nordio meloni calenda renzi

LA MOSSA DI MELONI: USA LA RIFORMA DI NORDIO COME CAVALLO DI TROIA PER ATTRARRE RENZI E CALENDA NELL’AREA DI GOVERNO E RIDIMENSIONARE IL POTERE INTERDITTIVO DI SALVINI E BERLUSCONI - LE CONVERGENZE DELLE PROPOSTE DEL GUARDASIGILLI CON I DESIDERATA DEL TERZO POLO CHE PROPRIO SUL TERRENO DELLA GIUSTIZIA POTREBBE INAUGURARE IL SUO SOSTEGNO ESTERNO. NON E’ UN CASO CHE…

Conchita Sannino per repubblica.it

Berlusconi è plasticamente dimensionato, e di molto. Ma il berlusconismo vive, strategicamente potenziato e ideologicamente verniciato, nella Giustizia formato Carlo Nordio.

nordio meloni

 

Quarantacinque giorni dopo, le linee programmatiche consegnate ieri dal ministro della Giustizia alla commissione competente in Senato disegnano la radicalizzazione di temi e toni, forse non esattamente prevedibili neanche da un “principe” dei garantisti, come l’ex procuratore aggiunto di Venezia. Una metamorfosi: un po’ ancien regime, un po’ populismo da quarta Repubblica .

 

Basta con l’obbligatorietà dell’azione penale diventata addirittura «capricciosa, arbitraria». Basta eccessi di custodia cautelare: da affidare anzi a un organo collegiale, in fondo «perché deve decidere un solo giudice», con buona pace degli ingorghi già esistenti e dei desideri di risposte e celerità. Meno intercettazioni, ché «sono troppe, costano troppo», soprattutto basta diffonderle, usarle come «micidiale strumento» anche per colpire gli avversari politici. Quasi un annuncio di partita finale. Che non solo ricompone per un attimo le profonde lesioni tra i meloniani e gli azzurri di fede ronzulliana. Ma fa gongolare Renzi e Calenda, li spinge a diventare sempre più alleati. Di fatto. Col dettaglio che, nel clima di diffusa delegittimazione della magistratura (in gran parte auto inferta), e con l’arretrato di conti in sospeso da parte non solo del centrodestra ma di un assetto politico trasversale, ciò che ieri appariva irricevibile, sufficiente a innescare corali levate di scudi, oggi diventa strutturale, assorbito.

MATTEO RENZI CARLO CALENDA

 

 

 

E - a dispetto della necessità di modificare la Costituzione per incidere «più radicalmente», come progetta il Guardasigilli - si presenta come il rovesciamento d’un tratto vicino, e possibile. Soprattutto grazie alla saldatura tra Fdi e Terzo Polo. Che proprio sul terreno della Giustizia, e su questi duri ed eloquenti segnali di “revisione” e di guerra, potrebbe inaugurare il suo sostegno esterno.

 

renzi calenda paita

Non è un caso che proprio alla Camera stia per essere depositato, a breve, un disegno di legge della maggioranza che punta alla separazione delle carriere, e che conta sul consenso di Renzi e Calenda. Così com’è emblematico anche un piccolo ma simbolico passaggio, avvenuto ieri a Montecitorio. Proprio mentre Nordio in commissione Giustizia picchiava contro i pm e contro i loro presunti reati “inutili” - come l’abuso d’ufficio o il traffico d’influenza, quelli che «intimidiscono gli amministratori senza tutelare i cittadini» - alla Camera passava il singolare ordine del giorno di Enrico Costa, delegato del gruppo per Azione, che impegna il governo a far svolgere dall’Ispettorato generale del Ministero della Giustizia «un monitoraggio» degli atti motivati con cui i procuratori della Repubblica spiegano l’interesse pubblico e giustificano l’adozione di conferenze stampa e comunicati, su blitz o iniziative in corso. Chi e cosa, poi, possano stabilire a monte quando un’azione giudiziaria sia rilevante per l’opinione pubblica è il tema di fondo mai risolto: neanche dal decreto sulla presunzione d’innocenza, all’origine di tutto, e non a caso varato da Cartabia su spinta di Azione. Il M5s è solo col suo no, si astiene il gruppo Verdi-Sinistra, e l’ok al “monitoraggio” viene anche dal Pd. «Ma è solo l’attuazione della norma in vigore, e abbiamo cassato la prima formulazione, quella sì aggressiva, di Costa», spiegano dal Nazareno.

 

CARLO NORDIO

Se non ora quando, è comunque il messaggio che sembrano trasmettere, sottotesto, quelle parole di Nordio al Senato. Tanto che, ad esempio, sulla separazione delle carriere, issata come vessillo - qui e subito - non si considera né che la riforma Cartabia abbia già portato ad un solo passaggio lo cambio possibile; né le risoluzioni dell’Unione che in più occasioni hanno indicato l’Italia - come sistema in cui è sempre possibile un passaggio - per costruire quella cultura della giurisdizione che è patrimopnio di ogni magistrato sereno e indipendente. Ma si preferisce guardare all’Europa che non concepisce «questo numero di intercettazioni». Oppure randellare l’obbligatorietà dell’azione penale: che potrebbe essere sostituita - modifiche alla Costituzione permettendo - solo dall’elenco delle priorità dettate dalla politica. Erano i sogni berlusconiani. Il paradosso è che tutto questo arrivi da un ministro imposto da Meloni e che mister B., leader isolato, non voleva. Ma cade in un Paese che, anche per effetto delle cadute delle toghe - e di quel ventennale muro contro muro - è profondamente cambiato.

CARLO NORDIO IN VERSIONE CHURCHILLGIORGIA MELONI - CARLO NORDIO - ILLUSTRAZIONE - IL FATTO QUOTIDIANO

Ultimi Dagoreport

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...