giorgia meloni mario draghi

DAI NEMICI MI GUARDO IO, DAI MIEI ALLEATI MI GUARDI DIO! - GIORGIA MELONI E’ "PREOCCUPATA" E TELEFONA A MARIO DRAGHI - A DIFFERENZA DI SALVINI, CHE EVOCA FLAT TAX E SCOSTAMENTI DI BILANCIO, LA DUCETTA SA CHE ANDARE AL GOVERNO E PREPARARE LA FINANZIARIA SARA’ UN BEL CETRIOLO - PER QUESTO HA INIZIATO A CONFRONTARSI CON MARIOPIO: CHI MEGLIO DI LUI CONOSCE I RISCHI DELLA CRISI D'AUTUNNO, DELL’EMERGENZA ENERGETICA E DELLA GUERRA ANCORA IN CORSO? - GIORGIA MELONI NON VUOLE BRUCIARSI ASSECONDANDO LE PRETESE FOLLI DI LEGA E FORZA ITALIA, COME LE PENSIONI A MILLE EURO (E CHI PAGA?)

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

comizio di giorgia meloni dopo il voto al senato su draghi 3

Il contatto più delicato si materializza immediatamente dopo la crisi. La sera stessa della caduta di Mario Draghi, comunque nelle ore successive all'agguato del Senato.

Giorgia Meloni cerca al telefono il premier, riferiscono fonti vicine alla leader della destra. Non è la prima volta che i due si parlano, ma stavolta è diverso. Le Camere sono destinate allo scioglimento. Le urne si apriranno in autunno. I fondi del Pnrr a rischio. La manovra finanziaria da costruire in poche settimane, in piena crisi mondiale. Un esperimento alla cieca. La leader di Fratelli d'Italia è «preoccupata». Immaginava un passaggio di consegne soft.

giorgia meloni mario draghi

 

Pensava di avere tre o quattro mesi per costruire il suo progetto. Si ritrova spiazzata. Con il tempo che stringe, alleati che non la amano e promettono cose che difficilmente si potranno mantenere. Sente di aver bisogno di puntellare questo salto nel buio. Cerca collaborazione. Non solo la sponda delle organizzazioni produttive più vicine alla destra, degli interlocutori che coltiva nella diplomazia e nell'establishment. Ma anche, forse soprattutto, quella del presidente del Consiglio, a cui si è opposta.

giorgia meloni dopo l'incontro con draghi 1

 

Non c'è romanticismo, né soltanto onore delle armi. Nessuna conversione dell'ultimo momento, e neanche una svolta moderata. È soltanto la pragmatica necessità di "coprirsi" al meglio delle proprie possibilità, cercando quantomeno la non ostilità di chi da un anno e mezzo gestisce i dossier più delicati ed è in stretto contatto con le principali cancellerie occidentali.

 

Una parentesi: Meloni ha chiara l'enormità dei problemi da affrontare. Talmente chiara da non essere soltanto preoccupata, ma convinta della necessità di ottenere l'immediata incoronazione degli alleati.

BERLUSCONI SALVINI MELONI

 

Per questo ieri ha preteso da Berlusconi e Salvini l'impegno a mandare a Palazzo Chigi chi prenderà un voto in più nelle urne. Per la stessa ragione ha lasciato filtrare la minaccia di una corsa solitaria, pur consapevole che si tratterebbe di un atto di autolesionismo. Ha bisogno di una formale compattezza della coalizione per compensare la debolezza sul fronte esterno.

 

Ma torniamo a Draghi. E alle telefonate. Quella delle ore della crisi non è l'unico contatto, riferiscono le stesse fonti che conoscono le mosse della leader. Ce ne sarebbe almeno un altro, nei giorni successivi. È sempre lei a telefonare all'ex banchiere. Inizia a intravedere la montagna da scalare. Osserva montare le critiche internazionali. Quello che Berlusconi sostiene in privato, «Giorgia rischia di spaventare i moderati», è una dinamica che si anima oltreconfine. La stampa estera nota il "caso Meloni". Nei giorni successivi ne scrivono diverse testate. In Francia.

 

MELONI DRAGHI

Il Guardian nel Regno Unito. Anche a Bruxelles non si ragiona d'altro. Arriveranno poi anche voci del calibro del New York Times e Financial Times. Il quotidiano liberal sostiene che «il futuro dell'Italia è desolante», quello finanziario racconta del rischio di perdere i fondi del Pnrr.

 

Meloni, come detto, mostra preoccupazione. E non è tranquilla neanche rispetto a quanto sta succedendo nell'alleanza di destra. Teme le promesse che gli alleati distribuiscono a piene mani e che rischiano di non poter essere realizzate. Gli alberi da piantare, le pensioni a mille euro. Chi meglio di Draghi conosce i rischi della crisi d'autunno, la necessità di affrontare con serietà una finanziaria in piena emergenza energetica e, probabilmente, a guerra ancora in corso? Anche in questo caso, non si tratta di una svolta moderata di Meloni, ma di un interesse evidente: non bruciarsi.

VERTICE CENTRODESTRA A MONTECITORIO 2

 

Raccogliere il massimo delle informazioni per affrontare i nodi più allarmanti dopo un'eventuale vittoria. Con i suoi, poi, Meloni è ancora più esplicita. Quei quattro mesi in più all'opposizione, confida a più di un interlocutore, sarebbero serviti anche ad aumentare la forbice elettorale con Salvini e Berlusconi, depotenziando alleati che aspirano a imporre un proprio uomo per Palazzo Chigi. E che se anche dovessero perdere questa battaglia, sono pronti ad esigere posti chiave.

 

delegazione di fratelli d italia dopo le consultazioni con draghi 2

Ad esempio, raccontano che la leader non sia del tutto serena immaginando il leghista di nuovo agli Interni. Difficilmente potrà mettersi di traverso, semmai sfruttare un'eventuale moral suasion istituzionale al momento della formazione del governo. Meloni sa anche che Forza Italia pretende la presidenza del Senato per Silvio Berlusconi e il ministero degli Esteri per uno dei suoi big. Potesse decidere da sola, la leader del partito con la fiamma sceglierebbe altrove.

 

Affiderebbe ad esempio la Farnesina a una figura super partes. In fondo, lo schema da applicare in caso di conquista di Palazzo Chigi è sempre lo stesso: costruire una rete solida, elaborare un'immagine pubblica interna e internazionale - se necessario ingaggiando qualche nuovo guru della comunicazione - che "sfumi" le immagini di quel video del comizio con l'ultra destra di Vox.

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI

Tutto, pur di dotarsi di un paracadute. Consapevole che la posizione favorevole al sostegno militare all'Ucraina e la svolta atlantista potrebbero non bastare a costruire un solido legame con Washington. Meloni, infatti, non ha mai nascosto negli anni scorsi simpatie verso Trump. E in questi mesi gli occhi dell'amministrazione di Biden sono concentrati proprio sullo spettro di un ritorno dell'ex Presidente.

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO