luigi di maio beppe grillo giuseppe conte

IL MOVIMENTO 5 STELLE È MORTO QUANDO HA VINTO LE ELEZIONI – CON L’AVVENTO DI CONTE E I SUOI DUE GOVERNI È INIZIATA LA LUNGA AGONIA DEL GRILLISMO: NEL MEZZO C’È STATO L’IMPROVVIDA TRASFERTA PARIGINA DI DI BATTISTA E DI MAIO NEL FEBBRAIO 2019 – NELLE CHAT WHATSAPP DI ISCRITTI E PARLAMENTARI DA ANNI LE FAZIONI SI ACCUSANO A VICENDA, CON UN’UNICA CERTEZZA: “SIAMO FINITI” – L’ATLANTISMO DI CASALEGGIO SENIOR, IL COMIZIO DI RIMINI IN CUI LUIGINO VENNE ELETTO CAPO POLITICO, LA CRAVATTA TOLTA AL TEMPIO DI ADRIANO E GLI SCREZI CON PEPPINIELLO APPULO

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

luigi di maio annuncia la scissione dal m5s 3

A cercare nella memoria del telefono, emergono pezzi di Storia. Con la esse maiuscola, non si tratta di un refuso. Perché stiamo parlando del partito che stravinse le elezioni del 2018, che è stato il principale azionista di un curioso esperimento giallo-verde, e del governo che ha affrontato un evento unico e speriamo irripetibile come la pandemia.

 

Adesso che tocca scrivere dello sfacelo, del crollo ormai definitivo di una casa che ha sempre avuto il problema di essere ogni volta costruita dal tetto, da qualche parte bisognerà pur cominciare.

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

 

Lo facciamo da uno scambio di sms che risale a qualche settimana dopo quel trionfo di cui sopra. «Ma tu lo conosci questo Conte?» venne chiesto all'anonimo parlamentare all'epoca fedelissimo dell'allora eroe dei due mondi Luigi Di Maio, vincitore dell'odiato Pd di Matteo Renzi, oggi transfuga dall'altra parte della barricata. «Ma chi c... sarebbe?» fu la risposta.

 

L'attuale ministro degli Esteri e l'ex premier non hanno in comune solo grisaglie, ma anche un destino comune da corpi estranei, mai completamente parte dello sfuggevole Dna pentastellato, spesso accettati per convenienza quando il vento soffiava a favore, mai amati.

LUIGI DI MAIO SI TOGLIE LA CRAVATTA

 

«Chiamatemi Luigi per favore». Invece non si muoveva una foglia, sotto al palco di Rimini dove Di Maio era stato appena eletto capo politico del M5S. Solo caldo e polvere. Un gruppo di militanti calabresi si allungava oltre le transenne per abbracciarlo, «Gigi, sei grande Gigi» gridavano eccitati.

 

Lui allungò il braccio destro per intero, piegandosi in avanti, quasi a evitare quegli abbracci sudati, e chiese per cortesia che il suo nome non venisse sottoposto a diminutivi. Quanta differenza con la leadership fisica di Beppe Grillo, che presentando la prima lista del suo Movimento si era fatto trasportare su un canotto dalle mani di migliaia di militanti fino al palco di piazza Maggiore a Bologna, e che durante i comizi più ispirati dello storico Tsunami Tour del 2013 si buttava tra la folla.

BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO

 

Sembra che sia passata un'era geologica. Quella kermesse riminese ideata per il passaggio di consegne tra vecchio e nuovo M5S conteneva già gli ingredienti principali di questo romanzo populista che sembra trascinarsi verso la fine. Beppe Grillo aveva già cominciato a fare il pendolo. Andava e veniva ripetendo sempre di essere stanco, e celebrò senza entusiasmo l'incoronazione a freddo di quello che chiamava «il deputatino di Pomigliano d'Arco».

 

luigi di maio annuncia la scissione dal m5s 4

Roberto Fico stava in disparte e dava appuntamento nella hall del suo hotel, dove recitava la consueta parte dell'offeso, del grillino originario che sopravvive in quanto tale e si lamenta, ma tanto alla fine basta dargli un contentino e digerisce tutto, anche il governo con la Lega.

 

Mancava Alessandro Di Battista, che proprio in quella occasione, tramite uno struggente messaggio video, inaugurò la sua carriera Erasmus di politico senza politica, di quello che sta fuori perché è diverso ma anche un po' dentro perché non si sa mai, intanto gira il mondo e gli studi televisivi come indignato speciale.

 

LUIGI DI MAIO E LE SANZIONI ALLA RUSSIA - MEME

Venne l'incredibile risultato del 2018, e con esso ci fu l'avvento di uno sconosciuto avvocato pugliese, introdotto a Grillo e a Davide Casaleggio proprio da Di Maio quando c'era da trovare la quadra per un governo che sembrava impossibile. Saltiamo a piè pari i rovesci elettorali che portarono alle dimissioni di Di Maio.

 

GILET GIALLI DI MAIO DI BATTISTA TONINELLI GRILLINI

Va citata per dovere di cronaca la favolosa trasferta parigina della ricostituita coppia Di Maio-Dibba, i prescelti. Quel febbraio 2019 era una fase di sondaggi calanti. Loro pensarono bene di andare a Parigi in auto per rendere omaggio ai Gilet gialli che all'epoca paralizzavano la Francia incitando alla guerra civile, e rifarsi così una verginità antisistema. Il tutto mentre erano al governo in Italia. La bussola non è stata certo smarrita l'altro ieri.

 

Da allora, gli addetti ai Cinque Stelle non hanno fatto altro che raccontare un'agonia consapevole. Anche qui viene in soccorso l'archivio di WhatsApp e la corrispondenza con attuali parlamentari delle varie fazioni. «Siamo finiti». «Ormai non rimane più nulla».

«Tutti a casa». Un Movimento esausto, prigioniero dei dilemmi esistenziali del fondatore, torno o non torno, mi riprendo tutto oppure abbandono definitivamente.

 

mario draghi e luigi di maio alla camera

Quello con Giuseppe Conte è stato un matrimonio di convenienza, nato male per via di appuntamenti mancati che avevano fatto imbestialire Grillo, per via dell'oggettiva difficoltà dell'ex presidente del Consiglio, che ancora oggi si muove come fosse in casa d'altri, recitando slogan che non appartengono alla figura che si è creato con la permanenza a Palazzo Chigi. Da due debolezze non nasce mai una forza. Non è un caso che lo strappo più definitivo avvenga sulla politica estera.

ALESSANDRO DI BATTISTA COMMENTA LA SCISSIONE BY DI MAIO

 

Fino a che era vivo Casaleggio padre, atlantista convinto, uno che quando gli si chiedeva se esistevano alternative alla Nato ti fulminava con lo sguardo, era roba sua. Dopo, tutto e il contrario di tutto. Quel terreno è diventato la prova dell'assenza di ogni direzione comune, di ogni identità, vecchia o nuova che sia. Guardando indietro, rimane da chiedersi come sia stato possibile quel 32,7% del 2018. Bisognerebbe chiederlo a quelli che ieri nell'aula di Montecitorio hanno celebrato la morte del M5S sostenendo giustamente che la politica estera è una cosa seria. Ieri si sono dimenticati di dirlo. Sarà per la prossima volta, forse.

luigi di maio gilet gialliluigi di maio annuncia la scissione dal m5s 5MEME SUL PIANO DI PACE DI LUIGI DI MAIO luigi di maio mario draghi luigi di maio mario draghi luigi di maio annuncia la scissione dal m5s 9

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)