fedez ferragni renzi 9

NÉ COL VATICANO NÉ COI FERRAGNEZ - ODIFREDDI: "FORSE SUL DDL ZAN SAREBBE PIÙ SENSATO EVITARE DI FARE LA OLA PER L'UNO O PER L'ALTRO. SULLE LEGGI NON SI DOVREBBE TIFARE PER UNA SQUADRA, MA RAGIONARE TRANQUILLAMENTE SULLA TEORIA E SULLA PRATICA DI CIÒ CHE ESSE INTENDONO REGOLAMENTARE. SI POSSONO BENISSIMO DIFENDERE I DIRITTI DEI DIVERSI, SENZA DOVER PER FORZA AFFERMARE CHE I DIVERSI NON ESISTONO. SBAGLIA LA LEGA, SBAGLIA IL PD E SBAGLIA RENZI PERCHÉ..."

Piergiorgio Odifreddi per “La Stampa

 

piergiorgio odifreddi a tagada' 3

Sul ddl Zan gli schieramenti contrapposti sono da tempo al muro contro muro, e ciascuno ha i suoi dubbi sponsor: Salvini e il Vaticano, da una parte, e Fedez e la Ferragni, dall'altra. Chi abbia i modi eterei e raffinati di quest'ultima, può dire semplicemente che "fanno schifo tutti", e finirla così. Ma nel frattempo a scompaginare le carte si è intromesso pure Renzi, sul quale si può peraltro pensarla allo stesso modo.

 

ddl zan

Forse sarebbe però più sensato evitare di fare la ola per l'uno o per l'altro, come se le vicende parlamentari fossero un'estensione dei campionati di calcio. Sulle leggi non si dovrebbe tifare per una squadra, ma ragionare tranquillamente sulla teoria e sulla pratica di ciò che esse intendono regolamentare.

 

fedez ferragni renzi 9

La cosa sembra semplice, ma che sia complicata lo ricorda un'osservazione che fece una volta Yogi Berra, il famoso giocatore di baseball dal quale ha preso il nome l'Orso Yoghi. Berra era famoso per pronunciare frasi enigmatiche, e una di queste era appunto: "La teoria e la pratica, in teoria sono uguali, ma in pratica sono diverse".

 

LA STORIA INSTAGRAM DI FEDEZ CONTRO IL VATICANO

Ora, la pratica del ddl Zan è che non ci devono essere discriminazioni di tipo sessuale: ognuno ha il diritto di scegliere con chi avere dei rapporti sentimentali e sessuali, e sono e devono essere soltanto fatti suoi.

 

La teoria su cui il decreto basa questa sacrosanta pratica, è invece la "dannata" ideologia di genere: secondo i promotori, il diritto alla libertà sessuale si baserebbe sull'affermazione che i sessi non esistono. O, se proprio esistono, comunque non contano, perché a contare non è quello che uno è, ma quello che uno sente di essere.

 

In questa logica c'è però un "non sequitur". Si possono infatti benissimo difendere i diritti dei diversi, senza dover per forza affermare che i diversi non esistono. Anzi, forse si dovrebbe fare proprio questo: un mondo in cui ci sono diversità è molto più bello e variegato di uno monolitico in cui tutti sono uguali.

 

FEDEZ CHIARA FERRAGNI

In politica però le cose si ingarbugliano sempre, perché i ragionamenti logici cedono il passo agli interessi partitici, che nel caso in questione sono abbastanza chiari ed evidenti. Il Pd ha trovato nella difesa a oltranza dell'identità di genere una battaglia considerata "di sinistra", la Lega nel suo rifiuto a oltranza della stessa nozione una battaglia considerata "cattolica", e Renzi nel suo ondivagare dall'approvazione alla Camera alla disapprovazione in Senato un modo per diventare di nuovo visibile e determinante nella scena politica. In realtà, sbagliano tutti.

 

GIORGIA MELONI CON MATTEO SALVINI SULLO SFONDO

Sbaglia il Pd, perché semmai è di sinistra la difesa dei diritti dei diversi, e non la professione di un'ideologia che è stata contrastata, anche a sinistra, da tutti coloro che credono che l'identità di genere non abbia senso.

 

Ad esempio, le femministe, che per poter essere tali devono appunto pensare di essere femmine. O i transessuali, che per poter pensare di voler cambiare sesso, devono appunto pensare di essere del sesso sbagliato, e di poter transire a un altro.

 

matteo salvini 2

Per non parlare degli eterosessuali, che sono la stragrande maggioranza (secondo l'Istat, superiore al 90%), e pensano semplicemente che i sessi sono i loro due. Sbaglia la Lega, perché il cattolicesimo è variegato, e mentre esiste al suo interno uno schieramento conservatore e ottuso, che rifiuta le unioni civili e i diritti dei sessualmente diversi (schieramento che, a scanso di equivoci, comprende anche il Papa regnante), esiste anche uno schieramento contrapposto che la pensa al contrario, e che è l'analogo dei cattolici che nel 1974 votarono a favore del divorzio civile, pur pensando che il matrimonio religioso dovesse essere indissolubile

 

papa francesco 1

E sbaglia Renzi, perché non sarà certamente su un argomento così marginale e di nicchia che un partito potrà basare la propria diversità politica. L'identità di genere non è affatto un problema sentito dalla maggioranza della popolazione, com'era appunto il divorzio negli anni '70.

 

È piuttosto un problema sentito da una minoranza della politica, che è disposta a tutto pur di inserirlo in una legge: anche a non fare compromessi sulla difesa dalla violenza sui diversi, che rischia di essere sacrificata sull'altare di un'ideologia alla moda.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...