorso 6 gennaio. Il che è assai improbabile, ma non sembra esser questo il principale ostacolo a un progetto di clemenza che avrebbe anche lo scopo di permettere alla nuova amministrazione di concentrarsi sui gravi problemi nazionali, a partire dall' epidemia di Covid.

 

mike pence al congresso certifica la vittoria di biden

I veri ostacoli, infatti, giungono dallo stesso mondo politico americano. E purtroppo in modo bipartisan. Arrivano certamente dall' opposizione repubblicana, ben lontana dall'idea di sganciarsi dalla figura compromessa del presidente uscente: in Congresso ha votato al 95% contro l' impeachment a Trump e in queste ore è addirittura in corso una raccolta di firme tra i parlamentari del Grand Old Party per costringere alle dimissioni Liz Cheney, la figlia dell'ex vicepresidente di George W. Bush che è la figura più importante nel partito ad aver votato a favore della cacciata del Commander in Chief.

 

trump biden

Tra gli stessi elettori repubblicani il clima non è dei più moderati: solo il 16% di loro risulta disposto ad accettare senza discussioni il risultato delle presidenziali, e ben più della metà lo respinge in pieno. Ma dallo stesso partito di Biden arrivano segnali tutt'altro che promettenti. Ieri la Speaker della Camera Nancy Pelosi è stata durissima contro Trump e gli stessi congressmen repubblicani in conferenza stampa.

 

Stiamo preparando il processo a Trump perché «ha incentivato l'attacco al Parlamento», ha detto, aggiungendo che al Congresso «c'è un forte interesse per costituire una commissione d' inchiesta stile Undici Settembre per indagare sull' insurrezione del 6 gennaio». Questa, ha chiarito, non dovrà guardare in faccia a nessuno: se risulterà che dei parlamentari hanno aiutato gli assalitori «sarà necessario perseguirli». Altro che pacificazione nazionale.

 

donald trump, barack obama e joe biden

Del resto, a quattro giorni dal fatidico mercoledì dell' inaugurazione, dalle indagini in corso che si prevede porteranno ad altre centinaia di arresti - emergono fatti sempre più inquietanti. Appare ormai chiaro che l'attacco era stato a lungo premeditato e accuratamente pianificato, e che tra gli obiettivi dei più determinati assalitori del Campidoglio c' era perfino il rapimento e l'uccisione di parlamentari considerati «traditori».

 

In vista del 20 gennaio, l' Fbi avverte che su internet si moltiplicano segnali insurrezionali da parte dell' estrema destra e che i rischi di gravi disordini sono assolutamente reali, nella capitale come in molte altre città degli Stati Uniti. Così, giorno dopo giorno, le misure di sicurezza senza precedenti per l' Inauguration Day diventano sempre più rigide: l' intera area centrale di Washington attorno a Pennsylvania Avenue è letteralmente blindata con barriere e filo spinato, non c' è anima viva in giro che non siano militari, con oltre ventimila uomini della Guardia Nazionale previsti sul terreno da qui al 20 gennaio: un contrasto stridente con l' assurda carenza di sorveglianza riscontrata dieci giorni fa in quello che dovrebbe essere uno dei due palazzi più sorvegliati d' America.

donald e melania trump

 

Le autorità chiedono ai cittadini di stare a casa, di non partecipare all' inaugurazione. E anche se Nancy Pelosi precisa che non si tratta di «concessioni ai terroristi, ma di cautela per il Covid», è chiaro che è una sconfitta per tutti gli americani. Perfino Joe Biden dovrà rinunciare, per ragioni di sicurezza, a usare il treno per raggiungere Washington da casa sua nel vicino Delaware, com' è abituato a fare da quarant' anni.

 

2 - BIDEN: 1.900 MILIARDI PER RIPARTIRE E PREPARA L'INAUGURAZIONE BLINDATA

Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

nancy pelosi secondo impeachment per trump

 

Neanche una parola sull' assalto a Capitol Hill. Joe Biden è convinto di poter superare lo shock del 6 gennaio, spostando l' attenzione sulle proposte per il rilancio dell' economia e sulla gestione della pandemia. Giovedì 14 e ieri, venerdì 15, il presidente eletto si è presentato davanti alle telecamere per presentare prima il piano anti-recessione e poi quello sulla vaccinazione. Senza, però, accettare domande dai giornalisti che, inevitabilmente, sarebbero andate a spiovere sui tumulti, il ruolo di Donald Trump, l'impeachment.

joe e jill biden

 

D' altra parte è anche difficile fare finta di niente con la capitale presidiata da 21 mila soldati della Guardia nazionale. Lo staff di Biden sta organizzato una cerimonia quanto più possibile in linea con la tradizione. Anche se sarà quasi tutta virtuale e senza la passeggiata finale dal Campidoglio alla Casa Bianca. Ci saranno, comunque, tante star.

 

La mattina la giovane poetessa afroamericana Amanda Gorman, 22 anni, leggerà alcuni componimenti. Lady Gaga, invece, si misurerà con l' inno americano. Chiuderà la performance Jennifer Lopez. La sera ancora spettacolo con uno show televisivo condotto dall' attore Tom Hanks insieme con Eva Longoria e Kerry Washington. Nutrita la lista di ospiti: Bruce Springsteen, John Legend, i Foo Fighters, Justin Timberlake, Jon Bon Jovi, Demi Lovato, .

 

nancy pelosi

In parallelo scorre la procedura di impeachment. Mercoledì 13 i deputati hanno votato messo sotto accusa Donald Trump per «incitamento alla insurrezione», ma ieri la Speaker Nancy Pelosi non ha chiarito quando trasmetterà la risoluzione al Senato, per la fase finale del processo.

 

È il primo imbarazzo del nuovo corso: la base parlamentare preme per un verdetto immediato; ma Biden chiede che l' impeachment non oscuri il suo discorso di insediamento. Di più: il neo presidente ha bisogno di un clima di dialogo, se non di collaborazione, con i repubblicani. E al momento nessuno può prevedere quanto saranno aspre le divisioni interne ai conservatori.

joe biden

 

Ma lo capiremo presto, probabilmente già dalla prossima settimana. Biden giura sulla Costituzione il 20 gennaio. Nei giorni successivi presenterà al Congresso l' American Rescue plan , un gigantesco intervento da 1.900 miliardi di dollari (equivalenti a 1.570 miliardi di euro), pari a quasi il 10% del prodotto interno lordo. Circa la metà dell' importo coprirà misure di sostegno e di assistenza.

 

L' assegno una tantum per le famiglie con un reddito fino a 75 mila dollari salirà dagli attuali 600 dollari a 2.000 dollari; l' indennità aggiuntiva di disoccupazione passerà da 300 a 400 dollari alla settimana e verrà estesa da marzo a settembre; altre risorse serviranno a evitare gli sfratti e a finanziare i programmi alimentari per i poveri. «Una famiglia su sette in America non ha cibo a sufficienza - ha detto Biden - e il numero sale a una famiglia su cinque nelle comunità afroamericana e latina. Significa circa 30 milioni di adulti, più 12 milioni di bambini».Altri 400 milioni verranno destinati alla campagna di vaccinazione e a rafforzare il sistema sanitario in difficoltà con il Covid-19.

nancy pelosi firma l articolo di impeachment

 

Ultimo capitolo, con ancora 400 milioni di dollari: fondi per le piccole imprese, per gli Stati e le comunità dei nativi americani. Infine l' aumento del salario minimo federale: 15 dollari all' ora. È una vecchia bandiera dei democratici. Alla Camera il pacchetto dovrebbe passare senza problemi. Al Senato, invece, le regole prevedono che le leggi finanziarie siano approvate con una super maggioranza di 60 voti. I democratici ne hanno 50. Occorre qualche sponda tra i repubblicani.

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…