guido crosetto giorgia meloni

IN NOMINE GIORGIA - IN ATTESA DI UN’INCORONAZIONE ALLE URNE, LA MELONI PENSA A METTERE LE MANI SULLA SPARTIZIONE DELLE POLTRONE CHE CONTANO, CIOÈ TESORO, CDP, BANKITALIA E PARTECIPATE – AL MINISTERO DELL’ECONOMIA STA PENSANDO A PANETTA CHE, COME DAGO-ANTICIPATO, NON SI MUOVERA’ DALLA BCE (SERVE UN ITALIANO PER TENERE D’OCCHIO LE FUTURE MANOVRE DELLA LAGARDE) - DIFFICILE LA PERMANENZA DI ALESSANDRO PROFUMO, ALLA GUIDA DI LEONARDO DA DUE MANDATI. SU QUELLA POLTRONE PARE AVER MESSO GLI OCCHI CROSETTO. E SCARONI…

Giovanni Pons per repubblica.it

 

meloni

Con i sondaggi elettorali così favorevoli al partito di Giorgia Meloni le probabilità che l'Italia possa sperimentare per la prima volta un primo ministro donna sono considerevolmente aumentate. Di pari passo sono aumentati i movimenti lobbistici per avvicinare l'entourage di colei che ha buone chances di determinare le prossime scelte in tema di nomine, nel governo e nelle partecipate.

 

Le richieste di pranzi, cene, eventi - da parte di esponenti vicini alla destra, alla sinistra, al centro - che riceve il cerchio magico della Meloni in questa fase sono innumerevoli. Tutte interessate allo spoils system che verrà, se ai sondaggi seguiranno i voti veri. Giorgia Meloni a tratti sembra impreparata a questo tipo di corteggiamenti, in altri momenti mostra sicurezza nell'indicare la strada, come per Ita o Telecom.

 

 

No all'incontro con le banche d'affari

fabio panetta foto di bacco

Le banche d'affari l'hanno recentemente avvicinata per un incontro conoscitivo nella City londinese: lei in un primo momento ha accettato ma poi, nel timore di essere strumentalizzata come ai tempi di Davide Serra e Matteo Renzi, ha declinato. Ci andrà da sola, quando riterrà, senza prestarsi al brand di turno.

 

Certo nelle ultime uscite pubbliche Meloni ha commesso qualche errore, se si parla di economia e non di politica. Quando in Piazza Duomo a Milano, riferendosi all'Europa, ha detto "la pacchia è finita": non un buon viatico per instaurare rapporti positivi con una entità che sta erogando oltre 200 miliardi all'Italia, di cui buona parte a fondo perduto.

 

Forse voleva dire che francesi e tedeschi in futuro avranno vita dura nel comprare aziende care al made in Italy, com'è accaduto negli ultimi 20 anni. La correzione del tiro è arrivata da Ignazio La Russa, l'uomo della vecchia nomenclatura missina, già ministro della Difesa con Berlusconi, uno dei fondatori di FdI. Per i trascorsi comuni è il consigliere di cui Meloni si fida di più e anche il più ascoltato sui temi economici. Solo dopo arrivano Guido Crosetto, il cognato Lollobrigida, il responsabile economico Maurizio Leo, il senatore Giovanbattista Fazzolari.

 

La fondamentale casella Mef

MELONI 4

A questa cerchia di fedelissimi Meloni dovrà far riferimento se e quando siederà a Palazzo Chigi e dovrà metter mano alla lista dei ministri economici o sarà chiamata a nominare i vertici delle partecipate. La casella attorno a cui tutto gira è quella del Mef, che dovrà essere occupata da una persona di fiducia ma che al tempo stesso garantisca all'Europa che non si faranno salti nel buio. Per questo Meloni, accogliendo un suggerimento di Mario Draghi, avrebbe individuato in Fabio Panetta, attuale membro del comitato esecutivo della Bce, la persona giusta.

 

fabio panetta e christine lagarde

Panetta, brillante carriera in Banca d'Italia con Ciampi, poi con Fazio, Draghi e Visco, è il meno tecnocratico dei banchieri centrali avendo mangiato in famiglia pane e politica (suo padre è stato capo di gabinetto di Spadolini) ed è politicamente vicino alla destra. Ma Panetta aspira a diventare il prossimo governatore di Bankitalia e avverte che se l'Italia lascia la posizione che occupa oggi non è detto che venga sostituito da un italiano. Dunque Panetta frena e Meloni deve trovare alternative, tra le quali c'è sempre Giulio Tremonti, già ministro dell'Economia dei governi Berlusconi. Cui si è aggiunto nelle ultime settimane il nome di Domenico Siniscalco, anch'egli già al vertice del Mef tra il 2004 e il 2005 quando Tremonti si dimise.

 

GUIDO CROSETTO GIORGIA MELONI

La casella del Mef è importante perché è la leva per scardinare altre posizioni di vertice. In primis la direzione generale del Tesoro, occupata da Alessandro Rivera, nominato da Giuseppe Tria nel 2018 e poi confermato da Gualtieri e Franco. Il Mef è considerato da Meloni una sorta di fortino della sinistra che deve essere bonificato. E dal Mef dipende la guida della Cassa depositi e prestiti, dove Draghi ha insediato nel giugno 2021 Dario Scannapieco, tecnocrate molto apprezzato dalle cancellerie europee.

 

Se Meloni vorrà dare un'impronta più nazionalista alla politica economica italiana, la Cassa diventa un braccio operativo e strategico fondamentale, dunque il grip deve essere totale. Gli interventi in campagna elettorale sulla rete unica Telecom, che si dovrà fare ma con altre modalità, e su Ita, dove Draghi ha favorito i francesi rispetto ai tedeschi lasciando però al governo il 40% del capitale, dimostrano l'attenzione di Fratelli d'Italia ai temi economici e di potere.

domenico siniscalco

 

I vertici Eni, Enel e Leonardo

Nella primavera 2023, poi, si giocheranno le altre partite che contano, con i vertici di Eni, Enel, Leonardo, Poste, Terna che andranno a scadenza. Alcuni manager, come Claudio Descalzi in Eni e Francesco Starace in Enel, occupano quelle poltrone già da tre mandati, essendo stati nominati per la prima volta dal governo Renzi nel 2014. Sono poltrone ambite, che hanno una rilevanza internazionale, soprattutto in un periodo di crisi energetica come l'attuale e devono essere ricoperte da manager che hanno una competenza specifica in campo energetico e che abbiano anche esperienza di gestione di grandi società quotate.

 

Paolo Scaroni

Tra l'altro, su suggerimento dell'ex ad di Eni ed Enel, Paolo Scaroni, Meloni sta valutando se sia il caso di creare un ministero dell'Energia, che ovviamente Scaroni si candiderebbe a guidare, al posto o in aggiunta a quello della Transizione ecologica attualmente guidato da Stefano Cingolani (altro ministro che Draghi consiglia di confermare). Scaroni, che è anche deputy chairman della banca d'affari francese Rothschild, stava per essere nominato dal governo Draghi al vertice di Milano-Cortina 2026 ma non ha voluto lasciare la presidenza del Milan come gli era stato chiesto. Alla poltrona olimpica Meloni pensa di indirizzare Andrea Abodi, attuale presidente del Credito Sportivo e fino al 2017 presidente della Serie B.

 

alessandro profumo ad di leonardo foto di bacco (2)

Sarà più difficile la permanenza di Alessandro Profumo, alla guida di Leonardo da due mandati, il primo targato Gentiloni. Su quella poltrone pare aver messo gli occhi proprio Crosetto, che ama qualificarsi come imprenditore, oltre che come cofondatore di Fratelli d'Italia, anche in virtù del fatto di essere presidente della Federazione aziende italiane per l'aerospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad) di Confindustria e dall'aprile 2020 presidente di Orizzonte Sistemi Navali, joint venture tra Fincantieri e Leonardo e specializzata in sistemi ad alta tecnologia. Ma non è detto che ce la faccia.

 

Potrebbe invece farcela a ottenere il secondo mandato l'ad di Terna Stefano Donnarumma, ingegnere già in A2a e Acea, l'unico manager di Stato a intervenire alla convention di Fratelli d'Italia chiamato, sembra, proprio da Meloni. E a fare il terzo mandato ci proverà anche Matteo Del Fante, ad di Poste, le cui diplomazie sono al lavoro, dopo essere stato nominato da Gentiloni e poi confermato dal Conte bis. Senza dimenticare che Meloni e i suoi non sono rappresentati negli organi di governo della Rai: potrebbero voler rimediare a questa mancanza.

 

alessandro profumo piero fassino guido crosetto foto di bacco (2)CROSETTO MELONI

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)